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Gloria Zanardi scrive a Renzi: «Manca un ministero dedicato alle pari opportunità»

Il consigliere provinciale: «Ritengo che manchi da troppo tempo, a livello nazionale, una figura di riferimento in tema di pari opportunità, assolutamente indispensabile, soprattutto in questo periodo storico connotato da una forte crisi di valori ed economica che spesso è terreno fertile di discriminazioni e vessazioni»

Gloria Zanardi, consigliere provinciale di Piacenza con delega alle pari opportunità, ha scritto a Roberta Mori - Presidente Commissione assembleare per la Parità Emilia Romagna, e al premier Matteo Renzi al fine di porre alla loro attenzione alcune criticità relativamente al riordino istituzionale che coinvolge gli enti provinciali a seguito dell'emanazione della Legge n. 57/2014, in particolare, per quanto concerne la materia delle pari opportunità  ed offrire un contributo costruttivo per migliorare le politiche nazionali e locali in materia. 

Nella lettera indirizzata a Matteo Renzi, la consigliera Zanardi sottolinea che l'art. 1 comma 85 della legge Delrio (L. n. 57/2014) contempla, tra le funzioni fondamentali attribuite alle Province, quali enti con funzioni di area vasta, il “controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale”, pertanto, sulla base di tale previsione, nonostante la caotica riorganizzazione istituzionale, risulta evidente che alla Provincia è attribuito, ex lege, un ruolo importante di azione per la promozione e sensibilizzazione sul territorio delle pari opportunità. 

Gloria Zanardi rileva che tutte le attività portate avanti sul territorio provinciale vengono realizzate non disponendo di alcuna risorsa e, tra l'altro, con scarso riconoscimento e valorizzazione, anche da parte della Regione e altri enti, del ruolo istituzionale e della funzione attribuita alla Provincia sul tema pertanto: «Ritengo sia necessaria una profonda riflessione in relazione al D.P.C.M. del 26/09/2014 “Criteri per l'individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative connesse con l'esercizio delle funzioni provinciali” e alla L. di stabilità ed in particolare all'art. 1 commi 421 e seguenti, in quanto appare doveroso analizzare le questioni poste dalla L.56/2014 e prospettare una maggior chiarezza sul ruolo delle Province, non tralasciando la componente delle risorse economiche. E' chiaro che queste previsioni andranno riempite di contenuti più specifici che ne individuino gli ambiti, i limiti e le risorse».

In conclusione, la consigliera Zanardi rimarca la mancanza di un ministero dedicato alle pari opportunità: «Attualmente il dipartimento è rimasto anche senza la consigliera per le pari opportunità – Giovanna Martelli – ruolo e riferimento importantissimo per assicura la coerenza e la tempestività dell’azione di Governo nell’attuazione delle politiche. Il dipartimento delle pari opportunità era stato istituito nel 1996, con la creazione di un dicastero ad hoc e svolgeva un'attività importantissima per la promozione delle pari opportunità e il coordinamento a livello nazionale delle azioni messe in campo per il raggiungimento di tale obbiettivo – prosegue - Ritengo che manchi da troppo tempo, a livello nazionale, una figura di riferimento in tema di pari opportunità, assolutamente indispensabile, soprattutto in questo periodo storico connotato da una forte crisi di valori ed economica che spesso è terreno fertile di discriminazioni e vessazioni».

Gloria Zanardi ha indirizzato una lettera anche a Roberta Mori, la quale proprio stamattina ha istituito la Conferenza Regionale delle Elette; la consigliera provinciale Zanardi non ha potuto partecipare, ma ha voluto, in ogni caso, inviare un proprio contributo per i lavori dell'assemblea, in cui illustra le criticità in materia di pari opportunità già rilevate nella comunicazione al premier e manifesta la sua amarezza per avere ricevuto la convocazione in qualità di consigliera comunale e non anche di consigliera provinciale: «si chiede che venga valutata l'opportunità di coinvolgere ed inoltrare la convocazione specificatamente anche alle consigliere provinciali con delega alle pari opportunità (e, se costituito l’organismo, anche presidenti della consulta delle elette) - anche se l'invito per la conferenza regionale delle elette è giunto loro ugualmente in quanto consigliere comunali – ciò ai fini di un riconoscimento e di una valorizzazione del ruolo istituzionale e della funzione attribuita alla Provincia sul tema».

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