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Gragnano, Calza: «Non c’è davvero onore più grande che guidare questa comunità»

Si è insediato il nuovo Consiglio comunale: Marco Caviati è il vicesindaco

Nei giorni scorsi si è insediato il nuovo Consiglio comunale di Grganano. Il riconfermato sindaco Patrizia Calza ha distribuito le deleghe: Marco Caviati è il vicesindaco con deleghe ai servizi sociali, sport e politiche giovanili. Gli assessori saranno Cristiano Schiavi ai lavori pubblici, Alberto Frattola al bilancio . Alessandra Tirelli all’istruzione e cultura (assessore esterno). Alcune deleghe anche per i consiglieri Davide Cigalini, Andrea Capellini, Alessandro Cavanna, Edoardo Amisani, Matteo Provini.

IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO DI PATRIZIA CALZA

«Voglio ringraziare tutti i Gragnanesi che, con il loro voto, ci consentono di portare avanti gli impegni presi; gli assessori e i consiglieri del precedente mandato per l’impegno profuso; i dipendenti che con il loro attento lavoro ci hanno consentito di raggiungere gli obiettivi fissati, la mia famiglia che spesso viene posta in secondo piano, per la pazienza e la vicinanza. Ringrazio anche coloro che non ci hanno votato: ci aiutano a rimanere umili. Inoltre una Patrizia Calza-10democrazia sana dovrebbe prevedere sempre una maggioranza e una minoranza che funga da pungolo, suggeritore, critica costruttiva. E voglio ringraziare la consigliera Milani che ha or ora promesso collaborazione e partecipazione attiva.

L’emozione del primo mandato era grande. Immagino quella di coloro che qui oggi siedono appunto per la prima volta in questo consesso. Tuttavia l’emozione del secondo mandato lo è di più. Lo Consideriamo come riconoscimento del buon lavoro fatto nei cinque anni trascorsi. La prima volta si è felici per la fiducia che è stata accordata; la seconda volta  perché è giunta la  conferma  che l’operato è stato apprezzato, sia pure con tutte le imperfezioni che inevitabilmente ci saranno state. Il famoso motto socratico secondo il quale “il saggio è colui che sa di non sapere” è ben chiaro da sempre ai nostri occhi ed è per questo che abbiamo cercato , quando era il caso , l’aiuto di chi era più competente di noi.

Nella vita si percorrono tante strade, s’incrociano tante persone, si fanno incontri…talvolta facciamo fatica a capire il senso” di ciò che accade. Spesso questo lo troviamo solo a distanza di tempo. Poiché sono abituata a chiedermi le ragioni dei vari accadimenti, in quanto credo che nulla accada mai per caso, cinque anni fa mi chiedevo quale fosse il “Progetto”, “il disegno” scritto per me.

Avevo già fatto tante esperienze, percorso tante strade ma mi accorgevo che spesso venivo, in modo diverso, richiamata al mio Comune, al mio Paese: pertanto accettai la candidatura. A distanza di cinque anni posso dire di avere acquisito un po’ più di chiarezza. Sono grata a Dio e agli uomini per aver avuto la possibilità di ricoprire l’incarico. Non c’è davvero onore più grande (e parlo in nome di tutti quelli che qui con me siedono) che poter rappresentare la propria comunità, quella in cui si è nati e cresciuti, dove si conoscono tante persone con le quali si sono tessute tante relazioni.

Una responsabilità grande, un peso, ma anche una grande opportunità: quella di poter dare il proprio contributo, in termini di creatività , di capacità di creare e di generare futuro. Genera futuro non solo chi genera vita biologica ma anche  il medico che sa curare l’anima oltre che il corpo, l’imprenditore che offrendo posti di lavoro da un futuro alle famiglie, l’insegnante che sa tirare fuori il meglio dagli studenti anche quelli più deboli e lo aiuta a conoscersi e a stimarsi per quello che sono; così genera futuro anche chi amministra una comunità.

Penso che il compito più difficile per un amministratore non sia quello di realizzare  opere grandi (anche se ovviamente anche queste sono importanti) ma sia quello di unire, creare “Comunità”, rafforzare l’identità del proprio Paese, far sentire ciascun parte della comunità in cui si vive.  L’Amministrazione non si deve sostituire in tutto, anzi, deve far emergere e valorizzare tutte le competenze, capacità, particolari attitudini che nella popolazione di un paese esistono. In pratica, richiamando l’immagine utilizzata dalla Lubich, l’amministrazione pubblica deve essere lo “stelo” che sostiene la corolla, costituita dalle attività svolte dalle varie associazioni e dai vari singoli .

Noi abbiamo cercato, pur con i nostri limiti umani e umane debolezze, di rafforzare la nostra comunità, migliorandola rispetto a quando l’abbiamo trovata. Abbiamo prima chiesto e poi trovato aiuto, collaborazione, partecipazione, nella consapevolezza che da soli non si costruisce nulla. Le attività del Consiglio comunale dei ragazzi e  della Youngercard, Gragnano Cammina, le Notti d’estate, la Cena delle Associazioni, le attività di Auser, Pro Loco, Anspi e delle altre associazioni operanti sul territorio sono frutto di questa ricerca di collaborazione. Siamo grati a tutti i Gragnanesi commercianti, imprenditori, privati cittadini, realtà Parrocchiali che ci hanno offerto il loro aiuto. Questa ricerca di partecipazione e di unità non si deve mai fermare perché non potrà mai dirsi definitivamente raggiunta.

Richiede impegno quotidiano perché si è sempre alla prova, così come l’impegno quotidiano, il rispetto reciproco, l’ascolto sono richiesti in ogni “famiglia” umana, perché possa dirsi tale e possa superare le difficoltà che la vita propone e che propone ovviamente anche alle amministrazioni. Dunque aldilà ed oltre a ciò che abbiamo scritto nel nostro Programma Amministrativo , l’impiego, il rispetto, l’ascolto sono ciò che promettiamo personalmente di osservare nei prossimi anni perché possiamo incarnare al meglio il senso di quell’incipit del grande sindaco La Pira , a cui ci ispiriamo quale ineguagliabile modello, e che anche quest’anno, sfidando le possibili accuse di eccessiva retorica,  abbiamo voluto aprisse il nostro programma amministrativo perché è ciò in cui fermamente crediamo:

“Amate la vostra città come parte integrante, per così dire, della vostra personalità. Voi siete piantati in essa, in essa saranno piantate le  generazioni future che avranno da voi radice. È un patrimonio prezioso che voi siete tenuti a tramandare intatto, anzi migliorato ed accresciuto, alle generazioni che verranno. Ogni città racchiude una vocazione, un mistero…amatela come si ama una casa comune destinata a noi e ai nostri figli. Custoditene le piazze, i giardini, le scuole: fate che il volto di questa vostra città sia sempre sereno e pulito. Sentitevi, attraverso di essa, membri di una stessa famiglia. Non vi siano tra voi divisioni essenziali che turbino la pace e l’amicizia: ma la pace, l’amicizia, la cristiana fraternità, fioriscano in questa città vostra”  (G. la Pira)».

 
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