I candidati di Fratelli d'Italia in via Torre della Razza: «Chiudere i campi nomadi», insulti e minacce di alcuni sinti
Sit-in dei candidati di Fratelli d'Italia alle regionali Tommaso Foti ed Edoarda Ghizzoni con la consigliera comunale Erika Opizzi e altri militanti davanti in via Torre della Razza. Tensione con alcuni sinti che non hanno gradito la presenza dei politici
La presenza dei campi nomadi irrompe con forza nella campagna elettorale delle elezioni regionali del prossimo 23 novembre. In Emilia-Romagna sono, infatti, oltre 50 le strutture realizzate con il contributo economico della Regione che ospitano circa 1800 persone. Nella nostra provincia sono ufficialmente censiti 4 campi nei quali vivono circa 150 tra sinti e rom. Piacenza, dunque, non poteva rimanere estranea alla contesa politica su una questione che si dimostra sempre più delicata. E la posizione di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale è chiara: «Chiudiamo il campo nomadi».
Un conto, però, è parlarne al bar, nelle piazze o anche nelle sedi istituzionali; altro conto è andarlo a dire davanti all’ingresso del campo nomadi di via Torre della Razza, a Piacenza, mettendoci la faccia. L’hanno fatto questa mattina con bandiere, cartelloni e megafono i candidati di Fratelli d’Italia alle regionali Tommaso Foti ed Edoarda Ghizzoni con la consigliera comunale Erika Opizzi e altri militanti e sostenitori del partito nel corso di un sit-in proprio di fronte alle roulotte dei sinti che da anni vivono in via Torre della Razza.
«Avete un bel coraggio a venire qui» hanno detto, furiosi, alcuni dei residenti del campo in un crescendo di tensione che per poco non è sfociata nell’aggressione: «Vi metto sotto con il camion», «vi buco tutti», «veniamo a casa vostra» sono solo alcune delle frasi che si sono sentite questa mattina da parte di un gruppetto di sinti a dir poco infastiditi dalla presenza della manifestazione di Fratelli d’Italia.
«Inaudita violenza verbale, pesantissime minacce fisiche, tentativo di aggressione sventato solo per l'intervento di due agenti della Digos e di due agenti della Polizia Municipale - ha poi dichiarato l’ex onorevole Tommaso Foti - Se il presidio pacifico e autorizzato di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale davanti al campo nomadi non ha avuto conseguenze gravi è solo per il senso di responsabilità dei partecipanti».
E ancora: «Il sindaco intervenga sui responsabili del campo e si dissoci da forme di sopraffazione proprie delle minoranze violente. Sono veramente turbato e scosso dalle parole che ho sentito pronunciare da alcuni nomadi: altro che integrazione. Qui vince solo la legge del più forte non la forza della legge». Presidio pacifico, dunque, ma di certo coraggioso nei contenuti nonostante le contestazioni: “Chiudiamo il campo nomadi” era la frase scritta in azzurro, colore simbolo dell’Italia, sul cartello che i manifestanti tenevano in mano di fronte all’ingresso del campo.
«Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale eleggerà almeno un consigliere in Regione - ha evidenziato il candidato Tommaso Foti - e la sua prima proposta di legge prevederà l'abolizione delle norme che prevedono la realizzazione dei campi nomadi. I milioni di euro che Regioni e Comuni hanno finora speso al riguardo non sono serviti a nulla. Della cosiddetta integrazione sociale, tanto cara alla sinistra, non c'è traccia: mentre le famiglie di molti concittadini faticano arrivare alla fine del mese, la Regione si preoccupa di chi vive ai margini della legge e molto spesso la viola, di chi preferisce l'accattonaggio al lavoro, di chi non ne vuole sapere di accettare regole che tutti gli altri cittadini rispettano».
«Ma ci rendiamo conto - ha poi osservato il candidato di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale - che sempre di più si discriminano i cittadini emiliano-romagnoli che pagano fior fiore di tasse e di balzelli vari? La Regione “rossa” si preoccupa molto dei “fratelli nomadi” e dei “poveri stranieri” ma si dimentica di coloro che sono costretti a subirne le prepotenze e le angherie, quando non le minacce e i furti». «Qui nessuno è razzista nè xenofobo - ha concluso Foti - Non possiamo però accettare che i nostri soldi siano sperperati in questo modo, nè che una minoranza, in questo caso quella nomade, sia tutelata a prescindere».