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I“Piasintein i disan no”: «Confrontarsi è fondamentale. Rimaniamo contro il Ttip»

Il convegno organizzato dalla Lega Nord. Filippo Rossi. «Il trattato è un'opportunità». Rossi Sgoifo: «In Usa la carne subisce trattamenti pericolosi»

Grande successo per il convegno svoltosi ieri sera, venerdì 24 giugno, presso il teatro Trieste. L’evento, organizzato dal comitato “I Piasintein I Disan No”, ha visto confrontarsi alcuni esperti sulla sicurezza alimentare e i rischi connessi ad essa in caso di approvazione del TTIP.  L’acceso confronto, scaturito dalla riflessione “TTIP: pericolo o opportunità?”, ha visto la partecipazione di Carlo Angelo Rossi Sgoifo, professore dell’Università degli Studi di Milano, Irene Maragna, biologa nutrizionista, e Filippo Rossi, ricercatore dell’Università Cattolica di Piacenza. Su un aspetto concordano tutti: «Indipendentemente dall’accordo tra UE e USA, bisogna seguire  un’alimentazione sana e bilanciata. La dieta mediterranea è la migliore».

Uno degli elementi profondamente discussi è il glifosato, che potrebbe essere importato dall’America: «Questo pesticida è considerato cancerogeno - spiega la dottoressa Maragna -. Entro il 30 giugno dovrà essere riconfermato o meno il permesso dalla Commissione Europea, visto che provoca il cancro all’animale e, di conseguenza, al consumatore. Il Ministero della Salute si è espresso negativamente, ma negli Stati Uniti n’è permesso l’utilizzo». Il prof. Filippo Rossi non è d’accordo: «Credo che questo trattato sia un’opportunità per affermare il nostro made in Italy. È curioso sentir parlare dell’erbicida glifosato come cancerogeno. Dal mio punto di vista è un grande amico dell’ambiente, infatti rende sana la pianta riducendo la fatica dell’uomo. Perfino il latte materno è velenoso, contenendo arsenico. Ma se assunto in dose bassa, non fa male. Non facciamoci intimorire da WWF e Greenpeace, che sono multinazionali del terrore».

La pensa in modo diverso il prof. Carlo Angelo Rossi Sgoifo: «Allertarsi è doveroso, infatti gli Stati Uniti stanno nuovamente tentando di sfondare i nostri standard qualitativi. Penso, ad esempio, agli ormoni, che da noi sono vietati dal 1988, ma in USA vengono iniettati direttamente nella carne. Oppure agli antibiotici, vietati in Italia dal 2006, assunti dai manzi americani ogni giorno. Ciò avviene perché i loro bovini hanno lesioni al fegato causate dal maltrattamento nutrizionale, pertanto devono essere curati. Un’altra notevole differenza con i nostri allevamenti è il lavaggio della carne: oltreoceano è permesso trattare le carcasse con elementi chimici, acidi deboli o addirittura irradiazioni». Da Sgoifo Rossi, osservando il panorama europeo, arriva qualche preoccupazione per l’ingresso della Turchia in UE, che potrebbe comportare un importante abbassamento degli standard qualitativi: «In quel paese viene praticato il contrabbando dei bovini. Non può essere compatibile con le nostre abitudini alimentari».

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