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I sindaci: «Dove sono finiti i soldi promessi dal ministro Speranza?»

Fontana (Castelsangiovanni) e Pasquali (Bobbio): «Attendiamo la partenza degli interventi annunciati un anno fa». I vincoli messi dal Governo ai fondi non convincono

L’annuncio del possibile stanziamento del Pnrr per Piacenza – 14,6 milioni di euro – non è stato accolto molto positivamente dai sindaci piacentini. Il criterio scelto dalla Regione per distribuire i soldi – in base alla popolazione presente in ogni singola provincia – non è stato messo in discussione. Ma i “primi cittadini” hanno storto il naso di fronte al fatto che sia stato il Governo a decidere come e dove investire queste risorse. E, inoltre, si chiedono che ne sarà degli interventi già promessi e annunciati nei mesi scorsi.

Sono stati soprattutto la presidente della Conferenza socio-sanitaria e sindaco di Castelsangiovanni, Lucia Fontana, e quello di Bobbio, Roberto Pasquali, a passare all’attacco. «Sono dispiaciuta e amareggiata – ha detto Fontana - l’aspettativa che avevamo nei confronti dei fondi del Pnrr era alta. Non è colpa della Regione e dell’azienda sanitaria se ci troviamo dentro un perimetro vincolante e vincolato. Ne prendiamo atto, il Governo ha individuato pochi obiettivi. “La torta ha già le fette tagliate” senza che i sindaci si siano espressi. I 20 milioni di euro di Speranza – promessi giusto un anno fa - erano ben indirizzati, perché liberi. Quelli li abbiamo distribuiti sulle nostre priorità».

«Già, ma che fine hanno fatto?», si è chiesto il bobbiese Pasquali. «Speranza ha promesso i fondi – ha tuonato - continuiamo a girarci intorno, ma quanto e cosa manca per l’elargizione di questi soldi dal Governo alla nostra Ausl? Ci stiamo facendo prendere per i fondelli. Se finanzio una cosa, da sindaco, in venti giorni i soldi significa che arrivano a destinazione. È ingiusto non sapere dopo un anno dall’annuncio che fine abbiano fatto».

Pasquali ha incalzato anche sul nuovo piano sanitario locale, dopo quello del 2017, approvato per un soffio e oggetto di tante polemiche e discussioni. «Si era anche detto che entro settembre avremmo ricevuto una bozza, per iniziare a parlarne. È tempo di ridiscuterne. Chiedo a Baldino una data certa per vederlo e analizzarlo. Dal 2017 a oggi è cambiato il mondo, la pandemia era impensabile all’epoca dell’approvazione del piano sanitario». Infine, il sindaco trebbiense ha ricordato gli interventi di ristrutturazione attesi nell’ospedale di comunità di Bobbio. «Attendiamo, intanto, che si facciano. Per ora è stata solamente spostata una cucina e nulla più».

Sui vincoli si è fatto sentire anche il centrosinistra. «Capisco il disagio dei colleghi – ha detto il sindaco di Castelvetro Luca Quintavalla - di fronte a un quadro blindato, non per colpa di Baldino. Ma non possiamo permetterci di perdere queste risorse economiche». «Non abbiamo il potere di modificare questa impostazione – è la considerazione di Patrizia Calza (Gragnano) - decisa da un Governo che ha un’ampia maggioranza ma che su questo punto dimostra confusione».

Per Luca Baldino, direttore generale Ausl, 20 miliardi di euro nel Pnrr destinati alla sanità, su 200 miliardi totali, «sono pochi», ma «Piacenza sta ottenendo molto negli ultimi tempi da Governo e Regione rispetto agli altri territori». «Il Pnrr non ha bisogno della nostra approvazione – ha sentenziato il dg - lo fanno lo stesso anche senza i nostri pareri. Non sono pagato per cavalcare il malcontento, non è un modo per risolvere le cose. Sono invece d’accordo per cominciare la discussione sul nuovo piano sanitario».

Baldino ha risposto anche sulle polemiche relative ai soldi di Speranza. «Questo pacchetto di milioni di euro è stato messo sul nuovo ospedale di Piacenza. Dal mutuo che accenderemo per il nuovo ospedale toglieremo i 20 milioni per effettuare gli investimenti sul territorio. Era l’unico modo per ottenere quei fondi». Fontana e Pasquali hanno incalzato: «Cosa si sta aspettando?». «La Regione – ha replicato Baldino –, che deve autorizzare l’accensione del mutuo, ci aveva chiesto di aspettare di vedere cosa prevedeva il Pnrr. Ora l’abbiamo visto e ammettiamo che per la sanità non sono grosse cifre».

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