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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

«I social in politica sono un modo per parlare a tanti»

Il confronto tra Katia Tarasconi (sindaco di Piacenza) e l'ex sindaco di Crema, Stefania Bonaldi

Venerdì scorso, al Teatro Trieste Trentaquattro, i Giovani Democratici di Piacenza hanno ospitato la presentazione del libro di Stefania Bonaldi - ex sindaca per due mandati di Crema, recentemente candidata al Senato della Repubblica - dal titolo "Con la Gente. Dieci anni sindaca di Crema". All'evento, moderato dal Segretario provinciale della Federazione giovanile Andrea Capellini, ha preso parte anche la prima cittadina piacentina Katia Tarasconi. L'intervista alle due sindache, condotta dal Giovane Dem ripercorrendo i capitoli del libro, è stata l'occasione per fare luce sull'attività degli amministratori locali: un lavoro spesso difficile che richiede un grande senso di responsabilità, ma al contempo ricco gratificazioni, come emerge chiaramente fin dalle prime pagine. La domanda con cui si è aperta la serata ha riguardato gli inizi politici delle due ospiti: «Il vostro primo approccio alla politica attiva si può dire sia avvenuto un po' per caso, anche se le due esperienze si sono poi concluse in due modi differenti: per te Stefania, da capogruppo del Pd all'opposizione, mentre per te Katia da assessore della giunta. Questi momenti come hanno influenzato la vostra attività politica fino ad oggi?».

A rompere il ghiaccio è l'ex-sindaca di Crema che racconta di come abbia deciso di candidarsi al Consiglio Comunale della cittadina lombarda, in occasione delle elezioni amministrative del 2007, perché quando era dirigente in un'azienda sociale ha spesso notato come alcuni amministratori fossero «superficiali nel trattare le vicende umane con cui avevano a che fare"; è stata questa presa di coscienza che l'ha spinta a voler mettere a disposizione della sua comunità "la mia esperienza, le mie conoscenze in ambito sociale e le mie convinzioni»; ha poi continuato dicendo che «gli anni di opposizione mi sono serviti per elaborare i miei valori in chiave politica».

Anche per Tarasconi la chiamata alla politica attiva è arrivata nel 2007 e sempre in occasione delle elezioni amministrative che l'hanno vista candidarsi in una lista civica di centro-sinistra per andare ad aumentare il numero di quote rosa presenti. «Alla fine di quell'avventura elettorale sono stata la prima dei non eletti e poco dopo mi è stato chiesto di entrare in giunta; pur non avendo esperienze in questo campo ho deciso di accettare. Quegli anni da assessore e gli ultimi da Consigliere Regionale mi hanno permesso, non solo di conoscere il funzionamento degli uffici amministrativi, ma anche di coltivare relazioni umane importanti che arricchiscono ancora oggi la mia attività da sindaca» ha raccontato.

Con la seconda domanda Capellini, riprendendo le parole di Bonaldi nel libro, ha sottolineato quanto sia importante la politica di prossimità, quella politica che utilizza i social senza farne l'unico mezzo di lavoro perché diversamente il prezzo da pagare sarebbe l'allontanamento dalle persone, dall'esperienza reale e il venire meno della vicinanza fisica; lancia poi una piccola provocazione con una riflessione sulla distanza che a volte c'è tra la politica nazionale e quella locale. Su questo tema l'ex-amministratrice lombarda è un fiume in piena dal momento che la sua decennale esperienza alla guida di Crema le ha insegnato che "la politica di prossimità è naturale per gli amministratori perché noi ci impregnamo delle vicende, dei problemi delle persone e questo, cifra dominante della politica progressista, purtroppo non è così raffinato per gli altri livelli a cui si fa politica. Fare politica significa immedesimarsi ed essere compassionevoli: la politica nazionale deve recuperare questo atteggiamento che già è presente sui territori ". E riguardo ai social afferma «devono solo rendere conto di quello che hai fatto, ma ci vuole il contatto con le persone e con il territorio». Continua ricordando come ogni anno, proprio per rimanere ancorata alla sua città, «abbiamo fatto il giro di tutti e 12 i quartieri cittadini» e come con la sua giunta abbia rivoluzionato il Welfare grazie alla stretta collaborazione con il Terzo Settore nell'individuazione delle risposte più adeguate ai vari problemi presentatesi. La sindaca di Piacenza riflette sulla sua iniziativa "un Caffè con Katia" che la portano ogni settimana a girare la città e «producono sempre molto materiale per i miei assessori". Dalle sue parole si capisce che questo progetto, assieme ad uso mirato dei socials, le permettono di essere percepita dai cittadini come sempre presente e vicina: « i social sono un modo per parlare a tanti» chiosa.

L'intervista è continuata soffermandosi sui temi dei diritti e dei molti vuoti normativi a riguardo. Per Bonaldi, che tante critiche ha dovuto affrontare per aver deciso di fare della sua città un convinto luogo di inclusione, «riconoscere i diritti è il modo di amare delle istituzioni perché più l'ombrello dei diritti copre persone più queste si sentiranno incluse nella comunità. Dove i cittadini sentono di essere fuori dall’ombrello dei diritti, dove troppi individui si sentono esclusi dalla tavola del bene comune, lì aumenterà il livello di indolenza sociale, quella ribellione sottile, nascosta, che spinge gli esclusi a remare contro, che induce chi non si sente rappresentato a limitare lo sforzo di partecipazione. Dove ci sono più diritti, dove c’è maggiore sforzo di interpretare più sensibilità specifiche, dove ogni cittadino si sente chiamato per nome e riconosciuto nei propri sentimenti, ebbene il livello di benessere collettivo non può che crescere», afferma Bonaldi nel libro. Negli anni della sua amministrazione Crema ha infatti avviato diverse azioni significative sul tema, facendo anche da apripista, con coraggio: attenzione a atlete donne e disabili, individuazione di uno spazio per l'espressione di fedi diverse da quella cristiana, un'impronta marcatamente studentesca ed universitaria cittadina, riconoscimento l’iscrizione del secondo genitore delle coppie omogenitoriali, la consapevolezza di come l’integrazione dei migranti sul territorio attraverso piccole soluzioni abitative, quindi una sorta di “accoglienza diffusa”, funzioni meglio del ripartire in blocco sul territorio le persone e tanto altro... Anche la Piacenza di Katia Tarasoni vuole diventare un luogo più inclusivo e accogliente, dove tutti possono sentirsi parte integrante del tessuto sociale; che per la sindaca emiliana "non sono solo quelle fisiche, ma anche quelle ideologiche e sociali".

Durante la serata è stata d'obbligo una considerazione sulla condizione e il ruolo delle donne in politica. "Oggi le donne sindache sono solo il 14,8 % del totale. Esempi come i vostri e quelli di Giorgia Meloni prima Presidente del Consiglio possono iniziare a cambiare la percezione di una politica fatta solo da uomini ed essere esempio per altre donne? Quali complessità avete incontrato?" chiede il giovane segretario.

Entrambe all'inizio della loro attività si sono sentite in difficoltà in un mondo così prettamente maschile, ma con il tempo hanno acquisito sicurezza e  di conseguenza cambiato atteggiamento; tutte e due sono però convinte che il mondo abbia iniziato a cambiare da allora: «quando ero assessore e facevo preposte si diceva che non erano male, ma quando le stesse le faceva un uomo diventavano interessanti; fortunatamente col tempo ci sono state delle evoluzioni dice Tarasconi; Bonaldi dal canto suo racconta che «alle amministrative dello scorso giugno moltissime donne erano candidate nella lista civica e sicuramente vedere una donna che ce l'ha fa è educativo e apre la strada» e poi aggiunge: «le quota rosa devono servire a creare una determinata mentalità».

La domanda conclusiva di Capellini alle due ospiti indaga i lati più difficili dell'essere primo cittadino: «oggi fare l'amministratore locale è anche molto rischioso in termini di responsabilità», rivolgendosi alla sindaca lombarda ricorda due episodi particolarmente difficili raccontati nel suo libro: il dirottamento del bus con a bordo degli studenti come atto dimostrativo e l'episodio dell'avviso di garanzia che l'ha raggiunta nel suo secondo mandato. Nonostante le difficoltà affrontate Stefania Bonaldi non ha dubbi ed è convinta che «anche queste sono esperienze che ti formano». Katia Tarasconi ne approfitta per rimarcare proprio l'enorme senso di responsabilità che si nasconde dietro al lavoro di ogni primo cittadino «perché quando succede qualcosa in città il sindaco si sente responsabile di tutto».

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