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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Il “bilancio” di Foti in Regione nel 2016: 100% di presenze e 230 atti ispettivi

Il consigliere regionale fa il bilancio del suo secondo anno in Regione. «Io candidato sindaco? Sono un personaggio scomodo, darò una mano ma rimango in Regione»

Tommaso Foti, uno dei quattro consiglieri regionali piacentini, fa il bilancio del suo secondo anno in Assemblea legislativa. Un bilancio che parla di 60 sedute su 60 a cui ha partecipato (100% di presenze), 259 interventi in aula, 565 emendamenti (532 sono stati respinti) e 149 presenze nelle varie commissioni, con altri 409 interventi. Foti ha avanzato tre proposte di legge alle Camere, tre progetti di legge, e 50 atti di indirizzo. Oltre a questo anche 230 atti tra interpellanze, interrogazioni e richieste di commissioni speciali: il 16% di tutta l’attività ispettiva dell’Assemblea.

«Sono l’unico consigliere di Fratelli d’Italia a Bologna - spiega lui stesso in una conferenza stampa -, sono in tutte le commissioni e affronto temi che riguardano tutta la Regione. Ovviamente c’è una prevalenza di interventi su Piacenza, ma mi sono occupato anche delle altre province. Sono soddisfatto di aver visto approvare due proposte di disegno di legge: una sull’allarme dedicato ai bambini dimenticati in auto e quella relativa all’abolizione del decreto Clini in merito al caso Carbonext.  Ho avuto risoluzioni approvate, alcune sul Piacentino che riguardavano l’economia, l’agricoltura e il latte, altre sui servizi, le Poste, i trasporti, ad esempio sul pendolarismo per Piacenza e Fiorenzuola».

«Il nostro ruolo in Regione – ha precisato l’ex parlamentare – è di opposizione non solo quantitativa ma qualitativa. Non è fatta soltanto di “no”, ma ho presentato anche idee alternative che hanno avuto consenso da parte della maggioranza. Direi che ho mantenuto fede a un’impostazione politica che mi ero dato: rappresentare il territorio». Cosa c’è dietro l’angolo a Bologna? «Per quest’anno uno degli appuntamenti politici più importanti sarà la discussione sulla nuova legge urbanistica. Si deve anche intervenire come Regione sul sistema di welfare ormai non più sostenibile, e un impegno sulla Conferenza Stato-Regioni: la Regione si deve far sentire sulla gestione dei profughi, troppo onerosa, e sull’immigrazione clandestina che sta creando problemi in tutti i comuni dell’Emilia-Romagna».

Foti non perde di vista anche le questioni politiche locali. «Ho detto fin dall’inizio che personalmente sono disponibile a dare una mano per far tornare il Comune nelle mani del centrodestra. So che sono un personaggio scomodo nel nostro schieramento, la gente però mi ha chiesto di fare il candidato a sindaco, ma non voglio tiratori franchi né franchi tiratori. Starò in consiglio regionale, perciò sono incompatibile con un ruolo da sindaco e assessore. Non sono incompatibile invece con il ruolo da consigliere comunale – Foti lo è tuttora -. Discorso diverso per le Elezioni politiche, che sono tutta un’altra partita, ma anche per quelle non sto facendo alcun “riscaldamento”». Foti fa qualche altra riflessione sull’imminente voto della prossima primavera. «L’unico sondaggio che funziona è quello realizzato da seri istituti di ricerca, a due mesi delle Elezioni, quando si conoscono i candidati. È facile vincere dei sondaggi ora contro gente che non è in lista».

Il discorso Primarie sembra impossibile. «Sarà difficile farle. Cerchiamo un candidato sindaco che riesce ad allargare i voti del centrodestra. Un elettorato che vota Grillo al primo turno, è un elettorato che ha in comune con noi una posizione di opposizione al centrosinistra. Potrebbe perciò essere decisivo per la nostra vittoria al ballottaggio. Non credo molto nei voti del centrosinistra del primo turno che passano a noi. Non possiamo di certo sfondare a sinistra». E, infine, una puntura di spillo agli avversari di sempre. «Incredibile che il centrosinistra uscente, dopo la comunicazione del sindaco Dosi sul suo futuro, non abbia ancora un’idea sul sostituto».

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