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Il Comune attacca la prefettura: «Collaborare non significa asservirsi»

Gli assessori Bisotti, Cugini e Gazzola: «Stiamo facendo il massimo possibile con le forze che abbiamo. Il rafforzamento del rapporto non può essere inteso come mero supporto servile di una istituzione ad un'altra improntata al voglio, posso e comando senza dover rendere conto a nessuno»

Silvio Bisotti, Assessore al Demanio e Patrimoni, Stefano Cugini, assessore ai Servizi Sociali e Luigi Gazzola, assessore al Bilancio e Cultura della legalità, rispondono a tono all'ente di via San Giovanni dopo la riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica al termine della quale il prefetto ha invitato con toni perentori il Comune ad intervenire, tra l'altro, in tempi rapidi per risanare le situazioni di degrado, in primis all'ex mercato ortofrutticolo. 

«Innanzitutto ci sorprende - dichiarano - il taglio autoritario delle disposizioni impartite dalla prefettura al Comune atteso che le competenze e gli interventi necessari  spettano a più soggetti e non possono essere scaricati platealmente sull'ente locale. Ci sembra un ingiustificato accanimento da parte di un interlocutore istituzionale contro il quotidiano impegno di chi amministra. Anche per una questione di coerenza rispetto a quando siamo noi a chiedere controlli e rigore sui soggetti gestori dell'accoglienza profughi, quando supplichiamo interventi per ripristinare la decenza dopo che i sopralluoghi dell'Ausl svelano condizioni da far accapponare la pelle, quando lamentiamo le falle di un meccanismo che permette alle Prefetture di espellere soggetti dai percorsi e trasformarli in fantasmi che vagano in città senza più possibilità di controllo (e vanno a rifugiarsi all'ex mercato ortofrutticolo). Situazioni per le quali non otteniamo né ascolto né interventi conseguenti. Semmai irritazione e reprimende per un assessore che non smette di creare problemi e affinché il Comune resti al suo posto. E' bene che si sappia che le misure urgenti invocate nell'occasione non sono a costo zero ma destinate a gravare in primis su un bilancio che non ha risorse a disposizione e in ogni caso sulle tasche dei cittadini con le quali gli stessi sono già tenuti a sostenere il costo delle porte blindate e delle inferriate alle finestre per far fronte ai problemi di sicurezza che lo Stato non riesce a garantire. Come il sindaco ha già assicurato in sede di Comitato, è in fase di elaborazione, con Seta e Consorzio Agrario, un progetto volto, nei tempi  e previa individuazione delle risorse necessarie, ad abbattere tre costruzioni prossime al terminal degli autobus e a garantire la radicale pulizia dell'ex ortofrutta.

TELECAMERE - «Quanto al potenziamento dei sistemi di sorveglianza è noto che a Piacenza sono già installate 56 telecamere per il controllo del traffico oltre a quelle della Ztl, che le tre telecamere per lettura targhe previste dal Protocollo provinciale hanno un costo di 7mila più Iva ciascuna cui si aggiungono spese di installazione per altri 32mila euro, già finanziate e i cui lavori sono in corso ancorché per una si è in attesa dell'autorizzazione di Anas. Una ulteriore telecamera di questo tipo è in previsione per il 2017 mentre il Piano delle opere pubbliche prevede per i prossimi anni una spesa di altre 700mila per installare telecamere per il controllo del traffico e la lettura di targhe».

POLIZIA MUNICIPALE - «La polizia municipale contribuisce già in maniera determinante alla realizzazione dei servizi di sicurezza sul territorio al pari delle altre forze di polizia dello Stato ed  effettua servizi interforze così come interviene in occasione della commissione di reati di cui un tempo si occupavano esclusivamente le altre forze di polizia. Per non parlare delle attività strumentali e di supporto al corretto esercizio dei servizi di ordine pubblico erogati dai nostri operatori in occasione di manifestazioni ed eventi sportivi. Una collaborazione che per essere implementata, magari con servizi di pattuglia notturna nei fine settimana, necessita di ulteriori risorse che, allo stato, non sono disponibili».

«E' auspicabile - continuano - che a tal fine e affinché si possa attuare fattivamente quanto previsto dal recente decreto sulla sicurezza urbana evocato da via San Giovanni, vengano concretamente forniti gli strumenti necessari non solo sul piano normativo. Sempre che non si pretenda che per attivare le pattuglie notturne si sospenda qualche assegno di cura ai disabili o l'integrazione delle rette per le case di riposo degli anziani per far saltare fuori i soldi che ci chiede il prefetto. Fermo restando che "stiamo facendo il massimo possibile con le forze che abbiamo", ci piace sottolineare che il decreto dello scorso febbraio oltre ad un ampliamento dei poteri del sindaco prevede anche un rafforzamento del rapporto tra Comune e prefettura che non può essere inteso come mero supporto servile di una Istituzione ad un'altra improntata al voglio, posso e comando senza dover rendere conto a nessuno».

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