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Il Comune punta a recuperare Porta Borghetto e a costruire una scuola media al Pontieri

Con questi due progetti l’Amministrazione vorrebbe ottenere un finanziamento da 8 milioni di euro da un bando nazionale di rigenerazione urbana. A Porta Borghetto una foresteria universitaria

C’è un bando nazionale di rigenerazione urbana, che scade il 4 giugno, che interessa molto il Comune di Piacenza, intenzionato a candidare la riqualificazione di due aree delicate del comparto Nord della città. Era necessario il parere favorevole del Consiglio (arrivato a larga maggioranza dopo una lunga discussione, le minoranze astenute) per inserire nel piano triennale delle opere pubbliche i due progetti che potrebbero trovare l’accoglimento del bando. Il primo progetto riguarda la riqualificazione degli edifici della zona sud del Laboratorio Pontieri. Una stima da 5 milioni e 750mila euro per due interventi separati da svolgere, uno nel 2022, l’altro nel 2023. Com’è noto, in quest’area, la Provincia di Piacenza realizzerà un campus scolastico per le scuole superiori (dovrebbero trovare posto i licei Gioia e Colombini e altre palestre, oltre alle due già costruite dall’ente di via Garibaldi).

Il Comune capoluogo penserà invece a portare qui (negli edifici che danno su piazza Cittadella) una scuola media e il bando potrebbe così rispondere a questa esigenza. «Vogliamo ospitare – ha precisato il vicesindaco Elena Baio - 250 studenti dagli 11 ai 13 anni in 2500 metri quadrati ristrutturati con ingresso da Largo Brigata. Un edificio militare verrà ristrutturato, l’altro abbattuto e ricostruito. Poi, 5mila metri quadrati di spazi all’aperto, tra cui verde e parcheggi, che si aggiungeranno ai parcheggi, al verde eElena Baio-19 allo spazio attrezzato per la ginnastica che abbiamo in mente per l’area ex Acna poco distante».

L’altro progetto è la riqualificazione di Porta Borghetto, trasformata in una foresteria universitaria. «È stato il primo pensiero per il futuro di quest’area – ha aggiunto l’assessore all’urbanistica Erika Opizzi -. Ci sono stati dei crolli, l’edificio ha bisogno di manutenzione. Ci piacerebbe avere qui spazi per la formazione». Si parla di un progetto da 2 milioni e 575mila euro per alloggi, aule, biblioteche. «Principalmente spazi universitari che verranno dati in concessione». Complessivamente sono perciò 8 milioni quelli a cui punta il Comune, disponibile ad aggiungere 400mila euro. Intanto l’imprenditore Roberto Carbonetti, che si era aggiudicato provvisoriamente il recupero del bastione, non sembrerebbe più intenzionato a proseguire il discorso. Nella struttura prevedeva di realizzare la “cittadella della musica”, con teatro, sala prove, sala incisioni e anche un ristorante (o pizzeria/pub).

I due progetti nel mirino della Giunta hanno scatenato il dibattito in Consiglio. «Perché il Comune – ha fatto presente Christian Fiazza (Pd) - non chiede di diventare il concessionario della struttura al Demanio? Per i privati è troppo oneroso ristrutturarlo».  «La nostra città ha bisogno di vedere nei prossimi dieci anni sorgere strutture nuove adeguate alla didattica, ma non solo questo», ha osservato Mauro Monti (Liberi), che da preside (dell'Isii Marconi) ha già ascoltato qualche indiscrezione: potrebbe essere la scuola Mazzini a trasferirsi ai Pontieri. Aspetto sul quale il vicesindaco Elena Baio ha preferito passare oltre: «Oggi votiamo per il bando, non per altro, se ne riparlerà», ha tagliato corto.

«Interventi meritori» secondo Sergio Dagnino (M5s), giunti però in Consiglio comunale «molto velocemente e senza anticipazioni, mettendo in condizione commissari e consiglieri di non poter dare nessun apporto». Il consigliere domanda inoltre come mai non siano stati presentati progetti fino al totale del finanziamento possibile da richiedere (pari a 20 milioni di euro), e sottolinea quanto sia determinante incastrare il progetto in una visione più generale – ripercorrendo anche la vicenda di Bastione Borghetto - che contempli le esigenze del mondo della scuola e il futuro di piazza Cittadella. Giulia Piroli (Pd) evidenzia l’importanza dell’opportunità offerta dal bando, auspicando che nella programmazione siano stati coinvolti tutti gli uffici comunali e le realtà interessate, per avere a disposizione tutte le informazioni necessarie. Dalla consigliera arriva anche la proposta a discutere con il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi di una nuova scuola media ad indirizzo musicale: «A Piacenza c’è una forte domanda, avrebbe molte iscrizioni». A prendere la parola anche il consigliere Sergio Pecorara (Gruppo Misto), il quale ha ricapitolato l’iter e i dettagli dei due interventi, confermando il proprio voto favorevole.

Ha tirato il freno sull’acquisizione di immobili demaniali (come Bastione Borghetto) Massimo Trespidi (Liberi). «Pensiamoci bene, abbiamo visto con Palazzo Farnese che non è un affare: la sola ristrutturazione del tetto ci è costata 800mila euro». Trespidi ha però proposto «gli Stati generali della scuola piacentina, da fare tra settembre e ottobre». «La soluzione dei problemi della scuola non riguarda soltanto gli edifici, anche perché tra 15 anni, vista la demografia attuale, non ci saranno problemi di spazi».  D’accordo su questa proposta il sindaco Patrizia Barbieri. «Dopo il Covid sono mutate le relazioni e gli spazi: il mondo della scuola deve riflettere. Bisogna approfondire».

La Lega appoggia quanto deciso dalla Giunta. «Questi sono due ottimi interventi – rileva il capogruppo Carlo Segalini - ma ho poca fiducia nel recupero dell’area del Bastione, non ha mai riscosso entusiasmo. Lì soltanto due Feste dell’Unità e poco altro negli ultimi vent’anni». «Interventi giusti – ha rimarcato Luigi Rabuffi (Pc in Comune) - ma mancano i parcheggi e non si è riflettuto sui bisogni delle scuole. Su Bastione Borghetto abbiamo ricevuto poche informazioni dal Comune sul progetto della foresteria». «Mi aspettavo più entusiasmo – è il commento del capogruppo di Fd’I Gian Carlo Migli - per questi provvedimenti, ad esempio da Dagnino che ha sempre attenzionato la zona nord della città. Sono d’accordo invece che occorre stare attenti all’acquisizione di immobili dallo Stato che poi si faticano a gestire».

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