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Il Consiglio comunale: dismettere una parte delle quote di Pc Expo

Palazzo Mercanti favorevole a una progressiva dismissione: «Altri devono fare la loro parte». Barbieri: «Anche Parma sta mettendo in vendite le quote del suo ente fieristico»

Piacenza Expo, che fare? La società chiede ai suoi soci un pesante aumento di capitale (2,5 milioni di euro). Dal Consiglio comunale arriva un’indicazione: il Comune deve progressivamente dismettere nel futuro prossimo una parte delle sue quote societarie (detiene attualmente il 54%) nell’ente fieristico, per fare maggiormente spazio al mondo economico locale.

Su questo più o meno sono tutti d’accordo a Palazzo Mercanti. Sull’aumento di capitale bisogna riparlarne: il Comune sarebbe chiamato ad aprire i cordoni della borsa, in un momento economico non facile. Proprio per questo per il futuro è necessario – è il parere dei consiglieri – avere un pacchetto di quote meno pesante. «Può scendere la quota del Comune – ha dichiarato Antonio Levoni (Liberali Piacentini), uno dei più strenui difensori dell’attività dell’ente fiere - ma solo se aumenta la partecipazione delle associazioni piacentine». «C’è un “caso Piacenza Expo” – ha aggiunto Nicola Domeneghetti (Fd’I) - solo a causa del mancato versamento dell’Imu e delle fiere annullate nel 2020 per il Covid. Sull’Imu si sono nascoste le cose da parte della governance precedente».

«L’amministratore unico Giuseppe Cavalli non ha lavorato male – è l’opinione del pentastellato Andrea Pugni - ma non può fare da solo. Ogni anno ci sono buchi nel bilancio, non è una cattiva idea integrare l’ente fieristico piacentino con altri. Le due banche – Banca di Piacenza e Credit Agricole – hanno dato una mano e fatto il loro dovere. Altre realtà economiche no. C’è bisogno del contributo di tutti, non solo del Comune. Sull’Imu concordo con Domeneghetti: quelli che gestivano l’ente fiere prima di Cavalli non hanno detto nulla. Chi c’era prima ha nascosto il buco sotto al tappeto. Vergognoso aver scoperto dopo anni che non era stato versato l’Imu».

«Il controllo pubblico – ha preso la parola il capogruppo del Pd Stefano Cugini - deve rimanere su una realtà del genere, poi sulle percentuali si può discutere. Dobbiamo tenere il polso della situazione». «Se non c’era il Covid Piacenza Expo avrebbe visto grandi miglioramenti nei suoi conti – ha fatto notare il capogruppo Fd’I Giancarlo Migli -. D’accordo sulla dismissione di alcune quote del Comune. La situazione di Cascina San Savino è schifosa»

«Chiedo anche io – ha detto Sergio Pecorara (Misto) - una riflessione sull’aumento di capitale. Quando si parla di accorpamento a Cavalli e Copelli si drizzano i capelli, perché chiedono di credere nell’ente fiere. D’accordo con Migli sulla cascina: lì dentro ci dormono anche persone».

«Non so se il futuro ci riserverà la possibilità di garantire altri accantonamenti di bilancio per coprire i passivi delle partecipate come Asp e Piacenza Expo – ha osservato Massimo Trespidi (Liberi) -. Noi dobbiamo garantire i servizi del Comune per i cittadini e il welfare dei prossimi anni sarà complesso». «Al momento attuale – è l’intervento di Roberto Colla (Piacenza Oltre) - non sappiamo nulla delle intenzioni del Comune sull’ente fiere e l’aumento di capitale». Il sindaco Patrizia Barbieri è possibilista sulla vendita di quote. «Anche il Comune di Parma sta pensando di cedere ancora quote della sua fiera, ed è una amministrazione non certo di centrodestra. Nessuno vuole negare un confronto su Piacenza Expo e il suo futuro».

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