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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Il ministro Lupi a Piacenza per Rondoni e i candidati piacentini di Ncd e Udc

Chiusa la campagna elettorale di Nuovo Centrodestra e Udc con la visita del ministro Maurizio Lupi

Il ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi ha chiuso la campagna elettorale di Nuovo Centrodestra e Udc al fianco del candidato presidente alle elezioni Regionali Alessandro Rondoni. Intervenuto nella serata del 21 novembre all’Eurohotel di via Colombo, Lupi ha salutato inoltre i quattro candidati piacentini Giulio Maserati, Alessandro Lanza. Mariangela Casali e Laura Ruscio.

«Ringrazio tutti i candidati che si sono impegnati in questa campagna elettorale – ha spiegato Rondoni -. Abbiamo spiegato l’importanza del cambiamento con il nostro slogan “Meno all’ente più alla gente” e informato del nostro progetto in vista di un grande partito popolare di stampo europeo in Italia. Dobbiamo cambiare la Regione in nome delle famiglie, delle imprese, della burocrazia per cercare di dare risposte al territorio. Ringrazio i quattro ministri di Nuovo Centrodestra e Udc che ci hanno dato una grande mano in campagna. Abbiamo promosso una politica responsabile, siamo orgogliosi di aver costruito qualcosa di alternativo e nuovo proprio in Emilia Romagna».

Il ministro Maurizio Lupi ha fatto un breve resoconto degli sforzi fatti da questo governo, spesso alle prese con scelte doverose. «E’ aumentata la distanza tra politica e cittadini, la cosa che tutti ci chiedono è se “siamo in grado di cambiare, di far sentire la nostra voce”. Più che le parole servono fatti, concretezza, piuttosto che parlare della capacità di incarnare il cambiamento. C’è in gioco il futuro di tutti noi. “La speranza ha due facce – Lupi cita Sant’Agostino -: la rabbia e il coraggio”. La rabbia è legittima, ma dove porta? Noi abbiamo tentato con coraggio di costruire, di metterci in gioco. È aumentato il disagio sociale, è venuta meno la fiducia verso la comunità: purtroppo regna ovunque l’incertezza.  Bisogna tornare a fare cose concrete. Burocrazia oggi è sinonimo di inefficienza e distanza. Le opere si devono fare: purtroppo ci vogliono anni delle volte per alcuni permessi. Il nostro è un progetto che andrà avanti, con la forza delle nostre idee si vince, mentre le idee populiste perderanno. Noi vogliamo costruire qualcosa che rimanga. Per noi la persona è l’unica risorsa che abbiamo e sulla quale dobbiamo costruire».

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