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«Il prossimo governo dovrà continuare con il rigore dei bilanci»

Il presidente della Camera Gianfranco Fini a Piacenza per partecipare a un convegno di Confedilizia. All'hotel Roma l'incontro con i simpatizzanti di Fli. «Non si può rottamare la politica o prescindere da essa»

«Quando si voterà credo che gli italiani chiedano a gran voce un’alternativa a Berlusconi e Bersani, quest’ultimo visto come espressione di una socialdemocrazia che guarda alla sinistra radicale. Ma tanti italiani cercano qualcosa di diverso. Su Berlusconi non do giudizi positivi in questo ultimo periodo. Si deve creare una terza ipotesi rispetto al bipolarismo che, in modo un po’ ripetitivo, riproduce se stesso». Gianfranco Fini, presidente della Camera e leader di Fl, risponde così a una domanda sulle fibrillazioni nel Terzo polo e sul ruolo dell’Udc. Fini parla con i giornalisti all’Albergo Roma di Piacenza. La terza carica dello Stato arriva con una super scorta e accoglie i simpatizzanti piacentini di Fli, che gli regalano un’opera che ritrae il suo volto sorridente. Fini è arrivato a Piacenza per partecipare al Convegno dei legali di Confedilizia, invitato dal presidente Corrado Sforza Fogliani, che si è tenuto alla Banca di Piacenza, alla Veggioletta.

«Piacenza – ha affermato Fini – è la dimostrazione della via che deve essere seguita. Non si può rottamare la politica o prescindere da essa. La politica va migliorata. Oggi, rispetto a un tempo, i partiti sono meno attenti a ciò che si muove nella società italiana: per migliorare la politica, la strada è la sinergia tra esperienze politiche, professionali e la società civile. Parlo di tutte quelle persone che fanno politica non con una tessera in tasca, ma che agiscono nella società come professionisti o nel volontariato. Ognuno dedica qualche ora di proprio tempo a una causa comune. Politica deriva da polis, città, comunità, e Piacenza indica la strada che può essere seguita alle prossime elezioni».

Poi, Fini annuncia la propria convention, il 30 settembre ad Arezzo con l’assemblea dei mille «donne e uomini che possono portare un contributo. Tanti si chiedono cosa la politica fa per noi, è ora chiedersi cosa noi facciamo per la politica, per il Paese». Sulla legge elettorale dice che «non è cambiato nulla». Si attende il varo, se mai ci sarà. Di un possibile Monti bis, Fini dice che questo governo in fondo «è politico o perché è composto da laici che non sono stati eletti ed è sorretto da partiti. Mi auguro che le elezioni, quale che sia la legge elettorale, siano all’insegna del realismo, non è più tempo del libro dei sogni. C’è stata troppa demagogia negli ultimi tempi. Chi vincerà, comunque, non potrà prescindere dall’agenda Monti. E cioè continuare con una politica del rigore dei bilanci e con l’avviare una ripresa che è indispensabile raggiungere». Infine, sulla nascita di un’area di centro, Fini ha risposto che «non si tratta di andare al centro, ma di mettere al centro dell’attenzione l’Italia». Come replica all’antipolitica, in conclusione, il presidente della Camera ha ricordato che «la politica deve ritrovare la credibilità con i fatti e i partiti devono essere più capaci di ascoltare i cittadini, più che fare promesse».

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