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Il sindaco: «Non costruiremo alcun quartiere attorno al nuovo ospedale»

Nove ore di dibattito in Consiglio. La minoranza: «Temiamo altro consumo di suolo attorno nell’area 6». La maggioranza: «No, solo strutture e servizi sanitari, nient’altro». Il Pd: «Non si vada a costruire oltre la tangenziale. L’area 5 verrà sicuramente riempita»

Il centrodestra è convinto, l’area 6 è la migliore e i pareri tecnici sono rassicuranti. Respinte al mittente, per ora, le prime osservazioni delle 14 presentate alla variante che certifica la trasformazione dell’area agricola oltre la tangenziale, dove sorgerà il nuovo nosocomio. Il dibattito è approdato in Consiglio comunale, dopo che in commissione 2 il centrodestra ha mostrato la sua compattezza votando senza riserve. La prima "manche" di seduta è durata dalle 15 alla mezzanotte dell’8 marzo.

Il canovaccio è rimasto il medesimo. Le 14 osservazioni presentate rappresentano, per l’opposizione, spunti di riflessione sullanuovo ospedale-6 scelta dell’area. Le critiche e le contestazioni sono le stesse della commissione 2: il consumo di suolo agricolo (che sottrae terreni a un’azienda agricola), l’andare oltre il tracciato della tangenziale, il rischio idraulico di quell’area, le caratteristiche ritenute migliori di altre aree.

«L’attuale plesso di via Taverna – ha esordito l’assessore all’urbanistica Erika Opizzi - rende impraticabile il suo riutilizzo in loco. Serve un nuovo presidio provinciale con ampi spazi, per l’attività sanitaria e per i parcheggi e il flusso di traffico. Perciò si sono guardate solo le aree cittadine libere». La Giunta fa notare che i tecnici intervenuti in commissione hanno smontato i rilievi mossi dalle osservazioni. «L’attività agricola dell’area non è irripetibile – ha detto Opizzi -, può essere spostata altrove. Il confronto tra l’area 5 e la 6 c’è già stato in una precedente fase. Tutti i pareri tecnici dichiarano senza tentennamenti che l’area non presenta rischi idraulici».

Il sindaco Patrizia Barbieri ha smentito l’osservazione del Cosil (dopo che lo aveva già fatto Francesco Rolleri, presidente di Confindustria). «È una stupidaggine affermare che l’area sia stata scelta dagli industriali, presenteremo querela».

L’azienda agricola “Gli Spinoni”, appoggiata da Coldiretti, Confagricoltura e Confcooperative-Fedagri, difende l’area dalle grinfie «dell’interesse pubblico». «Ci saranno sviluppi legali e risarcitori qua, un contenzioso di sicuro salterà fuori» – ha evidenziato Luigi Rabuffi (Pc Comune) che è contro un nuovo ospedale. «È a rischio l’esistenza dell’azienda agricola biologica di 6 dipendenti, di 25 ettari, devastata dalla sottrazione di 8,5 ettari». L’azienda parla di una stima di danni tra 7 e 10 milioni di euro. «Sicuramente il provvedimento odierno – d’accordo Christian Fiazza (Pd) - verrà impugnato al Tar dall’azienda». Da Samuele Raggi (Pc del futuro) dubbi sul rischio idraulico: «Negli ultimi anni fenomeni piovosi forti, le statistiche di ieri non valgono più». Roberto Colla (Pc Oltre) ha sempre rimarcato, quale soluzione ideale, l’area 5, che non è agricola. «Il contenzioso dilaterà i tempi di acquisizione dell’area 6». Perplessità espresse anche da Giorgia Buscarini (Pd).

La difesa del suolo agricolo è stata però contestata da Andrea Pugni (M5s). «È così indispensabile l’attività qui dell’azienda “Gli Spinoni”? E’ stata difesa da Coldiretti, Confagricoltura e da una parte politica. Poi vedo che c’è un legame con un’altra cooperativa locale. C’è un lobbismo? Tutti la difendono...». «Ma quale lobby – gli ha risposto Cugini (Pd) - si sta parlando dell’interesse pubblico da tutelare, perché questa è l’area più sbagliata che ci sia». «Se essere a favore dell’ambiente – ha aggiunto Rabuffi - del verde, della natura e dell'agricoltura è essere un lobbista…Stiamo togliendo ai nostri figli e nipoti un patrimonio insostituibile».

Nel centrodestra, nessun scricchiolio. «Io ero per quella di La Verza – ha ricordato Antonio Levoni (Liberali) - ma va bene anche questa. La salute pubblica prevale su tutto, anche sui ricorsi. Facciamo alla svelta». «Ogni volta che c’è da prendere una decisione – ha sbottato Michele Giardino (Misto) - c’è una parte di politica che preferisce fare il sindacato del privato. È un dramma della politica italiana». «Queste attività agricole non sono irriproducibili – ha ricordato il capogruppo Fd’I Giancarlo Migli -. La viabilità verrà rivista, con l’obiettivo di mantenere il flusso di traffico sulle arterie più importanti, non certo di farlo passare nelle vie più piccole. E il rischio idrico non c’è: lo dicono i tecnici, che non riscontrano alcun elemento nelle osservazioni che hanno criticato questo aspetto. Da loro parole chiare. Impensabile rifare l’ospedale in un’area urbana».

A chi sostiene che l’area 5 comporterebbe costi minori, risponde Giampaolo Ultori (Liberali). «E' urbanizzata ma prevede comunque opere funzionali importanti per ospitare l’ospedale. Bisognerebbe rifare comunque tutte le opere di collegamento in qualunque posto». Ma Rabuffi sostiene che la spesa per il nuovo ospedale sarà maggiore di quel che si crede. «Di norma ogni posto letto costa 700mila-800mila euro. Piacenza dovrebbe spendere tra i 350 e i 400 milioni di euro, il doppio di quanto ipotizzato». «Se non si è sicuri del rischio idraulico – è l’appunto di Massimo Trespidi (Liberi) - si chieda un altro parere tecnico da terzi, perché il Comune e gli esperti hanno detto che non c’è».

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CONSUMO DI SUOLO, NUOVI QUARTIERI E BUCHI DA RIEMPIRE

Il consumo di suolo è una costante del dibattito. «Negli anni 50 il Psc – ha ricordato Christian Fiazza (Pd) - era pensato per avere ai tempi nostri una città di 160mila abitanti senza estendersi oltre il tracciato della tangenziale. E ora con 103mila abitanti andiamo oltre quel confine, è il primo passo verso l’estensione di Piacenza». «La preoccupazione è che intorno all’area 6 – faPatrizia Barbieri-109 notare Massimo Trespidi (Liberi) - sorgano altre costruzioni. Non vogliamo fare un nuovo quartiere di Piacenza. L’ampliamento urbanistico non ci deve essere in quella zona. Dobbiamo recuperare il centro storico, mica usare la scusa dell’ospedale per costruire un nuovo quartiere oltre la tangenziale». Dal pentastellato Sergio Dagnino la stessa richiesta: «Piacenza è piena di buchi da riempire, non si deve aprire all’urbanizzazione oltre la tangenziale. Non allarghiamo la città senza prima aver riempito i suoi spazi vuoti».

Ma se non si costruirà intorno alla 6, dall’opposizione si fa notare che l’area 5, all’interno della tangenziale, è già edificabile. «È evidente che quando si fa l’ospedale nella 6, il valore della 5 si alza e qualcuno si sfrega le mani – osserva Stefano Cugini (Pd) - perché si potrà costruire in quella zona e verrà riempito presto il buco». «Non vogliamo essere complici – ha spiegato il suo mancato appoggio alle controdeduzioni Andrea Pugni (M5s) - di un consumo di suolo smisurato.

«Se avessimo scelto la 5 – ha puntualizzato dai banchi del Gruppo Misto Michele Giardino - avremmo commesso lo stesso errore di chi ci ha preceduto, incastonandolo laddove già è tutto costruito». «Non ci credo che verrà costruito un quartiere intorno all’ospedale. Le Lega si opporrebbe sicuramente. Quell’area deve servire solo alla sanità», ha chiarito il capogruppo della Lega Carlo Segalini. «Attorno solo strutture sanitarie o verde», è il parere anche di Gianpaolo Ultori (Liberali).

«Il progetto non c’è ancora – è intervenuta anche il sindaco Patrizia Barbieri - ma l'area 6 è deputata alla sanità e ai servizi sanitari. È stata scelta in base alle caratteristiche richieste da Ausl, perché accessibile dalle vallate, vicina all’autostrada e alla tangenziale. L’ospedale del futuro terrà conto che avremo la facoltà di medicina e inizieremo a fare ricerca. Non voglio sentir parlare di nuovi quartieri e di palazzi, non è quello lo spirito della scelta. Vogliamo avere un ospedale che in futuro possa avere lo spazio necessario per una eventuale espansione sanitaria». «Il sindaco ha chiarito – ha ripreso il capogruppo dem Cugini - bene così. L’area 6 non avrà altro tipo di costruzione, se non strettamente necessaria all’ospedale e alla sanità. Non era scontato. Ma questo non toglie il fatto che l’area 5 possa essere sfruttata, in quanto appetibile. Quell’area sarà soggetta a nuovi insediamenti e a consumo di suolo». Il dibattito proseguirà giovedì 11 marzo.

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