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Illuminazione pubblica a Citelum, Cisini: «Gioco al massacro ma noi onesti»

Dopo sei ore di consiglio ad alta tensione arriva l'ok al bando per l'illuminazione pubblica per il rotto della cuffia. Poche ore prima Cofely aveva rilanciato con un'altra offerta. Cisini: «C'è stato uno "strano giochino al massacro" intorno alle proposte». Opizzi (Fd'I): «Avete avuto 12 anni di tempo e ora fate le cose con urgenza». 5 Stelle: «Il capogruppo Pd si vergogna della pratica»

Il "sì" sofferto strappato per il rotto della cuffia in Consiglio Comunale con 16 voti ha sancito l'affidamento al nuovo gestore dell’illuminazione pubblica a Piacenza: sarà la società Citelum, aggiudicataria di Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione), a occuparsi della questione per i prossimi 9 anni, sostituendo dopo 47 anni Enel, il cui bando scade il prossimo 14 giugno. La lunga giornata dell’assessore Giorgio Cisini – da settimane nel mirino di 5 Stelle, centrodestra e dissidenti del Pd – è iniziata già con un colpo di scena in mattinata: a poche ore dal voto in aula del 26 maggio è arrivata in Comune una nuova offerta di Cofely, una delle società che si era già fatta avanti negli ultimi mesi insieme a Enel Sole e Citelum.

Prima di arrivare al “sì” giunta e maggioranza hanno dovuto subire l’ostruzionismo e le critiche di Fratelli d’Italia e 5 Stelle. Secondo l’opposizione la giunta sta delegando il consiglio comunale a esercitare una funzione non sua, decisione – ovvero la scelta di Citelum – che sarebbe facilmente impugnabile da Enel Sole. La decisione, a detta di 5 stelle e centrodestra, spetterebbe ai soli dirigenti degli uffici tecnici. A non convincere è anche il dietrofront improvviso sui progetti: secondo molti consiglieri gli uffici tecnici e Cisini hanno sconfessato i propri convincimenti, dichiarando di pubblica utilità e vantaggiosa in un primo momento la proposta di Enel di project financing, e affermando nuovamente gli stessi concetti sulla proposta di Citelum. Secondo il Movimento  5 Stelle, inoltre, le procedure  di revoca della prima delibera in commissione non sono legittime. Lo spettro di un ricorso di Enel Sole e di una richiesta di risarcimento, secondo l’opposizione, è possibile.

Da dove nasce l’urgenza dell’Amministrazione di votare la delibera con una seduta urgente? Il Comune deve comunicare entro il 27 maggio – cioè poche ore dopo il consiglio -, ovvero entro i 6 mesi previsti per legge, a Enel Sole e Cofely Spa che lo loro proposte di progetto non sono ritenute di pubblico interesse. La corsa contro il tempo della maggioranza si é andato a scontrare con l’ostruzionismo dell’opposizione – in particolare di Fratelli d’Italia, del duo Foti-Opizzi – che ha scandagliato la pratica e le procedure sotto ogni profilo. Il tutto mentre i 5 Stelle hanno sottolineato le preoccupazioni sui 1,2 milioni di euro che il Comune dovrebbe versare a Enel. L’avvocatura del Comune – per voce della dirigente, l’avvocato Elena Vezzulli – ha specificato che il valore residuo ancora da ammortizzare  corrisponde ad 1 milione e 215mila euro, ma il Comune non deve corrispondere niente a Enel Sole. «Alla scadenza del contratto – si legge nella nota - la somma sarà posta a carico del nuovo gestore». Ma qualora il consiglio non avesse deliberato in tempo, lo spettro di un ricorso di Enel Sole sembrava certo.

IL DIBATTITO

«Sei mesi che dovete decidere – ha rilevato Massimo Polledri (Lega Nord) - e ora c’è un’urgenza. La conferenza dei capigruppo non può essere al servizio di un partito e della sua incapacità. Il consiglio è stato piegato a esigenze politiche superiori da parte della maggioranza. Il centrodestra annuncia che d’ora in poi non parteciperà alle conferenze dei capigruppo. Decidete come ne avete voglia». «È un organismo – ha replicato il presidente Christian Fiazza - di natura tecnica e programmatoria: non ci deve essere unanimità. Il presidente si assume la facoltà di decidere in un senso o nell’altro quando non si trova un accordo».

«Avete costruito artificialmente – è il parere di Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) - l’urgenza di questo tema. Se il termine del 27 maggio è perentorio e il consiglio non si pronuncia,  quale sarebbe il danno? Il ritiro della pratica dell’assessore in commissione non è l’equivalente di un ritiro della pratica in giunta. Per aderire a Consip oltretutto non c’è da valutare la pubblica utilità della proposta. Sarebbe stato giusto decidere prima se era di competenza del consiglio o no».  Fiazza ha ricordato che per la prima delibera – ovvero la proposta di affidare l’appalto  ad Enel Sole - si tratta di un annullamento per autotutela voluto dall’assessore Cisini. «Non potete annullare la prima delibera così» - ha sbottato Marco Tassi (Pdl) -.

«In tutte le città la questione dell’illuminazione pubblica – ha replicato ancora Cisini - è travagliata. Se le procedure sono semplici, all’interno le pratiche sono complicate e c’è un “gioco al massacro”. Il faro di tutto è la pubblica utilità: chiunque può presentare pubblicamente le sue offerte sul mercato elettronico. Oppure c’era la possibilità di un project financing: queste erano le due strade. Il Comune di Piacenza fino al 26 di novembre non aveva interpellato nessuno, e riceve un project financing da Enel Sole. Incomincia il “giochino strano” – così l’assessore definisce il rimpallarsi delle proposte - solo quando il 25 febbraio la società convenzionata Consip presenta un’offerta personalizzata per Piacenza. Abbiamo chiesto di fornirci la proposta e consentito alle altre 4 ditte che si erano fatte vive di presentare le loro. Non abbiamo impegnato nessuno ma dichiarato a tutti che avevano come termine il 31 marzo. Due delle quattro ditte hanno solo preso visione, e una sola ha realizzato un progetto serio».

Il “giochino strano” lamentato da Casini è frutto anche dell’ultima novità emersa. Proprio la mattina del 26 maggio, giorno del consiglio, arriva un’ultima proposta da Cofely, che già aveva presentato un suo progetto. «Stamattina è arrivato un rilancio – ha aggiunto Cisini - importante di una della società che aveva progettato il project financing, aumentando gli investimenti e diminuendo il canone annuo. È però una lettera di intenzioni…Possiamo avere dei dubbi. Con questo  “giochino” di rilanci intanto non riusciamo a terminare mai un percorso…». L’assessore ha infine invitato a proseguire su Citelum senza indugi. «Questa è una delibera sofferta, complicata, e persegue l’interesse pubblico».

Ma le parole di Cisini non hanno fatto cambiare idea al centrodestra. Erika Opizzi (Fratelli d’Italia) ha chiesto una sospensiva. «L’atto non ci compete, è viziato. Non possiamo pronunciarci su un documento del genere. Lo dice anche il Consiglio di Stato su un caso analogo al nostro».  Opizzi ha ricordato di aver chiesto durante la conferenza dei capigruppo il parere del segretario generale e dell’avvocatura sulla pratica, pareri arrivati solamente nelle ultime ore dopo un ulteriore richiesta del Movimento 5 Stelle. Al presidente Fiazza le richieste di Fratelli d’Italia non risultavano, almeno stando ai verbali delle conferenze dei capigruppo: la risposta non è piaciuta all’esponente di Fratelli d’Italia. «Ecco perché ci vorrebbe la diretta streaming almeno per le commissioni – ha rilevato Mirta Quagliaroli (5 Stelle), i verbali sono troppi stringati. Costerà, ma non ci sono controversie su quanto diciamo e quanto viene riportato». La sospensiva di Opizzi è stata respinta dalla maggioranza in modo compatto.

«Avete idee poche e confuse – ha richiesto la parola Foti - se per una delibera presentate una cosa del genere. Enel è stata monopolista in questa città per 48 anni, non mollerà a cuore leggero questo servizio. Questa delibera sarà impugnata a prescindere perché un organo non può delegare un altro ad esercitare le sue funzioni». Polledri ha suggerito a Fiazza di interrompere il consiglio e convocare la sua conferenza dei capigruppo per chiarire la situazione e discutere dell’emendamento proposto dalla maggioranza. E così Fiazza ha fatto: alla riunione non ha partecipato il centrodestra. Durante il vertice pare sia emersa la frustrazione del dirigente Giovanni Carini, responsabile del servizio infrastrutture e lavori pubblici, adirato per il continuo balletto sulle delibere. A tal proposito, Carini avrebbe minacciato di rassegnare le dimissioni da responsabile.

La stessa maggioranza ha presentato un emendamento in cui si chiede “di demandare alla giunta o allo stesso servizio infrastrutture e Lavori Pubblici, per quanto di competenza, l’adozione di tutti gli atti necessari ad attuare l’indirizzo del pubblico interesse”. «Cosa è cambiato – ha chiesto ancora Opizzi - rispetto a prima? Sapete cosa avete scritto? Continuate a demandare alla giunta: volete salvare le “chiappe” a Casini. Avevate 12 anni per pensare a una cosa che avete sul tavolo pure da sei mesi. Siete talmente schizofrenici che avete mandato in crisi i dirigenti, perché poi la responsabilità cade anche su di loro. Qua ci sono consiglieri che non leggono neanche le carte e votano. Sulla pipì dei cani parlano tutti, su questioni così importanti ci dite ciò che vi hanno suggerito. Non è un tema politico l’illuminazione pubblica, ma corretta amministrazione. E Cisini ne sa meno di tutti, visto come ha condotto la questione. C’è stata una gestione imbarazzante».

«Questa pratica – ha aggiunto Quagliaroli - è ancora peggiore di quella sull’Asp. Andava gestita un anno fa. Non si può arrivare a tre mesi dalla scadenza di un contratto e svegliarsi. Si poteva allestire una gara e amministrare la cosa in modo corretto. Invece si naviga a vista, questa è una giunta superficiale e incompetente, aiutata da un segretario comunale pagato da noi per fare da stampella. Per lui è sempre tutto regolare». Ancora il pentastellato Gabbiani: «La pezza è peggio del buco. Qua una testa politica dovrà cadere, e manca pure il capogruppo del Pd, si vergogna di questa pratica. Il ricorso di Enel salterà fuori sicuramente, e qualcuno politicamente dovrà pagare. Dovreste essere imbarazzati. Chi vota favorevole alla delibera sarà chiamato in giudizio».

«Dopo due mesi di polemiche – ha rilevato Marco Tassi (Pdl) – ci dite che la pratica è di competenza della giunta? Pensiamo ai problemi di Piacenza». «Figura barbina della maggioranza» - ha commentato Maria Lucia Girometta (Fi) -.

Un altro fiancheggiatore del gruppo dei dissidenti è Stefano Perrucci. «C’è molta stanchezza mentale stasera – ha preso la parola -, si è assistito a tutto e il contrario di tutto. Ci voleva un approccio più attento e strutturato, non dobbiamo stupirci se ci sono posizioni differenti sul tema. Stiamo parlando di tutto tranne che della delibera. Condivisibili le considerazioni di Opizzi e del resto dell’opposizione. Non c’è la necessità da parte della giunta di portare il provvedimento in consiglio comunale. Il dirigente dovrebbe firmarlo: capisco le tensioni che ha subito, ma non compete a noi. Lo dicono numerose sentenze e citazioni che non spetta al consiglio. Stupisce la determinazione con la quale il segretario comunale conferma la delibera. Con molto imbarazzo ci siamo trascinati questa delibera nel tempo. Inopportuno il riferimento sulla responsabilità – di Reggiani, nda -: mi sarebbe piaciuto sentire le motivazioni dal capogruppo Pd, che non vedo in aula».

IL VOTO

Al termine del dibattito Cisini con veemenza ci ha tenuto a ribadire la correttezza del suo comportamento. «Non c’è stata confusione – ha tuonato in aula rivolgendosi al centrodestra -, si è tenuto assieme l’interesse pubblico con la serietà e l’onestà.  Domani mattina magari mi arrivano altre lettere di proposte migliori, ma il percorso è questo. Sono integro, lo dico a quel qualcuno che ha avanzato dei sospetti fin dall’inizio». Intorno alle ore 22 è arrivato – e una volta approdato in aula il (l’ex?) capogruppo Claudio Ferrari – è stato votato il provvedimento e l’emendamento. Il centrodestra è uscito dall’aula poco prima del voto: «Non vogliamo avere niente a che fare con questa pratica» - ha giustificato il comportamento Opizzi.  Con 16 voti favorevoli – quelli necessari – la delibera su Citelum è passata. Non hanno partecipato Perrucci, Sichel e Colla, mentre i 5 Stelle hanno votato contro. Citelum si occuperà dell’illuminazione pubblica per i prossimi 9 anni.

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