rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

«In commissione per dieci minuti solo per prendere il gettone»

"J'accuse" di Tommaso Foti al resto del consiglio comunale durante il dibattito sul bilancio: «Qua in tanti rimangono dieci minuti per prendere il gettone e poi se ne vanno». Cinque consiglieri abbandonano il progetto - fermo da un anno - di una commissione ad hoc per rivedere il welfare, ma la loro proposta viene respinta. E se i consiglieri rinunciassero al gettone della commissione speciale, ferma da un anno?

L’impantanamento del consiglio comunale sulla questione “commissione speciale welfare” è destinato a durare ancora a lungo. Un anno il consiglio propose e votò a favore dell’istituzione di questa commissione "ad hoc" – in carica per soli 4 mesi - per rivedere la spesa del settore più importante e delicato del Comune di Piacenza: i servizi sociali, che impegnano la metà del bilancio dell’ente. Dopo un anno la commissione non c’è e un ordine del giorno presentato dai 5 stelle Tarquini, Quagliaroli e Gabbiani e sottoscritto anche dai “Moderati” Lucia Rocchi e Roberto Colla, ha portato lo scompiglio e acceso il dibattito in aula. I cinque consiglieri hanno infatti abbandonato la lotta e virato verso una nuova soluzione: sfruttare la commissione 3 già presente per rivedere la spesa del welfare.

«Non c’è la volontà politica in questo ente – ha replicato con toni aspri all’ordine del giorno Tommaso Foti di Fratelli d’Italia - di rivedere il welfare. Non si vuole parlare dei problemi che riguardano gli impegni di spesa del Comune. C’è una politica che “scappa” e fugge dalle proprie responsabilità. Non siamo ancora riusciti a organizzare la commissione “welfare” che affronti la questione. Da qua doveva passare la scossa sul bilancio: ne parlavamo un anno fa e oggi non si è mai discusso una volta né nella commissione speciale né nella commissione affari sociali. Bisognerebbe arrivare una conclusione: io propongo una commissione snella, preposta per poco tempo, che si dà linee di guida importanti per lavorare. Se non si può, discutiamone in commissione 3, ma credo che prima che si affronti il tema, finirà il mandato di questa Amministrazione. È un giro di valzer di competenze». Il parlamentare piacentino Tommaso Foti

«È da tempo che io e Colla – ha preso la parola Lucia Rocchi dei Moderati - diciamo di ridurre le spese per questo settore, che coprono gran parte del bilancio dell’ente. È passato un anno da quando abbiamo proposto la commissione speciale. Non c’è problema sul fatto di dare la presidenza a uno della minoranza: l’importante era dare il compito a pochi consiglieri di far passare il bilancio di questo settore. Cugini ci ha sempre ripetuto che sta al consiglio deciderlo, e che l’Amministrazione era d’accordo. Ma volevamo pochi elementi, competenti: ci è stato detto che bisognava ricreare la stessa composizione e divisione per gruppi della 3, allora tanto vale discuterne lì.  O si fa una commissione snella o non ha proprio senso. La commissione 3 al momento fa solo audizioni e basta». La volontà di molti era di avere una commissione speciale con pochi consiglieri, ma le regole impongono di garantire la stessa rappresentabilità di ogni altra commissione.

«La 3 è la commissione delle inutilità. La commissione speciale – ha dichiarato il capogruppo 5 stelle Mirta Quagliaroli - sarebbe un doppione. Usiamo la 3 per fare un bel lavoro, vista che è svuotata delle sue competenze». «C’è un problema di democrazia grosso come una casa – ha commentato Massimo Polledri (Lega Nord) - in questo Comune. Il nostro mandato di istituire la commissione è caduto nel vuoto. Eravamo in dieci a convocare la commissione 3 per parlare di queste tematiche, qualcuno deve spiegare perché non è stata convocata». Secondo Polledri non è la prima che si insabbierebbero le iniziative dei consiglieri: il rappresentante del Carroccio ha ricordato alcuni impegni settembrini: l’audizione del presidente della Fondazione Massimo Toscani e dell’assessore regionale alla Sanità per discutere di Aree Vaste.

«Mi trovo totalmente d’accordo con Foti – ha aggiunto il democratico Stefano Borotti -: non c’era bisogno di un ordine del giorno per un’iniziativa che si poteva tranquillamente intraprendere senza ordini del giorno. Era un messaggio politico quello lanciato un anno fa: mettere al centro una commissione speciale, non tanto per enfatizzare lo strumento, ma per enfatizzare il tema della discussione. Sul welfare maggioranza e minoranza possono trovare punti di contatto. Dobbiamo superare su questa discussione l’approccio ideologico».

Sandra Ponzini, presidente della commissione 3 - quest'ultima accusata di essere stata svuotata dalle sue funzioni - ha ricordato come in un primo momento una buona parte dei consiglieri volessero l’assoluta gratuità della commissione, salvo poi cambiare idea in corsa. «Ci sono tanti partiti e liste civiche in questo consiglio, alcuni sono dei monogruppi. Si è cambiato idea e la commissione è diventata retribuita. Ho svolto con fatica fino ad adesso il mio incarico di presidente: non ricevo risposte pronte da assessore e dirigenti quando giro le richieste dei consiglieri. Avrò delle responsabilità anche io, ma non sono la sola». Sandra Ponzini-2

«È inutile far finta di non capire – ha incalzato nuovamente Foti - le differenze tra le due commissioni. La 3 si può pronunciare solo sugli atti che le vengono passati dalla giunta, oltre che organizzare audizioni. Infatti nella 3 non siamo mai riusciti a fare niente e non si potrà fare quello che voi volete sul welfare. Non è stato deciso da nessuno parte che i consiglieri vogliano la retribuzione – come dice Ponzini -. La proposta parla di una durata di 4 mesi. Non è vero che si scavalca la commissione 3, perché terminata nei pochi mesi a disposizione la sua funzione, la 3 continuerebbe a funzionare. La verità è che qualcuno impedisce di “disturbare il manovratore”. Tutti i consiglieri possono partecipare alle commissioni senza essere pagati, se ne hanno voglia. Non sono gettonati però. La verità è che qua le commissioni si fanno per il gettone: sono in tanti che partecipano solo dieci minuti e poi se ne vanno».

Critico sulla natura dell’intero dibattito il componente del Gruppo Misto Guglielmo Zucconi. «Temo che la commissione speciale finirà come il registro delle coppie di fatto, ovvero chiuso in un cassetto da oltre un anno. Voterò favorevolmente perché stiamo parlando da tempo inutilmente della speciale. Diamo alla 3 il potere di analizzare il welfare, così non ci sono alibi. Stiamo facendo solo una pessima figura».

Ma se i consiglieri rinunciassero al gettone dell’eventuale commissione speciale, facendo risparmiare – un gettone di presenza è l’equivalente di 63 euro a seduta – qualcosa all’ente? Qualche consigliere, fuori dai denti, è pronto a scommettere che senza gettone la commissione andrebbe incontro ad un enorme fallimento. «In altre città è andata così, se non dai il gettone, i consiglieri non vengono». E c’è chi invece sostiene che in tanti vogliano mettere le mani sulla presidenza della commissione speciale tra i banchi della minoranza, a partire da Marco Colosimo (Piacenza Viva). L’ordine del giorno per utilizzare la commissione 3 per la revisione del welfare è stato quindi bocciato: a favore hanno votato Quagliaroli e Gabbiani dei 5 stelle, Colla e Rocchi dei “Moderati”, Giovanni Castagnetti (Piacentini per Dosi), Guglielmo Zucconi del Misto e Sandra Ponzini del Pd.  Rimane ancora da capire se questa tanto invocata commissione ad hoc vedrà mai la luce.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«In commissione per dieci minuti solo per prendere il gettone»

IlPiacenza è in caricamento