rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Botti ex segretario del Pd, l'intervista: "Il mio Pd senza padroni non è stato gradito"

Parla per "Il Piacenza" Botti, ex segretario provinciale del Pd: "Ho creato un Pd senza padroni, dando spazio a tutti: non è stata la linea più gradita, mi faccio da parte". La rivincita del partito? "Cose che interessano alle gente, non discussioni sui meccanismi interni"

«L'idea che ho di partito è quella luogo di "agibilità" per tutti e dove non ci sono padroni: per questo durante il mio incarico ho dato spazio a tutte le sensibilità presenti, tanto che tutti si sono sentiti a casa propria. Non è stata la linea più gradita e ne prendo atto facendomi da parte». Così Paolo Botti, ex segretario provinciale del Partito democratico dimessosi la setimana scorsa (nella foto insieme a Errani), alla vigilia del prossimo congresso provinciale, in un'intervista esclusiva per Il Piacenza.

Alle regionali lei era considerato come il candidato favorito del Pd. Ritiene che a svantaggiarla sia stato un ruolo di primo piano come quello di segretario? «Il ruolo di favorito in politica è sempre un po' scomodo. Sono comunque soddisfatto dell'esito delle elezioni per il partito, anche se in termini di preferenze a me sono andate 4mila preferenze contro le 7mila sono di Marco Carini e le 5mila di Patrizia Calza. Forse i problemi che una forza giovane come la nostra ha vissuto a livello nazionale e locale si sono scaricati un po' sui gruppi dirigente con i segretari che finiscono per fare da parafulmine alle varie tensioni. E' per questo che la figura del segretario possa uscirne logora».

E' possibile che Carini sia stato premiato in quanto considerato "volto nuovo"? «Era la prima volta che mi candidavo, quindi è poco credibile pensare che io rappresentassi il vecchio. Nuovo e vecchio sono comunque categorie che non mi appassionano: bisogna invece concentrarsi sui concetti che un candidato esprime, sulle idee, su quanto ha fatto, sull'esperienza. E' una dinamica, quella del nuovo e del vecchio, che se esiste io non condivido. Mi rifiuto di dare credito ad uno schema del genere perchè si può rappresentare il rinnovamento anche a sessant'anni. E' facile allora cavarsela con semplificazioni e scorciatoie legate all'innovazione piuttosto che ai vecchi modelli, ma così non si va lontano».

Qualcuno le ha remato contro favorendo l'exploit di Carini? «No. C'è stata una campagna elettorale di tutto il partito. Il risultato dimostra che ognuno ha remato a favore di una scelta, non contro qualcuno».

Che Pd nascerà a Piacenza dopo il congresso? «Mi auguro prevalga l'autonomia del partito rispetto all'attività amministrativa, la quale riguarda solo alcune questioni dei più ampi interessi di partito. Questo distinguo netto tra aministrazione e politica dev'essere uno dei fari che guideranno il partito nei prossimi anni. Il Pd, a mio avviso, dovrà poi crescere sul territorio, rafforzando i circoli. Sono queste le idee che vorrei fossero messe sul tavolo al congresso».

C'è qualcosa del vostro progetto che non arriva all'elettorato, visti gli insuccessi del Pd? «L'elettorato capisce sempre benissimo, è il partito che non riesce ad essere compreso e a dare un messaggio chiaro sulla linea politica riformista e popolare. Come ha detto Bersani, abbiamo un profilo ancora poco marcato e dobbiamo caratterizzare di più la nostra identità sulle questioni che interessano i cittadini, come il lavoro e i redditi. Fino ad ora ci sono state invece troppe discussioni interne su meccanismi e regolamenti che non interessano la gente».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Botti ex segretario del Pd, l'intervista: "Il mio Pd senza padroni non è stato gradito"

IlPiacenza è in caricamento