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"Referendum acqua, adesso a Iren servono 2 miliardi di euro all'anno"

Pollastri (Pdl): "Iren ha comunicato che servono 2 milardi di euro per non bloccare le attività. Le conseguenze sono 3: aumentare le bollette, chiedere soldi ai Comuni o tagliare gli investimenti"

"Ha vinto la pausa" è il commento sul risultato del referendum di domenica scorsa del Consigliere Regionale del PdL Andrea Pollastri. “Prendo atto del voto degli italiani – ha detto l’azzurro – ma constato che la campagna elettorale è stata condotta sul rischio di una catastrofe nucleare dopo quella di Fukushima e sul timore di una privatizzazione dell’acqua che avrebbe fatto schizzare in alto il costo delle bollette.”

NUCLEARE - “Oggi, a bocce ferme, - prosegue – si scopre che entrambe queste paure sono fasulle: malgrado Fukushima il Governo giapponese ha confermato la produzione di energia nucleare, segno che hanno riconosciuto che il disastro non è frutto del nucleare in sé, bensì di una condizione eccezionale, lo tsunami, eventualità che, fortunatamente, in Italia non può avvenire per ragioni geofisiche. Il rischio che si profila è, invece, la carenza di energia elettrica e l’aumento delle tariffe per comprare l’energia all’estero, dove la producono con le centrali nucleari.”

REFERENDUM SULL'ACQUA - “Quanto all’acqua – afferma ancora - si sta verificando l’esatto contrario di quanto propagandato dai promotori del referendum: posto che l’acqua è un bene pubblico e lo sarebbe stato anche in caso di sconfitta dei “Sì” (la privatizzazione, infatti, riguardava la gestione, non il bene in sé), adesso le multiutilities, carrozzoni a maggioranza pubblica che beneficiano del monopolio che hanno nel territorio di competenza, si trovano senza l’importante apporto di risorse economiche che avrebbero potuto portare i privati. Già Iren ha comunicato che servono 2 miliardi di euro all’anno per non bloccare le attività e Hera, il colosso che gestisce i servizi nel’Emilia centrale ed in Romagna, ha espresso il rammarico perché l’ingresso dei privati avrebbe consentito di sanare il buco di bilancio.

QUALI CONSEGUENZE? - Le conseguenze possibili sono tre: aumentare le bollette (proprio quello che si voleva evitare), chiedere nuove risorse ai Comuni (che però non ne hanno), tagliare gli investimenti. Delle tre strade la più “politicamente” percorribile è la terza, con gravi ripercussioni sulla qualità del servizio, il rinnovamento e al manutenzione degli impianti e l’occupazione.” “Ci aspettiamo – chiosa sarcastico Pollastri – che ora i promotori ci dicano dove andare prendere l’energia che manca al nostro Paese e dove andare a reperire le risorse che servono alle multiutilities pubbliche dell’acqua, oppure che trovino le risorse per evitare i rincari delle bollette di luce ed acqua!”

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