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Irregolarità all’Istituto zooprofilattico, Foti: «A quando la sostituzione dei vertici?»

Il consigliere chiede alla Giunta quale giudizio esprima sulla relazione redatta dal gruppo di lavoro insediatosi dopo che le Regioni Lombardia e Emilia-Romagna hanno avviato la verifica ispettiva sull’Istituto

Dopo le due segnalazioni anonime, risalenti alla fine del 2015, su “possibili irregolarità nella gestione di alcune attività dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna (Izsler)”, le due Regioni hanno avviato una verifica ispettiva. La Regione Lombardia, territorialmente competente, ha formalizzato la costituzione di un gruppo di lavoro, a cui hanno partecipato due funzionari della Regione Emilia Romagna, che ha concluso la verifica il 15 dicembre 2016, redigendo una relazione conclusiva inoltrata alla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna il primo febbraio 2017 e che la Regione Lombardia ha trasmesso alla Procura della Repubblica di Brescia e alla Corte dei Conti di Milano, competenti per territorio, e al ministero della Salute, in quanto l'Istituto rientra tra quelli vigilati dal ministero stesso.

Ne dà notizia Tommaso Foti (Fdi-An) in un’interrogazione, dove riferisce che l'attività istruttoria ha fatto emergere, come risulta dalla relazione, diverse “criticità: procedura di attribuzione delle borse di studio; procedure di reclutamento del personale; utilizzo improprio delle autovetture di servizio; attività di controllo svolte dall’Istituto; riserve da utili di esercizio; dimensione dell’attività privatistica; convenzionamenti e scontistica; trattamento degli animali; attribuzione dell’incarico di responsabile della prevenzione della corruzione”.

Per quanto riguarda le borse di studio, - scrive il consigliere - la relazione ne prende in esame due in particolare, esprimendo dubbi, per quanto riguarda la prima, “sulla stessa motivazione” della sua attivazione, “sul fatto che altri titoli di studio potessero risultare coerenti rispetto al titolo richiesto”, che i componenti della commissione non avessero nel proprio curriculum “alcuna competenza” nella materia oggetto della borsa di studio, ma anche sulla seconda emergono perplessità, si rileva infatti che la scelta è fatta “senza motivazione”, “ ….a fronte della disponibilità di più idonei, anche con titolo di studio di maggior spessore (laurea magistrale)…”.

Proprio sull’attribuzione delle borse di studio, la relazione - chiarisce Foti - si conclude con la raccomandazione “che la procedura…. sia modificata, prestandosi attualmente ad evidenti potenziali abusi…”. E’ poi la volta dei concorsi per l’assunzione di personale dipendente. Sulla base degli esposti - scrive il consigliere - il gruppo di lavoro ha preso in esame le posizioni di tre dipendenti: per il primo - segnala Foti - si rileva che “il bando fa sospettare una ‘personalizzazione’ dei requisiti di ammissione;… per ridurre indebitamente la platea dei partecipanti” e che “il compenso risulta molto elevato (285.000 euro per i tre anni); non sono indicati i criteri seguiti per la sua determinazione e non emergono elementi sufficienti per valutarne la congruità”.

Nel secondo caso, alla prova d’esame - evidenzia l’esponente di Fdi - si sarebbe presentato un unico concorrente “che, a fronte di una prova peraltro di livello molto basso, come emerge dai documenti acquisiti, è risultato vincitore” e che, “subito dopo l’assunzione, ha richiesto la mobilità ‘dalla sezione di Forlì a quella di Bologna’.… per avvicinamento alla residenza, nello stesso periodo in cui la sezione di Bologna lamenta una notevole carenza di personale; il direttore generale accoglie quindi la richiesta di trasferimento. Quanto poi il trasferimento di un fattorino abbia potuto concorrere a ‘rafforzare’ la sezione di Bologna, a fronte di quanto evidenziato dal relativo responsabile, nulla emerge dagli atti”. E anche per il terzo caso - riporta il consigliere - l’esposto parlerebbe di un’assunzione “tramite un presunto concorso ‘pilotato’", mentre la relazione, pur non entrando nel merito del concorso, si soffermerebbe sul fatto che la concorrente, prima dell'assunzione a tempo indeterminato, “era risultata assegnataria di diverse borse di studio richieste sempre dallo stesso dirigente dell’istituto”.

La relazione, inoltre, per quanto concerne il reclutamento del personale, - cita ancora Foti - rileva la necessità di “adeguare la normativa interna alla legislazione nazionale, prevedere la pubblicazione dei curricula di tutti i dirigenti dell'Istituto nel sito istituzionale, ma soprattutto prevedere, per il futuro, ‘bandi e avvisi con requisiti di ammissione più generali e oggettivi’ con rispetto degli obblighi in materia di conflitti di interesse”, così anche per l’utilizzo delle auto di servizio, emerge come “il regolamento non risulti aggiornato rispetto al più recente quadro normativo in materia” e come “il direttore generale, pur non avendo un auto assegnata direttamente, facesse uso delle auto aziendali con autista “oltre che per un utilizzo per ragioni di servizio, come espressamente indicato, anche per ragioni quali ‘stazione’ o ‘centro/città/via Volta ecc.’ senza altre indicazioni”.

Per quanto poi riguarda il dimensionamento dell’attività privatistica, nella relazione – aggiunge l’esponente di Fdi - si evidenzia una “prevalenza dell’attività rivolta ai privati sull’attività ordinaria in violazione del principio sancito dalla legge”, mentre sulle "riserve da utili di esercizio destinati ad investimenti", "che il bilancio 2015 quantifica in 122.195.407,84 euro”, si osserva che “‘non possono che provenire dai ricavi ottenuti per prestazioni a pagamento a soggetti privati, salvo evidenze non in nostro possesso, non si può non notare la circostanza che un ente pubblico di diritto sanitario accumuli riserve con proventi derivanti da attività svolte avvalendosi del finanziamento pubblico’ ”.

Sui potenziali conflitti d’interesse, la relazione - riporta il consigliere - evidenzia “…la carenza dei meccanismi di controllo….che hanno addirittura portato alla sottoscrizione in qualità di dipendente dell'Istituto di relazioni rese a privati per finalità di difesa in giudizio”, ma emergono anche dubbi sul fatto che “i tecnici sapessero benissimo a quali aziende appartengano i campioni analizzati”. Si passa poi al trattamento degli animali, che durante un controllo ufficiale presso la sede dell'Istituto, effettuato a sorpresa in data 29 agosto 2016, - riferisce Foti - avrebbe evidenziato elementi di mancata conformità alle norme di legge”, per cui la commissione avrebbe invitato “a provvedere all'allestimento di strutture di ricovero degli animali, idonee, per dimensioni e attrezzature, alla detenzione degli stessi in condizioni di benessere”.

Da ultimo, la questione del conferimento dell'incarico di responsabile della Prevenzione della corruzione allo stesso direttore generale, una concentrazione di funzioni - scrive tra l’altro il consigliere, riportando le considerazioni della relazione - che si porrebbe in contrasto con la legge tradendone lo spirito, “nella misura in cui estromette l'organo di indirizzo da ogni forma di partecipazione alla costruzione del sistema di prevenzione”. Di queste constatazioni, una serie di domande. Foti vuole innanzitutto conoscere il giudizio della Giunta sui contenuti della relazione e se, alla luce delle “gravi irregolarità evidenziate”, si intenda concorrere alla sostituzione dei vertici dell’Izsler. Il consigliere chiede quindi se, prima degli esposti, siano stati effettuati altri controlli all’Istituto e in che data, e se, a fronte di una riserva da utili di esercizio di oltre 122 milioni di euro iscritti a bilancio, la Regione intenda diminuire i propri trasferimenti.

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