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«Iter tecnico e non politico, non potevo avere un ruolo sulla moschea»

L’assessore all’urbanistica Opizzi: «Lascio valutare al sindaco il mio operato, pronta a dimettermi se lo ritenesse giusto». Riferendosi alle critiche leghiste: «Non commento lo spettacolo delle ultime ore, voglio chiarire ai piacentini»

«Il capannone della Caorsana trasformato in moschea non è una scelta politica mia e della Giunta, ma la fine di un percorso tecnico sul quale non posso intervenire». L’assessore all’urbanistica Erika Opizzi esprime la sua posizione in merito alla trasformazione del centro culturale della comunità islamica di Piacenza a “moschea”. Lo fa soprattutto dopo gli attacchi ricevuti dal “fuoco amico” della Lega, che ha chiesto spiegazioni sulla pratica.moschea piacenza centro di preghiera islam-2

«Il nuovo Psc del 2016 – ha esordito l’assessore in una conferenza stampa dedicata a questa delicata vicenda - approvato ai tempi della Giunta Dosi, permette la classificazione di quelle aree produttive (come la Caorsana) a “luoghi di culto”. In questo modo il capannone già utilizzato come sede del centro islamico, poteva ambire a diventare una moschea. L’assessore ai quei tempi era Silvio Bisotti e mi trovavo all’opposizione. Secondo le stesse direttive votate in quel Psc, per una serie di ragioni, il centro della Caorsana poteva, ma quello di via Mascaretti, no».

L’assessore si difende. «Non avrei mai potuto avere un ruolo determinante in questo percorso, sfido a trovare una mia firma su qualsiasi atto. Da novembre 2010 quel capannone è stato acquisito dall’associazione islamica di Piacenza. Da quel giorno è stato utilizzato anche come luogo di preghiera. Stando all’opposizione ho sempre criticato i centri islamici mascherati da moschee. Non ho mai condiviso il mancato rispetto delle regole: sappiamo che ci sono luoghi di culto abusivi in città». Ma ora la comunità musulmana si è voluta regolarizzare a tutti gli effetti.

Con il Psc modificato si è infatti aperta una possibilità per l’associazione. «Nel maggio 2019 è stata presentata la Scia con la richiesta di cambio di destinazione d’uso. C’erano, tuttavia, alcune carenze formali nei documenti presentati. L’associazione ha ripresentato nel marzo 2020 una nuova Scia. Sono state richieste altre integrazioni nel corso dei mesi dagli uffici e il tutto è stato revisionato. Ad agosto la definitiva integrazione ha portato l’istruttoria alla chiusura nello scorso autunno». Così la comunità ha concluso l’iter.

A dare manforte all’assessore anche il segretario generale del Comune di Piacenza, Roberto Maria Carbonara. «Confermo – ha detto il dirigente - che non è intervenuta alcuna scelta politica sulla vicenda. Sono meri automatismi tecnici di una scelta fatta in un altro momento. Se l’assessore fosse intervenuta per bloccare, sarebbe stato scorretto il suo comportamento. Sono passaggi tecnici che non ammettono discrezionalità». «Tanto è vero – ha ripreso Opizzi - che sono pratiche che non vengono neanche inoltrate all’assessore. Non accedo al portale dove presentano queste documentazioni al Sueap. L’unica cosa che posso fare, nel mio ruolo, adesso, è controllare la veridicità dei contenuti della Scia».

Incalzata sulle critiche provenienti dagli alleati del Carroccio, Opizzi guarda oltre. «Sono qua in veste di assessore per dare spiegazioni ai cittadini, dalla discussione politica mi tengo fuori. Sono l’assessore di tutta Piacenza. Lo spettacolo a cui ci hanno fatto assistere in queste ore lo lascio discutere agli altri. Ai partiti la libertà di prendere le proprie posizioni».

Si vocifera che l’assessore abbia presentato le sue dimissioni al sindaco dopo le polemiche interne al centrodestra. Corrisponde a verità? «Non ho presentato le mie dimissioni – risponde Opizzi -. Sono venuta qui in Comune per offrire i chiarimenti tecnici necessari ai piacentini (parlando con la stampa, nda). Credo di aver operato in maniera corretta, lascio al sindaco la valutazione del mio operato. Se mi chiedesse di dimettermi non avrei difficoltà a farlo, ma non ho presentato le mie dimissioni. Ho sempre relazionato il sindaco e la giunta sulle pratiche di mia competenza e di cui sono a conoscenza».

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