L’assessore Gazzola cerca il sindaco su Facebook per scuotere il centrosinistra
Il messaggio dell’assessore al bilancio rivolto ai colleghi del centrosinistra sui social nasconde una riflessione più ampia: «Aaa sindaco cercasi. Si è partiti col piede sbagliato, non c’è un uomo della provvidenza»
Luigi Gazzola, assessore al bilancio - al momento senza alcuna casacca politica (ex Italia dei Valori) - prova a scuotere il centrosinistra, alle prese con una drammatica impasse nella scelta del candidato a sindaco. Lo fa su Facebook, lanciando l’annuncio: “Aaa sindaco cercasi”. Il provocatorio messaggio dell’assessore nasconde una riflessione più ampia. «Dice l'art. 49 della Costituzione – scrive Gazzola - che "tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale". Il soggetto sono i cittadini, lo strumento è il partito, il modo è democratico, il fine ultimo è la politica.Aver perso di vista o frainteso questo assetto (ad esempio considerando il partito come fine da mettere innanzi a tutto), è probabilmente alla base delle difficoltà che le forze politiche incontrano nell'individuare un programma, una coalizione, un candidato. Quella che dovrebbe essere una fase di grande effervescenza lascia il posto ad un clima di depressione generale. Intanto perché i partiti tradizionali scontano l'incertezza che deriva dalla loro scarsa credibilità (che hanno fatto di tutto per perdere), ma soprattutto per l'eccesso di delega di cui sono gravati da cittadini disillusi che preferiscono stare a guardare e a dire che le cose vanno male come alibi al proprio disimpegno.
Giunti ormai alla fine di un ciclo politico-amministrativo occorre recuperare autostima prima di tutto come cittadini. E' fondamentale, per favorire un nuovo impegno civile che può ripartire solo dalle città con un programma elettorale comune concreto e innovativo che possa innescare una voglia di partecipazione tutto sommato ancora viva anche se non diffusissima. Mettere insieme esperienze, competenze e capacità fuori da logiche di potere e di risentimento. Per superare un certo cinismo mascherato da politica che i cittadini, avendo da tempo mangiato la foglia, riescono benissimo a riconoscere. Serve insomma una responsabilità collettiva per offrire alla città una proposta autorevole.
Pare invece che si sia partiti col piede sbagliato. A parole tutti sono contro la personalizzazione della politica ma ancora una volta si parte, in autonomia, dall’individuazione del candidato, di una figura nuova perciò affascinante, di un uomo della Provvidenza cui affidare la croce. Perché poi di questo si tratta. Offrire a qualcuno la possibilità di dire a qualcuno la possibilità diventare il bersaglio di tutte le critiche tanto da destra come da sinistra, senza nessuno che ti difenda perché “hai voluto la bicicletta, adesso pedala…”.
Si cerca un personaggio la cui credibilità derivi in primo luogo dal non aver mai fatto politica perché questo peccato originale di per sé solo è squalificante. Pazienza se non conosce la realtà di cui è chiamato ad occuparsi, l’esperienza è pregiudizievole. Ma costui o costei avrà bisogno di tempo per imparare il mestiere. Un tempo perso per dare le risposte che la città attende con urgenza.
Un lavoro serio non può permettersi protagonismi e velleità individuali ma richiede lavoro di squadra. Una squadra di cui il sindaco è il capitano e a cui spettano le scelte finali. Ma la serietà del lavoro prima che dal primus inter pares non può prescindere da una alleanza con la città, un patto sociale perché la sfida può essere solo collettiva. Non è più tempo di salvatori della patria e di uomini della provvidenza. Solo la buona politica può essere salvifica. Per questo serve subito un programma condiviso, una squadra competente e soprattutto la rimessa in moto di energie di cittadinanza che superino l’inadeguatezza dei partiti. Questo devono fare alla svelta sinistra e centrosinistra, superando divisioni interne ed esterne. Solo a valle di ciò trovare un candidato sindaco che sia umile, credibile ed equilibrato, soprattutto consapevole di cosa lo attende. Perchè la cosa peggiore sarebbe cominciare a costruire un castello di facili promesse senza curarsi di dove poggiano le fondamenta. C'è sempre il rischio che il crollo delle illusioni generate abbia effetti devastanti. La storia dovrebbe aver insegnato qualcosa. Dire la verità su come stanno le cose è meglio che raccontare balle anche se tanti preferiscono farsi tirare per il naso con le false promesse per poi scoprirsi traditi e indignati».