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La prefettura di Piacenza è salva: sindacati soddisfatti

I 23 uffici del governo a rischio cancellazione non verranno toccati da alcun provvedimento. Cgil, Cisl e Uil: «Ritireremo la manifestazione dell’11 dicembre»

Cgil Cisl e Uil esultano alla luce del comunicato del Ministero dell’Interno del 4 dicembre: le prefetture a rischio, tra cui quella di Piacenza, non chiuderanno.  "Grazie alla grande mobilitazione dei lavoratori – spiegano le tre sigle - il Governo farà marcia indietro su un provvedimento sbagliato che rischiava di cancellare presidi essenziali di sicurezza, legalità e tutela sociale in tanti territori". Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Pa sono impegnate da mesi a difesa dei cittadini e dei 1.300 lavoratori dei 23 uffici territoriali del governo che l'esecutivo minacciava di chiudere: Teramo, Chieti, Vibo Valentia, Benevento, Piacenza, Pordenone, Rieti, Savona, Sondrio, Lecco, Cremona, Lodi, Fermo, Isernia, Verbano-Cusio-Ossola, Biella, Oristano, Enna, Massa-Carrara, Prato, Rovigo, Asti e Belluno. "Intere comunità locali avrebbero visto lo Stato arretrare, proprio nel momento di maggior bisogno, rischiando di rimanere scoperte di fronte alle emergenze e agli allarmi legati alla minaccia terroristica e alle esigenze di integrazione e coesione sociale connesse ai flussi migratori. Nei fatti il Governo si è impegnato a presentare un emendamento alla legge di Stabilità per modificare la norma (contenuta nella legge sulla spending review di Monti) che impone la riduzione delle prefetture. E il Ministero dell'interno ritirerà lo schema di Dpr con l'elenco delle 23 sedi da sopprimere"- Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa informano che a fronte degli impegni messi nero su bianco dall'esecutivo hanno revocato la manifestazione nazionale prevista per l'11 dicembre prossimo. "Ora verificheremo che il governo dia attuazione a quanto comunicato ufficialmente. E ci batteremo per una riorganizzazione seria degli uffici territoriali: per garantire più sicurezza e più protezione servono investimenti, innovazione e valorizzazione delle professionalità". 

IL COMMENTO DEL PARLAMENTARE MARCO BERGONZI (PD)

"Come preannunciato circa 2 mesi fa nonostante alcuni scetticismi, la ventilata soppressione della Prefettura di Piacenza, con tutto ciò che ne sarebbe conseguito è scongiurata. Sono particolarmente soddisfatto che l'aver lavorato non come singoli, ma come insieme di tutti i territori a "rischio di soppressione", si sia rivelato efficace. Come Parlamentari delle 23 Province interessate, ci siamo riuniti diverse volte, abbiamo incontrato i Ministri Alfano e Madia, abbiamo chiesto di reperire a livello centrale quelle risorse che si riteneva di risparmiare tagliando localmente, abbiamo affrontato insieme la questione, non solo con le specificità di ciascun territorio (ognuno aveva le sue buone ragioni per mantenere la propria Prefettura; in taluni casi, anche più forti delle nostre), ma con un obiettivo più ampio della semplice difesa di chi rappresenta un territorio potenzialmente a rischio di "tagli", un intento riformatore.

Evidenziando l'inutilità di tagli spot, è via via cresciuta la consapevolezza della necessità di riformare la presenza dello Stato sul territorio: siamo sicuri che tra le Prefetture e le Questure, ad esempio non vi siano funzioni analoghe? Che potrebbero essere svolte da un solo ufficio, anziché due? Troppi compiti burocratici e "gestionali"  impegnano personale in divisa (il 40%); i poliziotti vengono addestrati per fare altro; c'è un grande domanda di sicurezza, di presidio del territorio, abbiamo bisogno di recuperare poliziotti dagli uffici e della loro presenza in strada (ed ovviamente anche di fornire loro dotazioni e tutele adeguate). In Europa, nelle Questure, solo il 60% del personale appartiene alle forze di Polizia (il resto sono impiegati civili); in Italia ill 95%: occorrono cambiamenti che sollevino il più possibile personale in divisa dagli uffici a beneficio dei prioritari compiti di istituto: attività investigative, di intelligence e controllo del territorio; il tutto a beneficio della sicurezza dei cittadini. Pertanto l'aver difeso con successo, la presenza dello Stato a Piacenza, a cominciare dalla Prefettura, non è un punto di arrivo, ma di partenza: infatti, all'inizio del nuovo anno, con il gruppo dei parlamentari che ha seguito la vicenda torneremo ad incontrarci, per dare il nostro contributo a quella riforma complessiva del sistema, che riteniamo importante e non rinviabile.
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