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La Provincia torna ad assumere tecnici, amministrativi e cantonieri

Il presidente Rolleri: «L'ente volta pagina, siamo tra le poche province in Italia (e la prima in Emilia-Romagna) che ha la carte in regola per presentare un piano occupazionale». Nel 2018 verranno assunti 18 dipendenti (17 a tempo indeterminato)

La legge di Bilancio ora permette una svolta e la Provincia di Piacenza – che ha i conti in regola  – può permettersi di pensare di aumentare la sua forza lavoro presentando un suo piano occupazionale. Piacenza è la prima provincia in Emilia-Romagna ad iniziare le procedure per assumere nuovi dipendenti. «Potenzieremo le funzioni fondamentali - ha spiegato il presidente Francesco Rolleri -, siamo tra le pochissime province in Italia con un bilancio a posto, perciò avremo nuovo personale tecnico e nuovi cantonieri. Mettiamo così fine a un blocco delle assunzioni che durava dai tempi del governo Monti del 2012. In questi anni è stata indebolita la capacità operativa della Provincia. Se escludiamo il personale trasferito alla Regione, dal 2012 l’ente ha perso 122 dipendenti, con 55 prepensionamenti per salvaguardare l’equilibrio di bilancio e gli altri cessati per quiescenza o mobilità. Oggi sono 127 i dipendenti in forza all’ente. Abbiamo subito un pesante depauperamento ed effettuato sforzi notevoli fatto in questi anni per continuare a svolgere al meglio le funzioni assegnate dalla legge Delrio».

La riforma Delrio nel 2014 chiese infatti di dimezzare la spesa per il personale entro quell’anno. «Noi, per salvare il bilancio, abbiamo fatto di più – ricorda Rolleri -, tirando la cinghia fino al limite, approvando sempre bilanci sani e continuando a investire in un quadro difficile. Siamo una delle poche province in Italia in queste condizioni. Oggi però svoltiamo pagina, chi ha bilanci sani può tornare ad assumere. Noi siamo tra le prime province in Italia che possono farlo, possiamo così potenziare alcune funzioni strategiche. Con il nuovo assetto organizzativo investiremo il 50% dei risparmi sulla spesa per il personale, ovvero quasi 500mila euro. per potenziare alcuni settori della Provincia. Ovviamente servirebbero più risorse economiche e umane per far fronte a tutti i bisogni. Si tratta però di una prima significativa inversione di tendenza».

I NUMERI

«Si può tornare ad assumere – ha spiegato il direttore generale della Provincia Vittorio Silva - se il piano occupazionale rientra nei limiti di spesa della legge Delrio, ovvero non deve andare oltre la metà della spesa del personale sostenuta nel 2014, anno della riforma. La Provincia così diventa sempre di più “Casa dei comuni”, un ente che governa il territorio, progetta e investe su infrastrutture e scuole e coordina – per l’appunto - i comuni». Un sondaggio dell’ente rivolto ai comuni piacentini (hanno risposto 40 comuni su 46) ha segnalato le urgenze ed esigenze del territorio anche per quanto concerne le nuove assunzioni. «Ci chiedono di concentrarci sulla centrale unica di committenza, la progettazione di opere pubbliche, la formazione dei dipendenti comunali, la ricerca di finanziamenti europei, l’ufficio legale, e nell’offrire un aiuto conoscitivo sul piano urbanistico». Silva ha sottolineato la redistribuzione della struttura interna della Provincia, che si specializzerà su edilizia scolastica e viabilità. «Avremo così due dirigenti, due settori diversi. Prima erano uniti. Avrà un nuovo  assetto organizzativo anche la centrale unica di committenza, che verrà potenziata. E avremo un settore dedicato a tutte le attività che la Provincia può fare per i comuni».

Il direttore ha ricordato i numeri dell’ente. Dei 122 lavoratori “cessati”, 14 erano dirigenti e 46 funzionari. «Nel 2014 avevamo 50 cantonieri, per fare un esempio, e ora 21. Per svolgere adeguatamente le nostre funzioni dovremo essere in 153 dipendenti con una spesa teorica di 5 milioni e 700mila euro. Il limite della Delrio era di 6 milioni e abbiamo 127 dipendenti. Questo è il minimo che riteniamo necessario per svolgere le attività. Però non riusciamo ancora ad assumere così tante persone subito per arrivare a questa quota. Faccio ancora un esempio sui cantonieri: ne mancano 6, possiamo prenderne solo tre, adesso»

Attualmente il personale costa all’ente 4,9 milioni. Nel 2014 pesava nel bilancio per 12 milioni. Il tetto della Delrio è la metà di quella voce di bilancio, perciò 6 milioni. Nel 2018 sono previste così 18 assunzioni, di cui 17 a tempo indeterminato più un dirigente a tempo determinato. Si tratta di 3 cantonieri, 5 istruttori amministrativi, un contabile, un agente di polizia provinciale, un geometra, un assistente di vigilanza stradale, un informatico, due amministrativi, altri due tecnici, per 585mila euro in più. «Potevamo spenderne 621mila euro, siamo prudenti. A questi si aggiungono due a tempo determinato: un esperto sismico e uno di finanziamenti europei. Proseguiremo nel 2019 e nel 2020 per rimpiazzare anche i pensionamenti». Così nelle prossime settimane usciranno i bandi di selezione attraverso la mobilità, come prevede la legge. «Poi vedremo se ci sarà bisogno di concorsi».

LA CISL: «NOTIZIA POSITIVA»

La Provincia di Piacenza intende potenziare gli uffici e ha annunciato a breve 18 assunzioni (17 a tempo indeterminato), già incluse nel Piano di riassetto organizzativo dell’Ente e nel Piano del Fabbisogno di personale 2018-2020. Positiva la valutazione del sindacato Cisl Funzione Pubblica che sottolinea come le norme di riassetto dell’ente locale alla fine abbiano condotto a una nuova fase da affrontare con una pianta organica del personale adeguata ai compiti istituzionali. «La notizia è buona - spiega Lella Piatti. responsabile sindacale di categoria - perché i dipendenti in questi anni sono calati in modo notevole, sia a causa di mobilità tra enti che per prepensionamenti avvenuti in relazione al referendum costituzionale: si tratta quindi di ripristinare il normale turn over. Al tempo stesso è necessario, prosegue la sindacalista, che vengano valorizzate le professionalità delle risorse interne, sviluppatesi nel tempo, perciò ci aspettiamo anche concorsi interni riservati, senza i quali i dipendenti non avrebbero la possibilità di valorizzare la loro esperienza».

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