La re-internalizzazione del Vittorio Emanuele? «Una scelta corretta»
La nuova gestione dell’Asp "Città di Piacenza" commenta a distanza di qualche mese la discussa operazione della primavera del 2015. «Il personale è più motivato, si lavora meglio e i costi sono spalmati su più ospiti»
La re-internalizzazione di Asp “Città di Piacenza”, stando al parere di chi ora amministra l’azienda pubblica, ha portato solo benefici al servizio, alla qualità e ai numeri. L'amministratore unico di Asp Marco Perini e la direttrice Cristiana Bocchi hanno accolto nel pomeriggio del 18 febbraio al “Vittorio Emanuele” i consiglieri che fanno parte della commissione “welfare”. I rappresentanti di Palazzo Mercanti hanno visitato la struttura e, in un secondo momento, hanno svolto regolarmente una seduta di commissione – itinerante - dentro l’edificio di via Campagna.
«Spesso parliamo di numeri e progetti – ha spiegato Perini - , ma un conto è ascoltare, un altro è vederli nel concreto. Qua siamo partiti da un gap di oltre un milione e 600mila euro di disavanzo». «A distanza di 9 mesi dalla re-internalizzazione di Asp – è stato il commento di Bocchi - possiamo dire che è stata un successo: il ritorno di questo servizio ha permesso di valorizzare le competenze e i valori di Asp. Quando c’era la gestione dimezzata dovevamo calibrare tutto a metà, ora spalmiamo su 200 ospiti gli investimenti e le spese». I benefici sembrano visibili non solo sui conti. «È migliorato il clima degli operatori: prima c’era quasi un Muro di Berlino tra le due realtà. Gli operatori sono uniti, contenti. Nell’anno della divisione si è tralasciato il cuore “spezzettato” della struttura, il Vittorio Emanuele. Tornare tutti insieme ha dato “la carica”, oltre a metterci nelle condizioni di riorganizzare i servizi e i costi. È stata una scelta veramente corretta».
I consiglieri hanno visitato la struttura principale, prima di ascoltare i commenti dei vertici. «Abbiamo visitato la casa residenza anziani (C.r.a.) – ha spiegato la direttrice Cristiana Bocchi - unificata da giugno 2015, dove sono ospiti 216 anziani. Qui si sviluppano tutti i servizi per l’utenza. L’ala est, sarà ultimata a metà marzo e inaugurata a metà aprile, sarà un nuovo servizio con una retta non convenzionata. Pur non avendo fatto pubblicità a questo servizio, abbiamo già una decina di domande di entrata di cittadini e famiglie. Quattro di questi posti li terremo per un’utenza di anziani disabili, ovvero coloro che escono dai programmi per disabili dopo i 65 anni».
La commissione ha visitato anche la parte dedicata al “pensionato albergo”. «Va ristrutturata – ha proseguito Bocchi -, c’è la possibilità di ospitare cento posti letto. I tempi sono lunghi, parliamo forse di almeno 17-18 mesi. Una sessantina di questi posti li vorremmo utilizzare per ridurre le camere a tre letti del resto del Vittorio Emanuele. Gli altri potrebbero servire per sperimentare un progetto di cure intermedie dedicato agli anziani che entrano al Vittorio Emanuele in seguito ad eventi traumatici. Abbiamo pensato a un servizio intermedio tra l’ospedale e la struttura. La nostra equipe multiprofessionale di medici, infermieri, fisioterapisti, animatori ed educatori, curerà l’anziano a 360°. È un servizio importante che manca a Piacenza, la nostra utenza fragile ha bisogno di queste assistenze». «Sono state ottimizzate le risorse: stiamo rispettando – ha proseguito Perini - lo studio e il trend indicato dalla relazione del prof. Eugenio Caperchione dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Vogliamo arrivare nel 2016-2017 a soli 500mila euro di disavanzo, per arrivare al pareggio nel 2018. C’è un controllo di gestione mensile dei conti, monitoriamo ogni trenta giorni, e il trend ci dice che siamo in linea. Gestire tutti insieme un polo intero porta una migliore qualità. Non è colpa della cooperativa che c’era, ma perché è proprio cambiata la modalità operativa». Perini, alla luce di alcune polemiche, ha voluto precisare che per coprire i buchi di bilancio non è stato chiesto un centesimo di aiuto al Comune di Piacenza, ma si è attinto dal grande patrimonio – anche immobiliare – di Asp.
Da solo un mese Asp ha in gestione anche l’accoglienza dei profughi. «Abbiamo accolto – ha informato Bocchi - le prime sei ragazze profughe nigeriane. Siamo partiti da zero e non è stata un’avventura facile. Avremo in gestione dai 160-200 profughi, il 35% sono presenti nella città di Piacenza. Non sarà una gestione diretta, ma faremo convenzioni per farci aiutare nell’accoglienza. Ci vuole una rete: non possiamo pensare di fare tutto da soli. Stiamo gestendo il servizio in maniera dignitosa: riusciamo addirittura ad accantonare una cifra avanzata a testa per loro, per quando usciranno».
Le minoranze (centrodestra e 5 stelle) hanno apprezzato il lavoro della nuova gestione, ma riportano nuovamente diverse perplessità. «Il problema allora – ha provocato Erika Opizzi (Fratelli d’Italia) - era tutto nel rapporto con il gestore di privato? Ora riuscite veramente a offrire un servizio migliore con meno costi?». Anche Paolo Garetti (Lista Sveglia) ha chiesto se si poteva pensare prima a risolvere la situazione intricata dei bilanci dell’azienda. Massimo Polledri – Lega Nord - presidente della commissione welfare, teme che un taglio dei costi continuo abbia ricadute sugli anziani. «Ci sembra che Perini – ha invece detto Mirta Quagliaroli (Movimento 5 Stelle) - stia portando avanti una gestione trasparente: è giusto anche dire e ricordare che la precedente gestione non è stata per niente corretta. Purtroppo nella pubblica amministrazione non è mai colpa di nessuno. Ci dovrebbe essere non dico un’azione di responsabilità, ma almeno una presa di posizione nei confronti di quei disavanzi». Quagliaroli ha polemizzato con l’assessore al welfare Cugini, rimarcando un passaggio della delibera su Asp dello scorso anno. «L’accreditamento pubblico era temporaneo. Cosa succederà tra un anno? Si ripasserà in consiglio per decidere in modo definitivo il futuro di Asp?». L’assessore ha assicurato che tutti i posti rimarranno in gestione ad Asp anche nel futuro prossimo. «E non occorrerà un passaggio in aula per continuare».