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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

«La Regione non può vendere le sue quote in Piacenza Expo, è un brutto segnale»

Una mozione di Fd'I esorta la Regione a rivedere i suoi propositi. Cavalli (Lega) rimbrotta la guida dell’ente fiere: «Bisogna cambiare registro, lo dico all'amministratore unico», ma i Liberali lo correggono. Saccardi (Fi): «Se la Regione esce da Piacenza Expo, usciamo noi dalla Regione»

La questione è nota da tempo. Tommaso Foti, sia da consigliere regionale (ora non lo è più) che da consigliere comunale, critica la scelta della Regione Emilia-Romagna di mettere in vendita le proprie quote in "Piacenza Expo", l'ente fieristico di Piacenza che ha sede a Le Mose. La Regione ha in mano un simbolico 1,01% di quote della società partecipata che vede il Comune detenere il 54 per cento come socio di maggioranza. Fratelli d'Italia ha presentato una mozione che esortava la Giunta Barbieri a chiedere alla Regione di rivedere la sua decisione.  «Avendo investito come Comune di Piacenza oltre 27 miliardi di lire - ha ricordato Foti - per realizzare l’Ente Fiera, ci troviamo oggi con una Regione che, per pochi euro, vuol vendere la sua partecipazione. Non c’è alcun problema dal punto di vista finanziario, non è la vendita di queste quote che sistema il bilancio regionale, ma questo significa che la Regione abbandona “Piacenza Expo” al suo destino». Foti ha sottolineato le possibili novità che riguardano il settore fieristico nel Nord Italia. «La Fiera di Rimini ha fatto un polo con Vicenza. Bologna sta studiando uno scambio di quote azionarie con Milano. Se la Regione gioca per ammazzare le piccole e rafforzare le grandi, come avvenuto a Reggio Emilia… Fa comunque ridere che la Regione abbia bisogno di vendere l’1% di Piacenza Expo per far quadrare il bilancio. Non ci paga neanche il caffè con quei soldi. Sarebbe grave lasciar passare anche questa ennesima dimostrazione di disinteresse della Regione, che considera Piacenza un’appendice sotto il profilo politico. La Giunta deve far sentire la sua voce su questo atteggiamento».

Massimo Trespidi di “Liberi” ha ricordato la visione dell’ex presidente regionale Vasco Errani, che voleva tre poli fieristici regionali, divisi tra occidente, centrale e Romagna. «Il presidente attuale Bonaccini ora ne vuole uno solo per tutta la regione. Invece ritengo che l’idea di un’asse tra Bologna e Milano ci può comprendere, come territorio di cerniera. Sono tuttavia preoccupato dal futuro dell’ente a prescindere dalla vendita delle quote della Regione. Il segnale politico da Bologna è chiaro, non sono interessati al nostro ente fieristico. Ma il nostro Comune è l’azionista di maggioranza, dobbiamo decidere noi lo scenario futuro e le strategie di Piacenza Expo».

Mauro Saccardi di Forza Italia ci è andato giù pesante, riportando a galla l'idea di portare la provincia in Lombardia. «Ancora una volta la Regione non s’interessa alle questioni piacentine. Se la Regione non se va da Piacenza, perché Piacenza non se ne va dalla Regione? È ora di tornare a parlare di questo tema. Ma anche gli imprenditori dovrebbero avere più a cuore questo ente. Se vogliamo continuare è necessaria una partnership per Piacenza Expo».

«Per la Regione contiamo meno di zero – è il parere del grillino Sergio Dagnino -. Va aggiunto che Piacenza Expo “pesa” in termini di bilancio, negli anni in cui non c’è Geofluid soprattutto. Io l’ente fiere lo frequento, le fiere sono sempre le stesse». Dagnino fa riferimento ai bilancio in rosso dell’ente negli anni in cui Geofluid (fiera biennale) non viene organizzata.

Il capogruppo della Lega Stefano Cavalli ha pesantemente criticato sia la Regione che il management dell’ente fiere.  «La Regione ci considera non emiliani, siamo “ibridi”, vengono qua perché si mangia bene e stop. Ridicolo che mettano in vendita l’1%, non hanno interesse per le periferie. Però va detto che ci vuole più capacità organizzativa all'ente fiere, il mio omonimo Cavalli (Giuseppe, nda) dovrebbe cambiare registro. Parlo a titolo personale: dovrebbe rendere Piacenza Expo più appetibile con nuove iniziative, per far sì che venga visitata maggiormente».

Le parole di Stefano Cavalli della Lega non sono piaciute ad Antonio Levoni (Liberali). «Penso che molte persone debbano cambiare registro prima di Giuseppe Cavalli di Piacenza Expo. In un anno si è impegnato molto: è un imprenditore che si espone in un incarico delicato come quello e non ha un grande riscontro economico da ciò. Potrebbe smettere domani, se fosse per quello».

Il Partito Democratico condivide solo in parte le considerazioni di Fratelli d’Italia, perciò il gruppo consiliare si è astenuto. «La mozione ha un taglio politico – ha rilevato il capogruppo Stefano Cugini - perché l’un per cento non ha molto valore di per sé. Molte volte è Piacenza ad avere la la tendenza di presentarsi come "l’ultima ruota del carro" quando si vanno a fare le trattative a Bologna. La passata Giunta ha dimostrato che quando occorre si viene ascoltati in Regione. Però ci asteniamo in seguito alle dichiarazioni di Saccardi sull’uscita di Piacenza dalla Regione Emilia-Romagna. Non votiamo a favore di chi dice questo, ci sentiamo profondamente emiliano-romagnoli».

Piacenza in Comune di Luigi Rabuffi ha votato a favore. «L’uno per cento della Regione sembra quasi un’elemosina. Avrebbe non il diritto, ma il dovere di stare maggiormente dentro agli enti fieristici territoriali». La mozione di Fratelli d'Italia è passata a larga maggioranza: la Giunta proverà a far sentire la propria voce a Bologna. 

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