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Mercoledì, 27 Settembre 2023
Politica

«La targhetta di Caruso verrà corretta quando ci saranno i soldi»

Bocciata per la seconda volta la richiesta del Pd di sistemare la targa. Ma verrà comunque sostituita a breve, con l'approvazione del bilancio. Pioggia di critiche nei confronti della commissione 5 “antimafia” guidata da Chiappa: «È finta». Baio: «No, sta facendo il suo dovere»

Ancora uno scontro dialettico in Consiglio comunale sulla vicenda giudiziaria di Giuseppe Caruso. Il Partito Democratico, che già si era visto respingere un’analoga mozione, è tornato alla carica con un altro appello in aula: correggere la targa dell’albo dei presidenti del Consiglio comunale al primo piano di Palazzo Mercanti. «Vogliamo che venga al più presto inserita – ha rimarcato il capogruppo demStefano Cugini-26 Stefano Cugini - la dicitura “rimosso dalla carica con provvedimento prefettizio con decreto del 28 giugno 2019”».

La stessa proposta venne presentata alcuni mesi fa. Ora però è arrivata la sentenza di primo grado a carico dell'ex presidente Caruso, per questo il Pd ha richiesto nuovamente di mettere mano alla targhetta celebrativa. «L’abbiamo riproposta perché Caruso è stato condannato a 20 anni dal Tribunale di Bologna con rito abbreviato. È stata decretata anche la confisca di 100mila euro al suo patrimonio e 4 anni di libertà vigilata una volta finita la pena. E il tribunale ha riconosciuto un danno da un milione di euro nei confronti del Comune di Piacenza». Cugini, durante il suo intervento, ha definito inoltre commissione antimafia «finta», che fa «finte convocazioni».

Il vicesindaco Elena Baio ha voluto chiarire la posizione dell’Amministrazione. «I reati ascritti a Caruso – ha detto in collegamento streaming - non c’entrano nulla con il Comune, la ‘ndrangheta non è entrata in questo ente, la politica non c’entra. Ho sentito parole poco edificanti sulla commissione 5, che sta già operando sui temi della legalità. Ad esempio a breve si occuperà di usura (proprio questa settimana si terrà la seconda convocazione della sua breve vita, nda)». «Prima non potevamo mettere mano alla targa – ha precisato Baio - ora c’è la sentenza di prima grado. Il presidente Garilli ha dato mandato agli uffici di sostituire la targa. È già stata avviata la procedura per riportare la dicitura. Nei prossimi giorni non appena verrà votato il bilancio avremo i soldi necessari, quindi chiediamo di ritirare la mozione».

«Come già detto – ha aggiunto anche il presidente del Consiglio comunale Davide Garilli - non è una targa regolamentata, maElena Baio-19 celebrativa. C’erano a disposizione solo un centinaio di euro per farla rifare, così dobbiamo aspettare il prossimo bilancio di previsione per toglierla e rimetterla come richiesto».

L’opposizione non ha accettato la spiegazione del vicesindaco Baio, nè quanto dichiarato da Garilli. «Caruso – ha incalzato Luigi Rabuffi (Pc Comune) - ha disonorato le istituzioni, a partire da chi l’ha proposto e l’ha votato». I consiglieri dell’opposizione sono trasaliti soprattutto quando è stata nominata la commissione 5, guidata da Ivan Chiappa (Fi), inoperosa per molti mesi, dopo una travagliata fondazione. «Sentir dire che la commissione 5 sta facendo il suo lavoro…», ha ironizzato Sergio Dagnino (5 Stelle). «È una falsità dire che la commissione 5 sta lavorando – è il giudizio di Andrea Pugni (5 Stelle) - ha fatto una sola seduta in sette mesi…». Polemico anche Roberto Colla (Pc Oltre). «Mi fa imbestialire sentire dire dal vicesindaco che la commissione di Chiappa “sta lavorando”. Si sta scherzando? Avremo tante cose da affrontare in quella sede, di mafie e legalità, a 360° gradi».

«La commissione – ha difeso il collega forzista Francesco Rabboni - che vuole l’opposizione, mi pare molto personale, solo per parlare di Caruso e di Fratelli d’Italia». «Qua gli unici offesi – ha rimarcato il capogruppo di Fd’I Giancarlo Migli - dovremmo essere noi di Fratelli d’Italia, che veniamo chiamati da qualcuno (il collettivo ControTendenza, nda) “Fratelli di Mafia”».

Anche il sindaco Patrizia Barbieri ha voluto dire la sua nel dibattito. «Questo Comune – ha espresso il primo cittadino - non è stato attaccato nella sua onorabilità, quello che è successo è avvenuto fuori da qui. In Consiglio siDavide Garilli-14 esasperano i toni, poi sui social si legge di “Giunta mafiosa” e cose di questo genere. Non ci sono dubbi sul Comune, riguarda il suo ambito lavorativo. Piuttosto bisognerebbe chiudere alle autorità giudiziarie perché mai le indagini, nate anni prima, non abbiano impedito a Caruso di ricoprire una carica pubblica dal 2017 in poi. Io, comunque, sono per tirare giù la targa domani mattina e poi re-installarla quando sarà possibile».

«Il vicesindaco Baio – ha polemizzato ancora Massimo Trespidi (Liberi) - dovrebbe essere di aiuto all’Amministrazione, non aizzare gli animi. «Dopo otto mesi – ha sbottato Rabuffi (Pc in Comune) - non potete dirci che mancano 200 euro su un bilancio di 200 milioni di euro per una targa. Se il presidente è d’accordo ce li metto io piuttosto che sentire una scusa del genere».

Dopo l’ennesimo aspro dibattito sul “caso Caruso”, con 17 voti la mozione è stata respinta con i voti di Lega, Fd’I, Fi e Ultori (Liberali). Undici a favore: Pd, 5 Stelle, Liberi, Pc in Comune, Pc Oltre, Pc del futuro. Non hanno partecipato il presidente Garilli, Giardino e Saccardi (Misto). Levoni al momento del voto era assente.

Proposta bocciata, ma in realtà verrà comunque portata a termine, non appena il bilancio verrà approvato: questione di poco più di un mese, un mese e mezzo. «Ogni proposta di buon senso dell’opposizione – è la replica finale di Cugini (Pd) - viene bocciata o fatta ritirare. Poi l’Amministrazione e la maggioranza la fa propria. Dà così fastidio accettare le nostre proposte?».

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