rotate-mobile
Politica

Le associazioni di categoria temono un aumento della Tari: «Piacenza è forse uscita dall’Europa?»

Inviata al sindaco Dosi una lettera: «Siamo preoccupati, il Comune non pensi di chiudere i buchi di bilancio aumentando la Tari. Vogliamo pagare il giusto»

Le categorie e associazioni economiche di Piacenza prendono carta e penna e scrivono preoccupate al sindaco di Piacenza Paolo Dosi. «Apprendiamo dalla stampa che al Comune di Piacenza mancherebbero 1,85 milioni di euro per “far quadrare” il bilancio di previsione 2017. Ne siamo preoccupati come cittadini e, ancor più, come rappresentanti delle categorie economiche, dal momento che temiamo si confermi quella che sta diventando, negli anni, una pessima consuetudine: se c’è un buco nel bilancio lo chiudiamo aumentando la Tari, soprattutto quella delle imprese.

In queste settimane tutti i nostri iscritti, che hanno ricevuto gli avvisi di pagamento della tassa rifiuti appesantiti  dell’8% rispetto al 2015, ci manifestano la nitida percezione di essere pesantemente vessati (anche) da questa tassa: percezione più che fondata, dal momento che gli aumenti, costanti, di questi ultimi anni, si traducono in percentuali da tasso di inflazione degli anni ’80.

In pratica la quantificazione della Tari non ha nulla a che vedere con l’effettiva produzione dei rifiuti: le nostre aziende smaltiscono in proprio i rifiuti speciali, differenziano, ne riducono la produzione (quando cala il lavoro, purtroppo, fenomeno molto diffuso, calano anche le quantità di rifiuti): tutto questo non scalfisce minimamente i criteri di formazione della Tari.

Piacenza è forse uscita dall’Unione Europea? La domanda non è retorica, dal momento che proprio in sede comunitaria è stato definito il principio fondante di qualsiasi forma di tassazione o tariffazione sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti: “chi inquina paga”.

Nel frattempo leggiamo, nella Delibera del Consiglio Comunale con cui si sono approvate le tariffe Tari 2016, che la loro quantificazione comprende, tra l’altro, i costi per l’attività di controllo e accertamento per i mancati pagamenti e le utenze non dichiarate e quelli per gli insoluti!

Se la politica ritiene di potersi permettere di affrontare i problemi con un simile approccio, le imprese, di tutti i settori e di tutte le dimensioni, sono abituate a misurarsi sui fatti, e un fatto è che non possiamo più accettare di farci carico delle debolezze e delle carenze altrui.

Noi abbiamo il dovere di rappresentare le esigenze, le difficoltà, i legittimi interessi del sistema economico che, su questo tema, il Comune non ci ha finora riconosciuto: chiediamo pertanto di essere coinvolti, di poterci confrontare con l’Amministrazione, prima che le decisioni vengano assunte. I nostri iscritti oggi non chiedono di non pagare la Tari, ma di pagare il giusto».

CONFINDUSTRIA PIACENZA

C.N.A. PIACENZA

COLDIRETTI PIACENZA

CONFAGRICOLTURA PIACENZA

CONFARTIGIANATO

CONFCOOPERATIVE

CONFESERCENTI PIACENZA

LEGACOOP PIACENZA

LIBERA ASSOCIAZIONE ARTIGIANI

UNIONE COMMERCIANTI PIACENZA

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Le associazioni di categoria temono un aumento della Tari: «Piacenza è forse uscita dall’Europa?»

IlPiacenza è in caricamento