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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

«Le montagne devono essere ascoltate e gestite dalla gente del posto»

L'intervento del Dipartimento Agricoltura Ambiente Lega Nord Piacenza ad un anno dall'alluvione 

«Un anno fa, le nostre colline venivano colpite da una terribile alluvione, le cui gravi e dolorose conseguenze sono note a tutti. Ciò su cui, purtroppo, è stata posta meno attenzione è il mancato sostegno alle famiglie, agli agricoltori, agli imprenditori e ai giovani danneggiati, attraverso un ipotetico “cambio di passo” che non si è ancora visto». Si legge in una nota del Dipartimento Agricoltura Ambiente Lega Nord Piacenza. 

«Gli interventi operati dalla Regione Emilia-Romagna, in particolare modo dall’assessore Gazzolo - continua la nota - sono stati errati fin da subito: la ghiaia sul greto dei fiumi andava asportata, non spostata ai lati, alimentando il rischio che in caso di piena l’acqua debordi ancora. Non si è fatto nulla per dotare il nostro bacino di ulteriori dighe e invasi di raccolta, che favoriscono il deflusso, aiutano l’irrigazione e prevengono i dissesti. I rimborsi, come raccontano direttamente dalle località colpite, sono in eccessivo ritardo: le istituzioni a guida Pd non si smentiscono mai. Le aziende agricole, espressione delle territorialità della nostra provincia ed importanti poli economici, sono state dimenticate, ma non è una novità: anche nella quotidianità, grazie alle normative europee legittimate dal centrosinistra, ad una globalizzazione che azzera le tradizioni e favorisce le grandi multinazionali straniere, l’agroalimentare è minacciato; si tenga conto che, per esempio, oltre i novecento metri, un salume di pregiata qualità non può accedere al marchio Dop. È necessario, una volta per tutte, che le montagne tornino ad essere ascoltate, gestite e salvaguardate da chi le vive, dalla gente del posto: sentinelle in grado di prevenire i dissesti, alle quali bisogna riconoscere un ruolo attivo nella gestione dei rischi idrogeologici, sottraendole dall’abbandono delle autorità centraliste e, permettete il termine, menefreghiste».

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