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Le Province segnalano le priorità a Draghi

Il presidente Barbieri invia il dossier Upi a sindaci, associazioni di categoria, parlamentari e consiglieri regionali piacentini

Il dossier Upi dal titolo ‘Le priorità delle Province’ è al centro della lettera che il presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri, ha inviato a sindaci, associazioni di categoria, parlamentari e consiglieri regionali piacentini. "In vista dell’avvio delle interlocuzioni con il nuovo Governo, l’Unione delle Province d’Italia - spiega nella nota il presidente Barbieri - ha predisposto un approfondito dossier, nel quale sono dettagliate le urgenze delle Province. Nel documento sono indicate le priorità delle Amministrazioni provinciali e vengono segnalate proposte e richieste che, se assunte dai Ministri nei rispettivi piani programmatici, possono trovare effettiva risposta».

Nel resoconto di Upi vengono messe in evidenza le anomalie più gravi della Legge 56/14, la situazione finanziaria e organizzativa e la necessità di ristabilire l’autonomia organizzativa delle Province. «In questi anni - ricorda nella missiva il presidente Barbieri - il nostro Ente ha fatto tutto il possibile, sia sul fronte delle entrate che delle spese, per far fronte ai continui e crescenti tagli di risorse imposti dal Governo e in più occasioni ha saputo dimostrare la sua strategicità, oltre ogni distinzione di appartenenza politica». Il presidente della Provincia di Piacenza ha allegato alla lettera i documenti inviati da Upi alle alte cariche dello Stato, al Governo, al Parlamento e a tutte le categorie economiche affinché possa essere avviato un nuovo confronto. «Nella convinzione – conclude Patrizia Barbieri - che una Provincia forte e autorevole sotto il profilo istituzionale, finanziario e funzionale corrisponda pienamente al bene dei nostri territori e delle nostre imprese».

IL DECALOGO


1. Un Disegno di Legge di modifica della Legge 56/14 (Legge Delrio).
E’ indispensabile e urgente un Disegno di Legge che dia una prospettiva di certezza alle Province sul piano istituzionale, attraverso modifiche alla legge 56/14 che garantisca:
✓ ampliamento e consolidamento delle funzioni fondamentali;
✓ revisione del sistema elettorale e degli organi di governo;
✓ una norma di indirizzo per il riordino della legislazione regionale.


2. Interventi per la stabilità dei bilanci delle Province e l’autonomia finanziaria nella Legge di Bilancio 2022. I bilanci delle Province devono potere sostenere la spinta agli investimenti, avviata dal 2018 e che ha portato in 3 anni ad una crescita di oltre il 37% della spesa in conto capitale. Per realizzare tale obiettivo nella prossima Legge di Bilancio 2022 occorre assicurare la stabilità dei bilanci per la parte corrente riducendo i pesanti tagli che gli enti ancora sostengono e rivedendo il sistema di finanziamento delle Province, valorizzando l’autonomia finanziaria e tributaria degli enti.


3. 1.000 assunzioni per le Province nel Decreto legge di Riforma della PA.
Le istituzioni sono efficienti se possono contare sui profili di personale necessari per svolgere il ruolo definito e per gestire il processo di innovazione della Pubblica Amministrazione. Il Decreto-legge di Riforma della PA che il Governo ha annunciato dovrà prevedere un piano di assunzioni per le Province di almeno 1.000 nuove figure per gli uffici di progettazione, per la gestione tecnica e amministrativa delle stazioni uniche appaltanti, per la gestione dei processi di digitalizzazione nelle Province e negli enti locali e per la transizione ecologica e ambientale.


4. La revisione del Codice dei Contratti e degli Appalti nel DL Semplificazioni.
La spinta alla promozione degli investimenti locali deve essere sostenuta da un’opera di grande semplificazione normativa e burocratica, anche per rispondere positivamente alla tempistica estremamente stringente imposta dal PNRR. A questo scopo è indispensabile operare la revisione del Codice dei Contratti, nel Decreto-legge di Semplificazione PA annunciato dal Governo.


5. Costituire nel PNRR i Centri di Competenza per l’innovazione in ogni Provincia.
Per favorire la transizione digitale negli enti locali e nei territori, occorre prevedere in ogni Provincia la costituzione di Centri di Competenza per l’innovazione che supportino le Province e gli enti locali del territorio, in particolare i
piccoli Comuni, singoli o associati in ottica di rete e interoperabilità non solo in termini di servizi resi ma anche di supporto alla programmazione territoriale condivisa. La costituzione di strutture specializzate con adeguata capacità amministrativa a livello territoriale a supporto dei processi di trasformazione digitale degli enti locali consentirà di accelerare e rendere più diffusa l’attuazione delle strategie individuate dalla UE e dai Ministeri competenti, nella gestione dei servizi digitali, nella formazione delle competenze digitali nella PA, nella messa in rete di servizi trasversali comuni in ottica di economie di scala e di sinergie organizzative nell’alfabetizzazione digitale della cittadinanza.


6. La riserva di risorse per le scuole superiori nel PNRR e nella programmazione triennale.
La messa in sicurezza, modernizzazione e costruzione di scuole secondarie superiori deve essere considerata una delle priorità del mandato del nuovo Governo. Occorre destinare a queste scuole almeno il 30% dei fondi della nuova programmazione triennale 2021-2023 e dedicare espressamente alle scuole secondarie superiori una quota delle risorse del PNRR che saranno indirizzate all’efficientamento energetico e transizione ecologica degli edifici pubblici, per costruire 100 scuole nuove - innovative, digitali e sostenibili dal punto di vista energetico - una per ogni Provincia e Città metropolitana e assicurare l’accesso alla banda larga a tutti gli edifici.


7. Destinare parte delle risorse per le infrastrutture del PNRR agli investimenti per le strade provinciali.
Il PNRR deve prevedere un Piano trategico per la modernizzazione della rete viaria secondaria gestita dalle Province e dalle Città metropolitane - 130 mila chilometri di strade, con oltre 30 mila ponti e viadotti - che negli anni ha subito un drastico taglio delle risorse, accumulando un deficit manutentorio che ha ripercussioni sui sistemi economici locali e nazionali. L’impossibilità della programmazione della manutenzione e degli investimenti sulla rete viaria provinciale, soprattutto nelle aree lontane dai grandi centri urbani che non possono essere gestite da strutture centrali, con effetti di dispersione di risorse ai danni delle comunità, è infatti una delle cause dell’aumento del divario non solo tra nord e sud, ma tra territori stessi.


8. Prevedere nel PNRR fondi per il monitoraggio dei 30.000 ponti delle Province.
Nel 2018 l’UPI, a seguito del crollo del ponte Morandi, operò una ricognizione tra le Province da cui emerse, oltre al fabbisogno di investimenti in sicurezza, la necessità di avviare un monitoraggio delle strutture in gestione, oltre 30.000 ponti. I fondi che il Governo intende destinare nel PNRR alla verifica dei ponti devono essere indirizzati anche a queste opere, anche attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie e l’introduzione di sistemi digitali che permetteano un monitoraggio continuo.


9. Affidare nel PNRR la promozione delle Agende locali di sviluppo sostenibile alle Province.
Per dare sviluppare il processo strategico della strategia di Transizione ecologica promossa nel PNRR alle Province e alle Città metropolitane deve essere affidata la promozione di Agende locali di sviluppo sostenibile del territorio insieme ai Comuni e alle rappresentanze della società civile che operano a livello provinciale, per promuovere interventi coordinati sulle infrastrutture materiali e immateriali, sulla messa in sicurezza dei territori rispetto al cambiamento climatico, sulla gestione dei rifiuti, sulla promozione delle energie rinnovabili e dell’economia circolare e green economy.


10. Individuare nel PNRR le Province quali istituzioni di coordinamento degli interventi integrati locali per il Mezzogiorno.
Una strategia di rafforzamento delle azioni di coesione territoriale dovrebbe passare, oltre che per la previsione di risorse ulteriori, espressamente destinate agli investimenti nel Mezzogiorno, anche per la definizione di modalità di programmazione e di utilizzo delle risorse che favoriscano la collaborazione dei diversi soggetti istituzionali a livello Provinciale e la promozione di progetti di sviluppo. Le Province si candidano a coordinare gli interventi di sviluppo locale integrato.

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