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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Lega Nord "spaccata", la corsa verso le Comunali minata da lotte intestine

Il partito è nello scompiglio: l'estate che anticipa le elezioni Comunali di Piacenza ha portato con sé tensioni, abbandoni, candidature e incarichi non condivisi

«La candidatura unica è espressione della maturità raggiunta dal movimento locale, consapevole del fatto che gli avversari non si trovano al nostro interno». Era solamente il 17 ottobre di un anno fa quando Pietro Pisani si accingeva a prendere in mano – pronunciando queste parole - per la terza volta la segreteria provinciale della Lega Nord, con l’approvazione dell’86% dei militanti con diritto di voto. In un anno il Carroccio però si è diviso e Pisani ha il suo bel daffare più con l’ala bossiana che non con i rivali del Pd: il fuoco che covava sotto la cenere è divampato nel corso degli ultimi mesi, tanto da provocare la fuoriuscita di alcuni militanti ed esponenti locali del partito.

L’unità in casa Lega è ormai distante: le diatribe interne sembrano ormai ricordare quelle del Partito Democratico – la divisione tra renziani e la sinistra del partito – e di Forza Italia tra i sostenitori della segreteria di Jonathan Papamarenghi e Fabio Callori e coloro che si riconoscono maggiormente attorno ad Antonio Agogliati e Maria Lucia Girometta. Lo scontro che ha portato alla decisione del gruppetto di militanti – che ha puntato il dito contro le «troppe beghe interne» - è diventato palese nel momento della scelta del segretario dell’Emilia. La corrente bossiana del partito, rappresentata alla luce del sole soprattutto da Massimo Polledri, non ha puntato sul candidato piacentino Matteo Rancan, consigliere regionale eletto a suon di preferenze. Rancan, un po’ a sorpresa, fu sconfitto dal reggiano Gianluca Vinci, verso la quale vennero trasferiti i voti piacentini dell’ala bossiana. Vinci fu sponsorizzato da diversi “grandi elettori” leghisti del nostro territorio: il consigliere comunale Polledri, Corrado Pozzi, l’ex consigliere regionale Stefano Cavalli, l’ex vicepresidente della Provincia Maurizio Parma, il sindaco di Ziano Manuel Ghilardelli (sconfitto da Rancan per il posto in Regione) e il sindaco di Castellarquato Ivano Rocchetta. Il drappello – l’ala bossiana del partito – da tempo sta cercando di mettere sempre più in crisi la segreteria, arrivando a segnalare un – presunto – comportamento anomalo di Giampaolo Maloberti (storico esponente, braccio destro di Pisani) in vista dell’elezione della segreteria emiliana. Maloberti – che sulla faccenda non vuole esprimersi - nelle prossime settimane sarà giudicato dal Comitato di tutela e garanzia del Carroccio e rischia l’espulsione. Espulsione che era stata prima comminata, e poi tolta, anche a Polledri alcuni mesi fa per la sua condotta distante dalla "dottrina salviniana".

Lo scontro tra salviniani e bossiani nel movimento ha però visto accrescere la tensione proprio in estate. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il comunicato, confezionato dalla Lega Nord Emilia, che informava i media piacentini dell’istituzione di un unico portavoce del partito per le elezioni Comunali 2017 a Piacenza, ruolo affidato a Corrado Pozzi, non certo in sintonia con la segreteria provinciale e cittadina, di stretta osservanza salviniana. In molti non hanno accolto e compreso l’iniziativa, proprio mentre dalla segreteria del Carroccio filtravano indicazioni sulla possibile investitura a candidato sindaco del giovane Luca Zandonella. Vinci ha subito bloccato la candidatura, promuovendo Pozzi come portavoce sulla questione e arroccandosi per sè il potere di scegliere alleanze e strategie. conferma-2

La confusione in queste ore tra le fila padane è notevole. Emerge nella lotta per il vertice del partito anche la curiosa situazione familiare in casa Pozzi: mentre il figlio Filippo lavora in commissione agricoltura per la Lega e i gruppi autonomisti d'Europa a Bruxelles collaborando con il segretario Matteo Salvini, il padre a Piacenza sta tra le file dei bossiani e s’impegna per riconquistare posizioni di riguardo a favore della sua corrente.

Polledri su questi temi e sulle polemiche delle ultime ore ha preferito glissare e trincerarsi dietro al classico “no comment”. Sulla sua pagina Facebook si lascia però andare a una considerazione su uno dei fuoriusciti del Carroccio. «Il “Prof” Vincenzo Zanelletti – si legge nel profilo personale - militante da ben due mesi, dice che il Segretario Salvini, il fondatore Bossi, il Segretario Gianluca Vinci e altri, militanti da venti anni sbagliano tutto. Ricorda la barzelletta di quello in macchina che, dopo aver sentito alla radio di un mezzo contromano in autostrada, telefona dicendo: "macché una , ne vedo centinaia..." Dopo aver bussato invano alla porta di Tommaso Foti, dei cinque stelle, ora sbatte quella del Carroccio. Lo ringrazio però per avermi chiamato Signore perché, parafrasando Totó : “Signori si nasce ed io, modestamente lo nacqui...”. L’evidente caos della Lega - sul profilo di Polledri campeggiano scambi "vivaci" di opinioni - rischia di generare scompiglio anche sull’Elezioni Comunali 2017 di Piacenza. Rischia di finire in mezzo alle polemiche e agli scontri anche l’intero centrodestra: in queste condizioni la Lega trova infatti notevoli difficoltà a fare una sintesi attorno al candidato sindaco, alla lista e al programma per la città. Da possibili antagonisti del Pd per le Comunali, la Lega rischia di arrivare martoriata all’appuntamento tanto atteso.

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