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Levante, Rabuffi: «Il Comune si chiama fuori, ma cade la sua imbarazzante giustificazione»

Il rappresentante di “Piacenza in Comune” dopo che anche l’Arma dei carabinieri si è costituita parte civile: «Presentare la richiesta è il minimo sindacabile per tutelare la comunità»

«E così il Comune di Piacenza non ha più neppure la scusa della mancata richiesta di costituzione di parte civile da parte dell'Arma e dell'Avvocatura dello Stato. Cade in questo modo, fragorosamente, l'appiglio comunque imbarazzante (nella sua evidente fragilità) di chi legava la scelta del Comune a costituirsi, con quella dell'Arma». Così Luigi Rabuffi, consigliere comunale di “Piacenza in Comune”, commenta la notizia del giorno, la richiesta di costituzione di parte civile da parte dell’Arma. «E adesso, come la mettiamo? La storia è usa ricordarci che essere forti con i deboli e deboli/inesistenti con i forti è comodo e può salvare temporaneamente lo scranno, ma di certo indebolisce e avvelena l'autorevolezza di chi è stato chiamato a rappresentare una comunità, qualunque essa sia. Per tutto questo, dal Sindaco di Piacenza, ci aspettiamo ora un comportamento analogo a quello dell'Arma e dell'Avvocatura, lasciando al Giudice competente il compito di valutare l'ammissibilità della richiesta. Che però deve essere presentata. È il minimo "sindacale" per tutelare una comunità, quella piacentina, così pesantemente lesa da fatti inqualificabili che sarebbero stati commessi fra le quattro mura di una caserma piacentina. Chiamarsene fuori è francamente inaccettabile...».

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