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Levoni-Barbieri, la polemica prosegue: in Provincia nasce il gruppo dei Liberali

Nessuna delega per il consigliere provinciale (oltre che comunale) Antonio Levoni, che si stacca dal centrodestra unito per formare anche in quella sede il gruppo dei “Liberali Piacentini”: «Senza di noi non avreste eletto Garilli presidente»

Dal “ring” del Consiglio comunale di Palazzo Mercanti a quello del Consiglio provinciale di via Garibaldi. Si sposta di qualche metro più in là la querelle tra il sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri e il consigliere comunale e provinciale Antonio Levoni. Dopo la sfuriata del sindaco di lunedì scorso in Comune - «Non prendo ultimatum da nessuno, basta giochetti da parte dei Liberali, dicano se non vado più bene» -, arriva la contromossa di Levoni, che è uscito dal gruppo consiliare in Provincia del centrodestra unito – “Per Barbieri presidente” – per dare vita, anche qui, al gruppo “Liberali Piacentini”.

A mettere il dito nella piaga sulla vicenda è stato il consigliere provinciale del centrosinistra Christian Fiazza. Il dem, durante la seduta del Consiglio provinciale del 17 luglio, ha chiesto lumi sulla possibile attribuzione di deleghe a Levoni, proposta rimasta in sospeso dal momento dell’insediamento del Consiglio provinciale. «Che fine ha fatto quell’ipotesi? E sarà Levoni a trattare per l’acqua del Brugneto con Genova?». Il sindaco ha tagliato corto. «Sto trattando io con Genova per il Brugneto. Sono stata, venerdì scorso, una giornata intera in Regione Liguria a discutere di quello, ma soprattutto di Piacenza "retroporto di Genova" e dei nostri rapporti nel settore della logistica. Ci sono novità importanti e positive che annuncerò a breve». Sulla delega a Levoni, invece, nessun commento.

«Dopo sei mesi – ha preso così la parola il diretto interessato, Levoni, sempre al centro del dibattito politico - se la delega non mi è stata data, significa che non me la merito, o che ci sono altri motivi dietro. È come quando uno aspetta di essere assunto come dipendente. Se non arriva mai questa chiamata, Patrizia Barbieri-65significa che non c’è la volontà di prenderlo. In questo periodo sono stato collaborativo. A me la delega non interessa, e Fiazza poteva evitare di tirarmi in ballo. Non avendo deleghe specifiche mi occuperò a 360 gradi di tutto il territorio piacentino. Qua in Consiglio provinciale c'è un bel clima, ci sono amministratori esperti». Levoni ha ricordato anche come è avvenuta la sua elezione nel Consiglio provinciale: determinante il voto di sei consiglieri comunali della città, che hanno molto più peso elettorale rispetto agli altri amministratori. «È stato un record, ben quattro consiglieri non del mio partito mi hanno votato (oltre a lui stesso e a Ultori, nda), oltre che diversi amministratori di piccoli comuni». E ancora: «Ci vuole impegno, non deleghe. Da oggi si gioca a carte scoperte, son sempre buttato allo sbaraglio nella polemica». Così Levoni, al termine dell’intervento, ha annunciato l’uscita dal gruppo unito del centrodestra. «Da oggi devo essere più tutelato, rappresenterò qui quello che rappresento in Comune, ovvero i Liberali Piacentini. Rimango in maggioranza, non vado all’opposizione. Sono però stufo di avere il fiato sul collo, come mi nuovo. Voglio dire quello che voglio». Infine, ancora una stoccata al sindaco e presidente Barbieri.

«Vi rendete conto che senza i Liberali non si riusciva a eleggere neanche il nuovo presidente del Consiglio comunale, Davide Garilli? E dopo poco ho subito attacchi…». La replica di Barbieri si farà attendere. «Pregherei di trattare i temi del Comune in quella sede – ha detto il presidente e sindaco - non in Provincia. Le mie risposte arriveranno a Palazzo Mercanti».

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