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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Politica

Levoni difende il rimborso e rilancia: «Spazio Belleville pozzo senza fine»

Il consigliere dei Liberali Piacentini si scaglia contro il Pd in Consiglio comunale: «Siete la “banda dell’ortica”, i rimborsi mi spettano di diritto». E poi contesta un altro luogo d'aggregazione che riceve contributi dal Comune: Spazio Belleville

Più che discutere del Dup – il documento unico di programmazione - e delle sue variazioni, il dibattito del Consiglio comunale si è arenato sull’affaire Levoni. Il consigliere dei Liberali Piacentini, grande accusatore delle voci di bilancio della Giunta Dosi lasciate in eredità all’Amministrazione Barbieri – Levoni ha chiesto di tagliare i fondi per Spazio 2, Spazio 4 e la manifestazione Pulcheria -, è finito indirettamente nel mirino del Partito Democratico. Il motivo è presto detto. Ai consiglieri comunali non residenti a Piacenza spetta un rimborso chilometro, secondo le tabelle Aci. Stefano Cavalli e Lorella Cappucciati (Lega Nord), Stefano Cugini (Pd) e Massimo Trespidi (Liberi), residenti fuori dal capoluogo, non hanno chiesto rimborsi. Levoni, che abita a Rapallo di Genova, sì. Il Pd ha perciò depositato un’interrogazione in cui chiede chi sia il consigliere, e se presenta pezze giustificative dei suoi viaggi per partecipare alle sedute di Consigli e commissioni. C'è un messaggio politico, nascosto nelle pieghe dell'interrogazione: Levoni fa la morale a chi amministrava Piacenza in questi 15 anni, e poi chiede 5800 euro all'anno di rimborsi alle casse dell'ente. Il Comune di Piacenza, stando alla variazione del Dup approvato ieri in Consiglio, prevede infatti 2700 euro i rimborso per i sei mesi del 2017 in cui Levoni ha fatto il consigliere, più altri 5800 euro per il 2018 e altri 5800 per il 2019. In base, più o meno, a quante sedute verranno convocate.

Levoni, in aula, ha risposto da par suo all’interrogazione del Pd. «È mio diritto – ha tuonato il rappresentante dei Liberali - essere rimborsato del gasolio che ho utilizzato per venire qua da casa mia. Bisogna utilizzare un modo per spendere le minori risorse, e io lo faccio. Io ad esempio non ho utilizzato l’autostrada, né passo per il percorso più lungo da Rapallo a Piacenza. Parto da casa mia per ragioni personali: da Rapallo vivo da sei anni con mio fratello da quando è morta mia madre. Così faccio 160 chilometri ogni volta – invece che 210 e invece che utilizzare l’autostrada a pedaggio – per venire qui. Potrei anche usare l’autostrada per venire in Consiglio quando ci sarà la neve. La simpatica Piroli e la “banda dell’ortica” – citazione di una canzone di Enzo Jannacci, nda - mi hanno messo nel mirino, ma è una pistola d’acqua. Hanno cercato di sminuire e danneggiare la mia immagine e la mia azione politica, colpendo non una mia presa di posizione, ma un mio diritto. Tutta la mia famiglia risiede fuori Piacenza e sono stato eletto qua dentro senza i voti dei miei cari. Posso esprimere le mie opinioni per cambiare ciò che non va? Siete entrati a gamba tesa nella sfera dei miei diritti: sono metodi stalinisti per eliminare gli avversari. Gli stalinisti sono una brutta razza. Ricordo la vicenda Mangiarotti: oltre 200mila euro buttati dalla finestra, dov’era la Piroli quando è successo, all’epoca assessore?».

«Quella di Levoni – ha replicato Stefano Cugini, capogruppo Pd - è una toppa peggiore del buco. Va bene un po’ di folkore in quest’aula, ma non raccontiamo che il “Signore è morto di freddo”, facendo passare come azione virtuosa il fatto che non si prende un’autostrada. Non si giudica la persona, chiediamo solo di verificare se ci sono pezze giustificative dei trasporti, è un principio di trasparenza nei confronti di tutti. È un normale atto ispettivo che ha provocato un’azione scomposta: venti minuti di attacco al gruppo Pd definito la “banda dell’ortica” e a Giulia Piroli. Levoni dovrebbe tenere più alto il livello del dibattito».

Sul tema è intervenuto anche Tommaso Foti (Fratelli d’Italia). «La stampa ha associato Levoni alla questione – ha esordito Foti -. E il Pd non ha smentito. Io dalla Regione prendo un rimborso senza obbligo di rendicontazione, tanto per fare qualche esempio. Nella scorsa Giunta tutti gli assessori hanno chiesto l’aspettativa, tranne proprio Cugini che non lavorava: nel 2015 ad esempio sono stati spesi 72mila euro di oneri previdenziali. Questa Amministrazione , invece, dal 1 luglio costa 452 euro di oneri previdenziali. O vale per tutti la lente d’ingrandimento, o non vale per nessuno. La staffetta alla presidenza del Consiglio comunale tra Claudio Ferrari e Christian Fiazza è un altro esempio: il primo non era in aspettativa, ha dovuto lasciare posto al secondo che è un lavoratore autonomo (avvocato, nda) e che ha fatto questa scelta. Giuseppe Caruso, attuale presidente, non è in aspettativa, e solo la sua decisione paga il rimborso spese chiesto da Levoni. E io non prendo il gettone perché sono già consigliere regionale». Foti ha difeso il collega di maggioranza. «È un diritto, io apprezzo che ci siano residenti fuori dal comune che non chiedono il rimborso. Ma c’è ovviamente una differenza di chilometri notevole con Rapallo. Non è obbligatorio essere residenti sul territorio comunale per fare l’amministratore. Non volete più amministratori che prendono rimborsi? Allora eleggete deputati e senatori tutti di Roma e consigliere regionali solo da Bologna. Non bisogna contestare e discutere i diritti».

«Richiamare le spese come ha fatto Foti – ha osservato Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune) - ci sta, è anche vero che questa Giunta è composta da liberi professionisti, non è colpa nostra. D’accordo nel definire i rimborsi i diritti e non i privilegi. È giusto che Levoni presenti una certificazione per dimostrare quello che fa per tutelarsi».

Levoni ha rincarato la dose contro il Pd, che poi ha rinunciato a una contro-replica.  «Cugini si erge a santo protettore di Acer. La prima Agenzia dell’affitto dieci anni fa ha bruciato 160mila euro di fondi per 90 contratti circa, di cui la metà hanno provocato contenziosi. La nuova agenzia è partita poco prima delle elezioni, per merito di Cugini, con 55mila euro: 13mila euro di questi subito sbriciolati in pubblicità. Dobbiamo porre fine a questa fallimentare iniziativa. Non mi accontento che non ci sia più Pulcheria e i centri sociali: chiedo che vengano controllate le attività di Spazio Belleville di via Capra, che ci costa 70mila euro all’anno. Per fortuna scade a marzo 2018, se ci muoviamo riusciamo a tagliare anche questo. Un altro pozzo senza fine di questo Comune». Belleville realizza attività didattiche per le scuole sui temi dell’intercultura e dell’integrazione dedicati alle scuole di ogni ordine e grado. Levoni ha così suggerito un altro voce di bilancio da rivedere verso il ribasso.

Una persona che ben conosce l’argomento “rimborsi” è il capogruppo della Lega Nord Stefano Cavalli. Durante il suo mandato da consigliere regionale a Bologna, insieme a diversi colleghi di centrodestra e centrosinistra, è finito nel mirino della magistratura e della corte dei conti per l’inchiesta sui rimborsi. Cavalli è stato assolto in sede penale e condannato dalla Corte dei conti.  «Il tema dei rimborsi – ha preso la parola Cavalli - mi ha visto coinvolto, ahimè, per cinque anni. Non alziamo troppo il polverone. Agli amici dei 5 Stelle che sono i primi a sollevare il polverone dei rimborsi in Regione mi ha portato via cinque anni della mia vita. La mia famiglia ci ha rimesso, finire in prima pagina per dei rimborsi legittimi, ricostruire 365 pezze giustificative per documentare tutto, poi ho dovuto pagare gli avvocati. 60-70 consiglieri a cui è stata rovinata la vita politica e personale. Persone che hanno divorziato e che hanno avuto problemi fisici. Chi ha diritto al rimborso, lo chieda. Ben venga chi, per motivi diversi, decide di rinunciare. Non alziamo polveroni però, essendoci passato dentro. Se Levoni ha diritto, giusto che lo chieda. Dobbiamo essere retribuiti in modo dignitoso altrimenti torniamo all’800 in cui la politica la facevano solo i ricchi. Tutti devono fare politica. Spero che questo tema venga affrontato oggi e mai più».  

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