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«Logistica, non possiamo diventare il magazzino di altri»

L’associazione Confagricoltura Piacenza è critica sul consumo di suolo a Roncaglia: «Ci confrontiamo quotidianamente con infrastrutture inadeguate, viabilità compresa, che bloccano le nostre aziende. Non possiamo rimanere a guardare mentre il nostro sistema produttivo collassa»

Confagricoltura Piacenza è favorevole allo sviluppo del territorio valorizzando tutti i suoi asset fondamentali, «ma non ci piace – fa sapere il presidente Filippo Gasparini - e ci preoccupa la mancanza di una strategia e di una programmazione che tenga in debito conto i nostri più importanti comparti produttivi, tra cui il settore primario e che al contempo non tuteli adeguatamente la salute e la qualità della vita delle persone. Per questi motivi siamo molto scettici sulla decisione di destinare, nella zona di Roncaglia, altri 192.000 metri quadrati alla logistica andando a incrementare il traffico della zona senza avere una prospettiva chiara delle ricadute, in termini di valore aggiunto, sull’economia locale e consumando ulteriormente terreno agricolo. Le aziende agricole sono il vero volano della nostra food valley, non delocalizzano e creano indotto e lavoro, ma vengono sempre più messe al muro da norme discriminatorie. Il Piano aria regionale 2020 (PAIR), ad esempio, individua una serie di misure a tutela della qualità dell’aria, valide dall’1 ottobre al 31 marzo nei centri urbani dei comuni con più di 30.000 abitanti, tra queste il divieto di spandimento di liquami zootecnici senza tecniche ecosostenibili in caso di superamenti dei limiti di legge del PM10 per più giorni consecutivi. Sarà dunque l’agricoltura a pagare ancora un volta il prezzo di emissioni per cui non è responsabile? Sarà il settore primario, le cui produzioni sono già oggi deficitarie rispetto ai fabbisogni del Paese, a dover rinunciare ai terreni, mentre oltretutto si confronta con norme sulla condizionalità che prevedono prati, boschi, fasce tampone e quant’altro? Sorgeranno altri capannoni, cementificando una delle aree più fertili della nostra penisola accantonando la sbandierata politica contro il consumo di suolo? Nello specifico, si andrebbe inoltre a cementificare una zona critica per la gestione delle acque di scolo e per il sistema irriguo compromettendo un equilibrio già vacillante. Le infrastrutture sono fondamentali se sono funzionali ad imprese e cittadinanza. Non ci sembra questo il caso e chiediamo pertanto anche che le manifestazioni d’interesse per destinare alla logistica altri 1.300.000 metri quadrati, sempre nelle vicinanze, non vengano accolte. Chiediamo, in generale, che vengano soppesati i vari interventi nella zona e valutati in una logica sistemica.  E’ facilmente reperibile sui giornali locali la cronistoria di come peggiora la qualità dell’aria e aumentano i problemi di salute, con queste operazioni si incentiverà certamente il traporto su gomma, quando vogliamo invece sottolineare come da tempo si chieda di rendere operativo a Piacenza un polo del ferro valorizzando il nostro snodo ferroviario. Come Confagricoltura, in rappresentanza delle nostre aziende che esportano, chiediamo a livello nazionale una logistica più efficiente, mentre ancora oggi siamo l’ultimo dei Paesi Europei sul mare per i servizi portuali. Ci confrontiamo quotidianamente con infrastrutture inadeguate, viabilità compresa, che bloccano le nostre aziende. Diventare anche il magazzino di altri, stando passivamente a guardare mentre il nostro sistema produttivo collassa, non è la sorte che ci meritiamo».

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