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Losi (Acer): «Non sto fermo a scaldare una poltrona»

Il presidente di Acer Patrizio Losi risponde al capogruppo del Pd: «Sono in Acer tutti i giorni e vado a tutti gli incontri. La morosità nei confronti della società è aumentata durante gli anni dell’ex assessore Cugini»

La mozione del Partito Democratico sul comportamento del presidente di Acer Patrizio Losie sottoscritta da tutte le opposizioni in Consiglio comunale: Movimento 5 Stelle, Piacenza Oltre, Piacenza in Comune, Liberi e Gruppo Misto – ha subito provocato la reazione dell’esponente di Forza Italia chiamato a guidare la società che si occupa dell’edilizia popolare. «Sarebbe quantomeno stupefacente – risponde alle osservazioni Losi - che l’ex presidente di Acer Massimo Savi avesse speso per le trasferte di lavoro quanto il sottoscritto, avendo interpretato la sua amministrazione in modo assolutamente conservativo.  Certo, non fare nulla comporta non spendere nulla. E’ una scelta. Scelta che non può condividere chi, come me, crede che amministrare significhi creare le opportunità di crescita per l’Ente che si è chiamati a presiedere, e che spendere significhi investire. Investire in forze nuove, capaci, investire in azioni che si traducano in valore aggiunto per la produttività e, quindi, per la stessa esistenza dell’azienda. I Comuni che hanno votato per la mia candidatura e che hanno approvato i Bilanci di Acer non lo hanno fatto per darmi una poltrona da scaldare. A differenza del mio predecessore – e dei presidenti di centrosinistra – io sono in Acer tutti i giorni, mattina e pomeriggio. Incontro gli inquilini in orari che ho appositamente indicato e, se necessario, vado io a parlare direttamente con loro. E’ uno sforzo di lavoro anche per gli uffici, è chiaro. Ma, già dopo pochi mesi dal mio insediamento, quella distanza riferita dagli inquilini tra loro e Acer, è immediatamente svanita. Abbiamo battuto sul tempo perfino il Comune nell’installazione delle prime telecamere a Barriera Farnese, quartiere purtroppo noto alla cronaca per episodi di violenza ripetuti e di microcriminalità. Certo, per ottenere dei risultati è necessario uscire dall’ufficio di via XXIV Maggio, presenziare, chiedere incontri, essere anche asfissiante per accelerare delle pratiche che, spesso, sono bloccate da una burocrazia cavillosa. A Cugini, che sembra avere una passione sfrenata per i numeri, bisognerebbe insegnarne la lettura corretta. Dire che con la mia amministrazione le spese sono salite del 1.193% non significa proprio nulla. Quantifichiamo le cifre: Savi ha speso in un anno 400,29 euro di trasferte. Io, in un anno, 4.770,76.  Fa più notizia un presidente che non partecipa alle riunioni operative nazionali di Federcasa – a cui peraltro appartiene – o un presidente che prende parte a tutte le iniziative per far conoscere la realtà di Piacenza a livello nazionale ed europeo e dare così la possibilità al territorio di portare a casa dei finanziamenti per riqualificare finalmente il patrimonio delle case popolari? Stiamo parlando di meno di 5mila euro in un anno. Se per ottenere i finanziamenti regionali di oltre 250mila euro che hanno permesso negli ultimi mesi la realizzazione di nuovi ascensori nelle palazzine di Acer ho utilizzato la macchina aziendale invece del treno è un problema? Per chi?

E veniamo alla morosità. E’ dovere di un amministratore, che sia assessore o consigliere comunale, fornire una comunicazione esatta delle cifre: al 31 dicembre 2017 – dato a cui si riferisce il consigliere Cugini, nell’amministrazione Savi quindi fino a giugno 2017 – la morosità ammontava a 4.212.979 euro, cresciuta del 3,54 per cento rispetto al 2016. Nel 2014, secondo anno di assessorato Cugini, la morosità è cresciuta del 7,99 per cento; nel 2015, terzo anno di assessorato, del 9,82 per cento. E, nel 2016, la morosità ha superato per la prima volta la soglia dei 4 milioni di euro. Dov’era l’assessore Cugini all’epoca? Di cosa di occupava esattamente? Se ne preoccupa oggi che è consigliere di opposizione e non ai tempi in cui aveva il potere e il dovere di amministrare?

Infine, la questione della comunicazione. All’addetto stampa di Acer sono state affidate mansioni di organizzazioni di eventi, di gestione della comunicazione interna ed esterna, la direzione del mensile spedito a tutti gli inquilini, la ideazione e realizzazione delle campagne pubblicitarie rivolte alla mediazione sociale, la responsabilità di tutti i “progetti speciali”, la gestione del sito internet e la gestione del rapporto con le altre Acer e le istituzioni. Il compenso per queste attività è di 25mila euro lordi all’anno: una cifra sulla quale – visto l’impegno e la professionalità richiesti – stupisce che il consigliere Cugini faccia polemica. Soprattutto se si considera che, a tre mesi dalla scadenza del suo mandato di assessore, lo stesso Cugini non si è fatto scrupolo ad utilizzare gratuitamente le competenze dell’addetto stampa di Acer per una comunicazione sul tema dell’Agenzia dell’Affitto (chiusa dopo sei mesi) che è costata ai contribuenti 12mila euro.  

E’ vero. Nel mio primo anno di mandato alcune spese potevano essere risparmiate: quelle che corrispondono al tempo di lavoro buttato via dagli uffici per preparare le pezze giustificative più assurde richieste tutti i mesi dal consigliere Cugini che, evidentemente, ha trovato nella pratica della matematica la sua nuova missione sociale. Tuttavia, se crede che fornire dati parziali e interpretazioni appositamente ingannevoli ai cittadini possa essere utile a far bene il suo compito di consigliere, ha calcolato decisamente male».

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