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M5S al Pd: «Il nostro irrinunciabile rigore nell'agire politico vi infastidisce»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPiacenza

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa dei consiglieri del M5S:

Su una cosa il segretario provinciale Gian Luigi Molinari e l'esecutivo del partito democratico Piacenza, nel loro "appello" apparso su questo giornale qualche giorno fa, hanno ragione: noi del M5S siamo diversi. E spieghiamo perché.

Voi, le sinistre degli ultimi venti-trent'anni, avete tradito tutti gli ideali che, nel bene e nel male, hanno storicamente fatto la sinistra, tanto che chi, come noi, promuove con metodo democratico i principi e i valori di legalità, giustizia, democrazia, effettiva tutela dei cittadini e dei loro fondamentali diritti viene da voi considerato "istituzionalmente pericoloso". Il nostro irrinunciabile rigore nell'agire politico vi infastidisce e lo definite "distruttivo" della partecipazione democratica, forse perché, per rimanere parte del sistema, a quel rigore avete dovuto rinunciare.

Voi, le sinistre degli ultimi venti-trent'anni, siete diventati i maggiordomi delle élites economico- finanziarie, transnazionali e globali, oggi saldamente al potere. Avete inseguito e imitato la peggior destra, rendendo di fatto indistinguibile l’alternanza destra-sinistra. Persino Berlusconi ha tentato un approccio di sinistra proponendo la progressiva nazionalizzazione dell’azionariato della Banca d’Italia nell’arco di tre anni. Voi invece rafforzate il potere delle banche private in Banca d’Italia con cospicue elargizioni di denaro pubblico.

Il vostro attuale uomo di punta, Matteo Renzi, è notoriamente un uomo gradito alle banche. Un uomo che, tra l'altro, non brilla per coerenza e fedeltà alla propria stessa parola. Clamoroso è il 'tradimento' di recente perpetrato sul governo ai danni del compagno Letta, dopo una serie di dichiarazioni di segno opposto e per il ‘nobile’ scopo di evitare il ricorso alle consultazioni elettorali. Non ci ha stupiti, perché lo stesso trattamento è stato riservato al “povero” Bersani, tanto che il partito ci ha messo davvero poco a farlo sparire dalle scene politiche! A chi avrebbe dovuto dare ascolto Grillo? Forse a chi, per ingraziarselo, continuava a ripetere che pagava i biglietti ai suoi spettacoli? Renzi si era pure preparato due battute per fingere sicurezza, dimostrando di non capire che Grillo non era lì per far ridere, ma per guardare negli occhi un uomo di 40 anni che rappresenterà gli italiani e che sta per governare un paese allo sfascio, con una squadra che di fatto non ha cambiato i propri giocatori. A chi dovrebbero dar fiducia i cittadini? A chi ieri diceva bianco e oggi fa nero? Che cambiamento dovremmo aspettarci se nel turnover di ministri si va dalla padella alla brace accentuando i conflitti d'interesse che gli stessi rappresentano?

Scrivete che "la vecchia politica ha creato il fenomeno Grillo, insieme con l'indignazione su una ragnatela di concussione, privilegi e mediocrità che ha dato l'impronta alla politica italiana degli ultimi trent'anni". Voi quindi sareste il "nuovo", come se la continuità storica ed il vostro evidente ruolo subalterno rispetto ai poteri forti potessero oggi all'improvviso emendarsi. Ebbene, non vi crediamo perché la vecchia politica siete voi: non basta avere 40 anni e parlare a spot per agire il cambiamento radicale di cui questo paese necessita. Ma come fate a non accorgervi che siete peggio di prima, perché alla preparazione e alla cultura avete lasciato il passo all'arroganza dei piazzati?

Dite di riconoscere "meriti indubbi ai rappresentanti del Movimento, a partire dalle azioni riguardanti i costi della politica", che però sarebbero "rimasti isolate testimonianze". Bene, 42 milioni di euro sono poca cosa rispetto al denaro pubblico illegittimamente incassato dai vostri partiti. Anche noi avremmo riconosciuto un merito a Renzi, se solo avesse lasciato una pallida e simbolica testimonianza e durante l'incontro con Grillo avesse detto “Ecco Beppe, questo è il primo dei passi che compirò verso il cambiamento: il mio PD restituirà tutti i finanziamenti illeciti ai partiti, incassati dopo l'entrata in vigore del referendum del 1990. Lavoriamo per questo paese sui temi che quotidianamente assillano i nostri cittadini”. Ma forse quella battuta non se l'era preparata in tempo... Invece, proprio sui costi della politica, leggiamo di recente le dichiarazioni del segretario provinciale che deve annunciare (con massima trasparenza!) il rosso del bilancio. Forse non è chiaro, ad alcuni esponenti politici, che la trasparenza si fa prima dopo e durante la gestione di una cassa di partito, magari denunciando con nome e cognome chi e come ha scialacquato il patrimonio locale del partito! Ma, insomma, di cosa ve ne fate di tutti quei soldi pubblici se poi non ci finanziate i partiti? Non saranno mica pochi?

Ma facciamo finta che servano gesti più di sostanza e non solo simbolici per segnare un vero cambiamento, facciamo finta che ogni tanto ne servirebbero anche a livello locale. Facciamo allora un esercizio di dialogo insieme al PD: il problema dell'inceneritore, attuale e di interesse per tutti i piacentini. Di recente è stato richiesto il rinnovo dell'autorizzazione alla gestione dell'impianto  termovalorizzatore di Tecnoborgo con ampliamenti e modifiche comportanti cospicui investimenti e la possibilità di reperire rifiuti speciali da bruciare da qualsiasi parte d'Italia (e non solo?). 

La linea espressa nel piano regionale, attualmente in corso di approvazione, prevede una progressiva riduzione degli impianti in virtù dell'espansione della raccolta differenziata. C'è il rischio che in spregio alla diligenza dimostrata dai cittadini con la raccolta differenziata, la regione possa diventare il ricettacolo dei rifiuti di tutta Italia e sapete bene che, in questo momento, investire sull'ampliamento ed il rinnovamento del nostro termovalorizzatore con la rimozione del limite territoriale di provenienza dei rifiuti trasformerebbe l’impianto, destinato secondo il prossimo piano regionale rifiuti alla dismissione nel 2020, in un gigantesco collettore di rifiuti ben difficilmente spegnibile nel prossimo futuro, sommando inquinamento ad inquinamento in una città compromessa, in barba agli sforzi fatti dai suoi cittadini. Altri inceneritori della regione (Modena e Ferrara) hanno chiesto e ottenuto la stessa variazione avanzata da Tecnoborgo, perché tutti gli inceneritori dell'Emilia Romagna non riescono a soddisfare il proprio fabbisogno di rifiuti tanto sono diventati efficienti i cittadini regionali nella raccolta differenziata! Anzichè richiedere per ogni inceneritore di togliere il vincolo di provenienza provinciale per far arrivare rifiuti da fuori regione, possiamo ipotizzare che ci si accordi tra province più o meno vicine per accettare i nostri rifiuti (anziché quelli di Caserta!) così da dare la sensazione che gli amministratori vogliono premiare una regione virtuosa e non penalizzarla perché col suo degno comportamento sta ostacolando l'adeguata alimentazione degli inceneritori?

Da un lato sta l'interesse della collettività a politiche ecocompatibili ed innovative per la tutela della salute e dell'ambiente; dall'altro sta quello di Tecnoborgo (Iren), ossia l’interesse del business sui servizi e sui cittadini. Prudenza e logica imporrebbero di non adottare provvedimenti penalizzanti per le realtà cittadina e provinciale durante l’iter di approvazione del piano regionale. Lungimiranza politica consiglierebbe di cogliere quest’occasione per accelerare il naturale processo di dismissione del termovalorizzatore, magari riconvertendolo in impianto di trattamento meccanico manuale, non inquinante, per il recupero del residuo indifferenziato secco. Da che parte state? Un po' ce lo immaginiamo...provvederemo a verificarlo.

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