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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

«Maggioranza divisa, si fa opposizione da sola al suo interno»

Le minoranze mettono il dito nella piaga sul caso Iren-Liberali. Il Pd: «Manca l’unità nel centrodestra, troppi condizionamenti nell’azione dell’Amministrazione». Trespidi: «Se vendiamo le quote meglio realizzare un’opera simbolo». Rabuffi: «Gestione imbarazzante». Foti: «Nella maggioranza non siamo una chiesa, ma neanche un pollaio»

5 STELLE: «MEGLIO UN MUTUO CHE VENDERE LE QUOTE»

«Gli episodi degli ultimi giorni – ha preso la parola Sergio Dagnino (Movimento 5 Stelle) - non sono nuovi, ci sono idee divergenti sul Pugni Dagnino Movimento 5 Stelle-2futuro della galleria Ricci Oddi, sulla Fondazione Teatri, sul progetto Terrepadane, sull’Irpef, e ora Iren. Secondo noi queste polemiche sono un problema: speriamo che il sindaco faccia chiarezza».  «I dividendi che distribuisce Iren ai comuni  – ha espresso il consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Pugni - negli ultimi anni non sono una cedola costante, è un rischio che ci assumiamo. Il Comune ha un livello d’indebitamento bassissimo, è un ente virtuoso, è in condizioni ottime: c’è quindi lo spazio per nuovi mutui. Io agirei così. Anch’io mi aspetto però un’opera importante di mandato alla luce della vendita di queste opere e vorrei che il centrodestra facesse veramente una spending review dei conti del Comune».

PC IN COMUNE: «SITUAZIONE ALLARMANTE»

Durissimo, come sempre, nel giudicare l’unità del centrodestra, Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune). «Tutto il Consiglio comunale di Piacenza – ha tuonato Rabuffi - è colpito dalla vostra imbarazzante gestione della cosa pubblica. Solidarietà a tutti i consiglieri che hanno assistito a questa pagina bruttissima della politica piacentina. La vendita delle quote di Iren è il pretesto per presentare il conto al collega Levoni e liberarvi del suo spirito libero, quanto fastidioso. Lo volete espellere come fu fatto con gli assessori Garetti, Polledri e Putzu, l’allontanamento di Giardino e i cartellini “gialli” dati a Saccardi. C’è una spaccatura clamorosa nella maggioranza, oggi i Liberali sono di fatto all’opposizione e il termometro della situazione politica è allarmante, con dichiarazioni frontali tra di voi, coltellate che vi date. Sono preoccupato che le coltellate non arrivino anche ai piacentini». «Chi sono i ventriloqui esterni – ha provocato Gianluca Bariola (Pc del futuro) - che suggeriscono Levoni, come pensa e dice qualcuno della maggioranza?». «Si poteva garantire ancora qualche tempo per approfondire – ha rilevato Gloria Zanardi del Gruppo Misto - se lo chiede qualche componente. Anche se le critiche di Levoni sono andate molto oltre». 

FOTI: «NON CONTIAMO IN IREN»

Alle opposizioni ha risposto soprattutto il veterano del centrodestra, in procinto di lasciare a breve il Consiglio comunale (rassegnerà le dimissioni a fine marzo). «Bariola si preoccupa del ventriloquio di Levoni – è piccata risposta del consigliere e deputato Tommaso Foti (Fd’I) - e si dimentica del suo. Rabuffi sono 4 anni che si è dimesso dalla Giunta Dosi senza spiegare il perché. E a settembre lo stesso Rabuffi chiese di uscire completamente da Iren. E Trespidi che ci dice di indicare ora una grande opera è lo stesso che in Provincia nel 2013 vendette le quote, senza spiegare per cosa servissero quei soldi». Foti ha minimizzato le schermaglie interne. «La maggioranza non è una Chiesa in cui non si può criticare, ma non deve essere neanche un pollaio. Ad oggi, comunque, a cosa è servita la nostra quota in Iren? Vent’anni fa avevamo la vicepresidenza con Marco Elefanti e la responsabilità degli investimenti in Enia, oggi cosa è rimasto? Quattro uffici in croce. Neanche l’ombra di quello che doveva essere, con l’Ad che fa delle conference call per dialogare con Piacenza e siamo senza dirigenti. Non è quanto hai del pacchetto azionario che è importante, ma quanto conti nell'azienda. Attualmente non è più strategica per i comuni e il momento migliore per vendere è adesso, per questo abbiamo fretta oggi di piazzarle, prima che distribuiscano i dividendi, intanto che sono appetibili sul mercato».

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