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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

«Manifestazioni Si Cobas uno smacco nei confronti di tutte le attività chiuse»

La nota dei consiglieri di Fratelli d’Italia che prendono posizione in merito alle manifestazioni indette dalla sigla Si Cobas nei giorni scorsi

«Tre giorni di manifestazioni alla faccia di tutte le attività chiuse per decreto e di tutti i bambini che non hanno la possibilità di seguire le lezioni in presenza». Inizia così la nota dei consiglieri comunali di Fratelli d’Italia che prendono posizione in merito alle manifestazioni indette dalla sigla SiCobas nei giorni scorsi.

«Le manifestazioni Sicobas che si sono tenute nelle giornate di sabato 13, lunedì 15 e martedì 16 (queste ultime due proprio di fronte al Tribunale), rappresentano un forte smacco nei confronti di tutte quelle persone a cui non è concessa la possibilità di svolgere attività lavorativa a seguito delle restrizioni derivanti dalla collocazione della nostra città in zona rossa».

«In una tale situazione di emergenza sanitaria – continua la nota - in cui tutte le persone sono fortemente limitate delle loro libertà personali, troviamo oltremodo inconcepibile che il Ministero dell’Interno consenta di autorizzare manifestazioni di tal guisa permettendo la partecipazione di migliaia di persone e, tra l’altro, anche provenienti da territori diversi, consentendo così, anche, lo spostamento tra Regioni. Spostamento, questo, che i cittadini non possono normalmente compiere ormai da cinque mesi».

«Sapere di tanti bambini in lacrime, lo scorso venerdì, all’uscita dagli asili o dalle scuole all’idea di non poter rientrare il lunedì successivo ed al pensiero di non poter socializzare con i loro compagni di gioco è ancor più avvilente quando si assiste, ormai quotidianamente, all’autorizzazione di manifestazioni che espongono i partecipanti a rischi di contagio ben maggiori rispetto a quelli esistenti negli asili, scuole, ristoranti, bar, palestre e tante altre attività economiche ad oggi chiuse per decreto».

«Al di la di tale evidente aspetto - concludono - non ci sembra neppure normale che il Giudice delle Indagini Preliminari investito della decisione sulla istanza di revoca della misure cautelari applicate nei confronti degli indagati debba svolgere tale importantissimo compito subendo la costante pressione di continue manifestazioni a pochi passi dal proprio ufficio».

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