Parma: una legge anti – kebab? Solo falsità
Falsità e disinformazione, accusa Maurizio Parma, Consigliere regionale del Carroccio. Il leghista, punta il dito sulla proposta di legge regionale “Definita dai media anti-kebab”. La legge, vuole disciplinare i laboratori artigianali di kebab alla stregua degli altri esercizi pubblici
Per prudenza o per rettifica, fa un passo indietro il Consigliere Parma. E in una nota alla stampa chiarisce: “La legge - approvata dalla Regione Lombardia - vuole regolamentare l'attività dei laboratori artigianali, come i kebab, che, a differenza dei pubblici esercizi, non sono vincolati a orari di apertura e chiusura". Una legge che Parma vorrebbe si introducesse anche in Emilia Romagna.
I media fanno mistificazioni e informazione non documentata |
Nei giorni scorsi l'annuncio alla stampa: “Un progetto di legge che impedisca l’apertura di nuovi kebab nei centri storici e che preveda incentivi sotto forma di finanziamenti e/o sgravi fiscali per agevolare il ritorno di ristoranti ed osterie che offrono prodotti locali”. Così aveva esordito. E sul nostro giornale erano piovuti commenti. Assolutamente a favore, oppure assolutamente contro. Sembra, senza sfumature intermedie.
Ora Maurizio Parma spiega meglio: "La legge lombarda non è altro che l'applicazione alla lettera della legge Bersani (candidato a condurre il Pd) in base alla quale i laboratori artigianali non possono prevedere l'allestimento di arredi esterni per la consumazione dei propri prodotti”.
Il documento ha incontrato il favore della maggior parte delle associazioni di categoria lombarde |
Non solo, il documento ha incontrato il favore della maggior parte delle associazioni di categoria lombarde, sostiene Parma. “Basti dire che la legge è stata studiata insieme a Confartigianato e Ascom, che si sono dimostrate soddisfatte". "L'obiettivo - ha poi aggiunto - è tutelare quegli esercizi che sono in regola con la legge Bersani ed evitare assembramenti notturni di persone davanti a esercizi che non ne hanno titolo. Non ha ragione di esistere nemmeno la polemica sulla salvaguardia di alcune realtà turistiche perché sono previste deroghe a discrezione dei Comuni".