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Meloni e elenco di devianze, Europa Verde: «Visioni inaccettabili»

Il gruppo di Piacenza: «Ci sembra di tornare indietro di secoli, alla caccia alle streghe e agli eretici, ad una società che per proteggere i sani e i normali etichettava gli altri»

«Un elenco, una lista di situazioni da riconoscere, combattere, isolare. Non siamo sul sagrato di una cattedrale nel sedicesimo secolo ad ascoltare l'ennesimo decreto della Santa Inquisizione ma nel 2022 sul profilo Facebook di Fratelli d'Italia, partito, guidato da Giorgia Meloni, che aspira a rappresentare i cittadini in Parlamento». Lo scrive in una nota Europa Verde Piacenza. 

«Ci sembra - si legge - di tornare indietro di secoli, alla caccia alle streghe e agli eretici, ad una società che per proteggere i sani e i normali etichettava gli altri, non preoccupandosi neppure di distinguere tra ribelli, fuorilegge e persone malate o con disabilità. Ci sembra di tornare ad un'epoca, forse mai terminata, in cui diversità, sofferenza, fatica di vivere sono considerate una colpa. Ci sembra di tornare all'epoca delle istituzioni totali, in cui sotto una coltre di pietoso assistenzialismo si celava la volontà di isolare e opprimere».

«Visioni inaccettabili per Europa Verde, soggetto componente di Alleanza Verdi Sinistra. Diciamolo chiaramente: concordiamo sulla necessità di investire in una cultura accessibile, ampia ed equa e nello sport dilettantistico, ma non per tirare fuori altri Totti o Messi, o per contrastare alcune ipotetiche devianze: piuttosto per valorizzare la persona e i suoi molteplici bisogni in una società democratica e inclusiva. Stando al vocabolario Treccani, consultabile gratuitamente online, con devianza si intende: "Termine usato per indicare quei comportamenti che si allontanano da una norma o da un sistema di regole". L'elenco proposto da Fratelli d'Italia mal si adatta a tale definizione, in quanto in modo inappropriato frammischia dipendenze, patologie, disturbi dello sviluppo e comportamenti illegali: non è difficile capire quanto, in questo contesto, il termine 'devianze' assuma un'accezione pericolosa e discriminatoria».

«L'anoressia infatti, patologia clinica che può portare alla morte, non può certo essere accostata alle baby gang o al bullismo, e certamente non è curabile o prevenibile tramite lo sport. Nessuno - proseguono - sceglie di diventare anoressico, di avere una dipendenza, di praticare l'autolesionismo o di chiudersi in casa come hikikomori. Non siamo di fronte a comportamenti devianti, sono persone con una situazione di sofferenza che può essere data dalle strutture sociali, dalla storia di vita, dalla famiglia di origine e in taluni casi dalla genetica. Troviamo d'altra parte fuori luogo il "VivaLeDevianze" di Enrico Letta. Diremmo anche noi viva le devianze quando queste sono espressione libera della persona, della sua personalità, delle sue scelte. Diremmo certamente "viva l'omosessualità" in una società omofoba, "viva Basaglia" in una società che ghettizza le persone con malattia mentale, ma non diremmo mai "viva l'autolesionismo", "viva l'anoressia". Queste non sono devianze e non sono nemmeno scelte».

«Come Europa Verde Piacenza ci riconosciamo quindi nell'appello dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna. Riteniamo fondamentale - spiegano - che le politiche sociali e sanitarie si orientino a promuovere il benessere delle persone intese come soggetti bio-psico-sociali, in un'ottica universalista. Ma per fare ciò è necessario riconoscere come necessario un aumento della spesa sociale e sanitaria. È urgente puntare su una rete di servizi socioeducativi e sociosanitari diffusi e capillare, investire sulla sanità territoriale, sulle professioni sociali come psicologi, educatori professionali sociopedagogici e sociosanitari, assistenti sociali».

«È necessaria una politica di prevenzione, non di tamponamento. Non possiamo porci il problema dell'anoressia quando muore un giovane, delle dipendenze quando troviamo al parco giovani collassati o delle baby gang dopo una rissa violenta. La politica deve agire prima, creando una rete di resilienza alle diverse fragilità: attraverso servizi alla persona che lavorino sul territorio e sulla comunità, intercettando i giovani nei loro diversi luoghi di vita. Sui territori ci sono progetti che funzionano e professionisti che lavorano bene. È ora che i politici si mettano in ascolto».

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