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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Modifiche agli assetti dell’Asp, Pallavicini: «Condivisione e garanzie occupazionali»

Nota di Pallavicini, capogruppo Sinistra per Piacenza in consiglio: «In merito alle voci apparse sulla stampa locale sul tema di eventuali future modifiche agli assetti dell’ASP, chiediamo con forza all’amministrazione comunale di chiarire le sue intenzioni»

«In merito alle voci apparse sulla stampa locale sul tema di eventuali future modifiche agli assetti dell’ASP, chiediamo con forza all’amministrazione comunale di chiarire le sue intenzioni.  Si è infatti parlato di un possibile ritorno a un servizio gestito direttamente dall’ente comunale, suggerito all’amministrazione da uno studio dell’Università di Modena-Reggio che individua in questa soluzione lo strumento per arrivare a un consistente risparmio economico da parte del Comune» scrive in una nota Carlo Pallavicini,  capogruppo Sinistra per Piacenza in consiglio.

«Il gruppo consiliare di Sinistra per Piacenza e le sensibilità politiche che rappresenta hanno sempre valutato positivamente la gestione diretta dei servizi, e quindi in prima battuta potremmo valutare positivamente questa ipotesi. Vi sono però due questioni macroscopiche che devono essere affrontate. La prima è la cornice contrattuale che riguarderebbe i lavoratori interessati. Essi si trovano oggi in un regime di tempo indeterminato, mentre rumors indicano  in un periodo di un anno, quindi evidentemente determinato, la durata dell’eventuale nuova soluzione. Se queste voci sono vere, chiediamo: per poi fare cosa? Trovare una definitiva riconferma a tempo indeterminato (garantendo così anche la qualità del servizio) o tornare ad essere esternalizzate alla medesima o a nuova cooperativa? Questa seconda opzione è molto rischiosa: sappiamo infatti che il “Jobs Act” varato dal Governo Renzi consentirebbe a queste di beneficiare di esenzione fiscale per i primi tre anni di assunzione dei lavoratori, spingendole quindi ad assumerli con contratto determinato per poi liberarsene dopo tre anni e, assumendone nuovi, tornare a godere del beneficio. Abbiamo fondato motivo di temere questa strategia dato che la stiamo vedendo applicata in altri Comuni. Un doppio rischio insomma: per i lavoratori e per la qualità del servizio che inevitabilmente risulterebbe penalizzata dalla “turnazione forzata”» continua. 

«La seconda questione, fondamentale, è che al momento non è stato annunciato in merito a un tema così importante, che incide su un servizio fondamentale, alcun passaggio di discussione istituzionale. Può la giunta permettersi di decidere senza un passaggio in commissione o in Consiglio Comunale? La cosa ci suscita più di un dubbio anche in termini di fattibilità tecnica, ma sicuramente ci insospettisce a indispone in termini politici. Chiediamo quindi nell’ordine che vi siano tutti i passaggi di massima condivisione e discussione, evitando di governare “per decreto” e che vengano fornite garanzie in termini occupazionali (e quindi di qualità del servizio) sul lungo periodo. Se queste condizioni saranno rispettate la proposta troverà il nostro sostegno, in caso contrario la nostra opposizione» conclude la nota. 

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