«Un metodo fatto di ascolto e confronto: voglio riavvicinare i borgonovesi alla gestione del paese»
Monica Patelli, candidata alle urne del comune della Valtidone con la lista civica "BorgoNuova": «Il mio primo punto di vista è di donna e mamma»
«Un metodo fatto di ascolto e confronto», condotto da un punto di vista che in primis «è di donna e mamma». Uno sguardo inedito per il ruolo a cui aspira Monica Patelli, candidata alla guida di Borgonovo Val Tidone con la lista civica “Borgo Nuova” (sostenuta dal Pd): se eletta al prossimo appuntamento alle urne del 3 e 4 ottobre, diventerebbe infatti sindaca, «la prima della storia del paese».
Cosa l’ha spinta a candidarsi? «L’amore per il mio paese. Sembra un “parolone” astratto, ma è così. Abito a Borgonovo da quando sono nata e ho un forte attaccamento alle mie origini. Sognavo di riuscire a restare e ho trovato un marito che ha sposato questo progetto: oggi ho tre bimbe e le cresciamo qui. Già da ragazzina ho sempre cercato di vivere il mio paese fine in fondo, con la scuola, la parrocchia e dal 2006 nell’ambito del volontariato. In quanto genitore rivivo oggi la stessa realtà, dalle scuole ai parchi giochi, da un punto di vista diverso».
Quali delle sue esperienze professionali, formative o personali pensa possano rappresentare un punto di forza in campo amministrativo? «Il lavoro in un ente di ricerca e di logistica mi ha portata a relazionarmi più con amministrazioni pubbliche che con i soggetti privati e mi è piaciuto avere un confronto costante con le persone. Ho appreso un metodo fatto di ascolto, apertura, confronto e ricerca. Di fronte a un problema parto dai dati, che sono i numeri, le opinioni delle persone e i loro obiettivi. Stare a contatto con la gente è anche la ragione che mi ha spinta a fare volontariato. Quando le cose mi appassionano in qualche modo ci “finisco sempre dentro”; mi fa piacere dare un contributo e metterci del mio».
Una donna alla guida di Borgonovo può fare in qualche modo la differenza? «Credo possa portare maggiori attenzioni a certi ambiti. Donna e aggiungo mamma, è inevitabile che uno dei miei primi punti di vista sia questo. Poi ovviamente non ci sono solo io, sono accompagnata dalla visione di un gruppo, rivolta a tutta la comunità».
A quali ambiti pensa? «Nel nostro programma, tra le cose da realizzare se eletti nei primi cinque mesi di mandato, al primo punto ci sono le famiglie: più tempo per la vita, prolungamento dell’orario della scuola materna statale al pomeriggio, un’attenzione particolare alla mensa della scuola primaria e secondaria, centri estivi in rete con il territorio, nuovo parco giochi, più moderni e curati. Pensiamo anche ai ragazzi e ai giovani, proponendo aree wi-fi, una sala prove per i gruppi musicali, punti di ascolto, perché anche la fascia dei ragazzi delle scuole medie e superiori spesso è lasciata a sé. Ci sono anche i progetti per la terza età e le associazioni».
Cosa “funziona” e va preservato secondo lei a Borgonovo e cosa, invece, va cambiato? «Parto dal secondo punto: mi piacerebbe riuscire a riavvicinare le persone alla gestione del proprio paese. Vedo che tanti se ne sono allontanati, un fenomeno non solo locale, ma anche nazionale, forse anche perché insoddisfatti dalla politica. Mi piacerebbe che ci fosse un clima di maggiore partecipazione e collaborazione per rendere il paese più vivo e bello; molti facilmente criticano e si lamentano, poi però difficilmente sono disposti a metterci del loro. Amo pensare che in una realtà di queste dimensioni, la relazione sia davvero importante e che il riavvicinamento sia possibile. Rispetto al primo punto, Borgonovo ha un associazionismo molto forte e radicato; ognuno va un po' per la sua strada, potrebbe crescere e acquisire un valore maggiore».
Una foto di gruppo della squadra al completo della lista civica BorgoNuova
L’emergenza sanitaria per la pandemia Covid-19 non è ancora finita, come guardate a questa situazione? «Con la squadra abbiamo riflettuto anche su questa tema, che ha fatto emergere ancor di più le problematiche collegate ai bisogni delle persone sole, portandoci a pensare a dei servizi di maggiore vicinanza: ad esempio l’attivazione di un telefono amico e la spesa e i pasti a domicilio. Dal punto di vista sanitario il Comune può avere un ruolo più forte nella Conferenza sociosanitaria: Borgonovo ha una Casa della salute dove al proprio interno ci sono tanti servizi, e può spingersi ad essere più protagonista, entrando a far parte del gruppo più ristretto della conferenza, per partecipare a decisioni importanti anche a livello provinciale. Voglio anche essere ottimista e guardare al bicchiere mezzo pieno: arriverà la ripresa e dobbiamo riuscire ad essere pronti a sfruttare bene i fondi e le opportunità. La nostra è una squadra giovane, con le giuste relazioni, che può spingere su progettualità europee».
È stato difficile raccogliere disponibilità per la lista? «Era il peso più grosso che sentivo sulle mie spalle. Perché credo che le persone facciano la differenza e in un paese ancora di più. C’è stato un momento in cui ho pensato “se non arrivo ai dodici che ho in testa come rappresentatività la chiudo prima” e le ultime aggiunte sono quelle che mi hanno entusiasmato ancora di più, perché avevano seguito il progetto e poi hanno avuto lo slancio».
Quale combinazione cercava? «Quella rappresentativa della società: c’è chi porta i bisogni delle frazioni, delle famiglie, della scuola, chi conosce l’ambito sociosanitario, i lavori pubblici o gli aspetti di bilancio. L’immigrazione e la sicurezza sono fattori sentiti e volevo qualcuno che potesse aiutarmi anche ad avere un punto di vista sui nuovi cittadini di Borgonovo. Sono contenta perché in un momento in cui sei anche un po' stanca per il lavoro fin qui fatto, l’energia ora mi arriva da loro».