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Movimento 5 Stelle, «Nell’Anci regionale il 70% di consiglieri nominati è del Pd»

Intervento congiunto di tutti i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle della regione Emilia-Romagna per denunciare una «scarsa democrazia nelle nomine dei rappresentanti dell'Anci regionale»

«Piccoli comuni – spiegano in una nota tutti i consiglieri comunali della regione che appartengono al Movimento 5 Stelle - Unioni di comuni, Comunità montane, Consigli Comunali, Commissioni, Giunte, etc. Al variegato ed articolato mondo delle amministrazioni locali occorre aggiungere una galassia di ulteriori organismi con compiti talvolta nebulosi e complessi con modalità spesso oscure o non definite.  I ruoli ed i fini di tali sovrapposizioni di strutture tra cui ricordiamo congressi assemblee coordinamenti, ecc.. sono appesantiti da regolamenti, statuti, procedure , prassi che separano la pubblica amministrazione dal semplice cittadino. In Emilia Romagna esistono organismi come l’ANCI regionale che dichiarano di avere tra le finalità quella di “perseguire i propri scopi ispirandosi a valori di autonomia, indipendenza, rappresentatività; promuovendo e diffondendo la coscienza dei valori dell’autonomia, della sussidiarietà, del decentramento”. Purtroppo come spesso accade le “alte” finalità dichiarate si scontrano con la realtà fatta di compromessi, relazioni, scambi ed imperizie che rendono le azioni di questi enti profondamente non democratiche».

«Un esempio di questo contrasto, l’abbiamo avuto il 14 ottobre, in cui è stata convocata l’ assemblea dei consiglieri comunali di tutta la regione con tale ritardo che la partecipazione di un potenziale di 5000 eletti in tutta la regione si è concretizzato in poche decine di consiglieri che tra l’altro avevano il delicato compito di nominare il gruppo di coordinamento dei consiglieri comunali regionali che a sua volta avrebbe avuto il compito di nominare i rappresentanti all’interno del consiglio regionale. Per l'ANCI la composizione dei 20 consiglieri avrebbe dovuto rispettare la percentuale dei sindaci (70% appartenenti al PD) conguagliata al 60% consiglieri PD e 40% altri partiti. Ai consiglieri del MoVimento 5 Stelle dell'Emilia Romagna questa ripartizione non è sembrata corretta in quanto non rispetta il voto degli elettori che non hanno assegnato al PD il 70% dei voti alle amministrative su base regionale. Tralasciamo l’effettiva utilità di tali organismi per denunciare un percorso che, aggiungendosi alle inique modalità elettive delle città metropolitane, delle unioni dei comuni e del senato, allontana drammaticamente le volontà e il diritto di scelta dei cittadini. Il M5S ha ritenuto di opporsi allo svolgimento di questa assemblea lottando nei luoghi deputati, per contrastare la scarsa partecipazione e l’assenza di un vero metodo democratico per l’elezione dei componenti degli organismi dell’ANCI regionale».

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