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«Nelle zone di montagna il soccorso deve sempre avere la presenza di un medico»

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri interroga la Regione sulle Unità mobili di soccorso

La Delibera regionale n.44 del 26/01/2009 stabilisce i requisiti per l’accreditamento delle strutture di soccorso/trasporto infermi. Le Centrali Operative 118 devono poi identificare il codice di intervento, sulla base della gravità/urgenza del caso inviando il mezzo più idoneo nell’ambito delle (UOM) Unità operative mobili. «Dal 2009 ad oggi – interviene il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri - si è proceduto ad una ‘razionalizzazione’ dei costi delle strutture sanitarie sul territorio regionale, che ha portato al progressivo declassamento di molte strutture ospedaliere nelle varie province. Ciò ha avuto come conseguenza la concentrazione dei servizi ospedalieri nei nosocomi più grandi e geograficamente più centralizzati, con la chiusura o appunto il declassamento di tanti ospedali più piccoli. A seguito di tali scelte i tempi di soccorso e quelli di ospedalizzazione, in molti casi e nelle zone più remote, si sono conseguentemente dilatati, e il mezzo operativo mobile è divenuto quindi sempre più importante per le emergenze/urgenze. Alcune delle attuali Unità operative, oltre essere sprovviste di medico o infermiere, utilizzano volontari a seconda del livello di classificazione dell’unità stessa, e sono anche sprovviste dei medicinali indispensabili in casi critici come il trattamento diabetici, shock anafilattici, infarti etc. e come previsto dal GPG/2016/582. Appare dunque evidente che se contestualmente, nello stesso territorio, vi fossero casi gravi di richiesta soccorso, ove risultassero già impegnate le Unità operative dotate di medico e infermiere con farmaci indispensabili, altre Unità operative infermieristiche potrebbero essere insufficienti per garantire al paziente l’adeguato soccorso». Il consigliere di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri interroga quindi la Giunta per «valutare se la dotazione di alcune Unità operative mobili non dovrebbero essere considerate superate e se almeno quelle che operano nelle zone più remote non debbano essere trasformate tutte in Unità con medico, infermiere professionale non volontario, autista soccorritore e dotazione di attrezzature e farmaci indispensabili».

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