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«Nessun dubbio, l’ex mercato ortofrutticolo verrà demolito»

Dopo l’esposto e la diffida del comitato il sindaco Barbieri pone dubbi sull’elenco dei sottoscrittori. La replica dei contestatori della demolizione: «I lavori sono abusivi»

«L’Amministrazione non ritiene che sussistano fondati presupposti per interrompere o modificare l’iter del percorso amministrativo intrapreso in merito alla demolizione dell’ex mercato ortofrutticolo». Il sindaco Patrizia Barbieri replica in questo modo alle critiche e alle accuse del comitato Fondo Ambiente e Territorio Piacenza, che contesta la demolizione del comparto (per realizzare un parcheggio). Non solo, il Comune pone qualche dubbio sull’elenco di sottoscrittori del documento che critica l’operato dell’Amministrazione (il comitato ha presentato un esposto in Procura e inviato una diffida alla ditta privata che si occuperà a breve dei lavori). «Non risulta – sottolinea il sindaco – alcuna firma dei sottoscrittori del documento, neppure quella dell’avvocato che sta seguendo la vicenda, Umberto Fantigrossi. La circostanza può sollevare qualche dubbio». Il sindaco ricorda inoltre che tutti gli atti sono «legittimi e mai stato oggetto di contenzioso, e tutti gli organi competenti hanno svolto il proprio dovere».

LA REPLICA DEL COMITATO

«Le azioni legali del Comitato Fondo Ambiente e Territorio Piacenza – si legge in una loro nota - contro la demolizione dell’ex mercato ortofrutticolo comunale e alla sua trasformazione in parcheggio a servizio del centro commerciale-terziario progettato dalla Società Terre Padane nell’ex Consorzio Agrario, sono fondate su norme di legge e su valutazioni urbanistiche documentate, indirizzate all’Amministrazione Comunale ed espresse pubblicamente in varie forme già negli anni scorsi. Con le dichiarazioniPatrizia Barbieri-121 pubblicate dagli organi d’informazione la Sindaca Barbieri non risponde alle questioni poste dai cittadini, ora organizzati come Comitato. Definisce legittimi gli atti assunti dall’Amministrazione Comunale, ma non dice che essi non rispettano un requisito essenziale stabilito dalla legge e richiamato dall’accordo Comune-Terre Padane:  “L’efficacia degli impegni assunti sia dal Comune di Piacenza sia dal Soggetto attuatore con la sottoscrizione del presente atto è subordinata all'approvazione dell'Accordo di programma e dell'Accordo territoriale e alla conclusione favorevole del procedimento di variazione degli strumenti urbanistici comunale e provinciale”. In altre parole, a norma di legge, l’ex mercato ortofrutticolo non può essere demolito per essere trasformato in parcheggio perché, a tutt’oggi, il Consiglio Comunale non ha ancora formalmente variato il Piano Urbanistico. Da qui il profilo di abusivismo dell’avvio dei lavori denunciato nei nostri documenti. Inoltre afferma di avere dato risposta, alle osservazioni contenute   nella petizione-diffida del 3 giugno, con una lettera del 26 luglio indirizzata al rappresentante legale del Comitato e ai soggetti destinatari della petizione-diffida. La risposta, però, non è mai pervenuta né alla casella PEC dello Studio dell'avvocato Umberto Fantigrossi, che assiste legalmente il Comitato, né ai Consiglieri Comunali, interlocutori del Comitato in quanto rappresentanti istituzionali dei cittadini. Per quanto concerne i "sedicenti sottoscrittori”, come la Sindaca ha definito i firmatari, facciamo presente che tutte le firme di adesione alla petizione-diffida del Comitato sono pervenute ai promotori dell’iniziativa via mail, nel mese di maggio scorso e sono a disposizione per ogni tipo di verifica venisse richiesta, anche se il relativo elenco è stato allegato alla PEC di trasmissione dello Studio Legale Fantigrossi e la messa in dubbio della relativa autenticità e provenienza rappresenta una caduta di stile che non merita di esse-re presa in considerazione, salvo che possa assumere rilevanza per i profili deontologici di cui si dovrà occupare l’Ordine degli Avvocati. In ogni caso confermiamo che le mail di adesione sono a disposizione presso il Comitato e restiamo in attesa di  una risposta pubblica, istituzionalmente doverosa, nel merito delle questioni poste dalla petizione-diffida del 3 giugno, dall’esposto alla Procura del 7 luglio e dalla diffida alla Ditta appaltatrice del 27 agosto e di farci avere copia della sua mail del 26 luglio, nonché della relazione tecnica che dimostra la regolarità del procedimento dell’accordo Comune - Società Terre Padane».

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