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Niente omaggio a Pino il madonnaro, respinta la proposta di Rabuffi

Il consigliere di “Pc in Comune”: «Una targa o una pietra d’inciampo in Largo Battisti per ricordare l’artista scomparso quasi un anno fa». Ma la mozione raccoglie solo un altro voto. Fd’I: «Non era d’esempio». Il resto dell’aula: «Il bosco in città ricorderà tutte le vittime del Covid»

La sua scomparsa ha suscitato vasto cordoglio in tutto il Piacentino, malgrado pochi abbiano davvero conosciuto bene la sua storia di vita. La sua assenza in centro storico si sente, ma niente targhetta alla memoria di Giuseppe “Pino” Vommaro, il madonnaro di Largo Battisti scomparso lo scorso 26 aprile a causa del Covid. L’uomo, molto noto in città per la sua presenza fissa negli ultimi anni davanti alla chiesa di San Donnino, è arrivato a Piacenza dopo un lungo peregrinare.

Luigi Rabuffi, consigliere di “Piacenza in Comune”, ha proposto, con una mozione, di dedicargli – proprio in Largo Battisti – un segno,Luigi Rabuffi-14-3 un omaggio. «È stato protagonista – ha spiegato in aula Rabuffi - di un’arte effimera, è stato l’ultimo madonnaro piacentino. Esprimeva la sua arte a cielo aperto, davanti alla chiesa di San Donnino. Rappresentava il compendio delle difficoltà in cui una persona può imbattersi nella vita. I numerosi ricoveri al pronto soccorso per gli eccessi alcolici erano lì a dimostrarlo. Chiedo però un’istallazione o un evento ricorrente per ricordare non solo l’artista, ma il ruolo che hanno avuto i madonnari». L’associazione “Diciottotrenta” si era offerta di preparare una targhetta o una pietra d’inciampo sul marciapiede della chiesa di San Donnino. «Un modo per dimostrare l’affetto nei confronti della sua memoria e una testimonianza di vicinanza alle marginalità».

L’assessore Paolo Mancioppi non ha voluto prendere posizione, lasciando al Consiglio comunale la possibilità di decidere. Ma dalla maggioranza, e non solo qui, sono state mosse critiche alla mozione. La proposta di Rabuffi è stata infatti bocciata, appoggiata solo da Antonio Levoni (Liberali). Contro si sono espressi Lega, Fd’I, Fi e il Gruppo Misto (ad eccezione di Michele Giardino). Al voto non hanno partecipato Pd, Liberi, Pc Oltre, lo stesso Giardino e Pugni del Movimento 5 Stelle. Astenuti il grillino Sergio Dagnino e Pc del futuro.  

«Non voglio esprimere un giudizio – ha preso la parola Carlo Cerretti (Fd’I) - sul carattere umano e artistico della persona. È inutile che ci nascondiamo dietro un dito. Ho visto esposte da Vommaro anche molte bottiglie di alcol, i dipendenti Iren si lamentavano di come lasciava il centro. Sono stato inoltre testimone di diversi interventi della Polizia Locale, che si rifiutava di venire soccorso quando stava male e necessitava dell’ambulanza. In altre città il madonnaro aveva la possibilità di sostare dieci giorni e poi cambiare luogo. Piacenza non ha un regolamento al riguardo. Ma se dobbiamo dedicare qualcosa, facciamolo ad altre persone che sono veramente d’esempio. Da qui a mettere una targa per il madonnaro, ne passa…».

«Non voteremo questa mozione – si è sfilato il capogruppo Pd Stefano Cugini - non è il momento in questa fase di discutere di chi è scomparso per il Covid. Bisogna fare una riflessione più ampia in futuro». «Non ritengo opportuna questa mozione – si è unito Massimo Trespidi (Liberi) - dobbiamo darci una linea. Sono scomparse tante persone per il Covid, pubblici amministratori, esponenti della società civile. Se si intende dedicare un bosco urbano per tutte le vittime del Covid, quello dovrebbe riunire le sensibilità di tutti. Altrimenti passa l’idea che passiamo il tempo in Consiglio comunale a pensare a come dedicare spazi diversi in città alle persone mancate». «Targhe e lapidi – è il pensiero di Michele Giardino (Misto) - devono stare in un cimitero. Non mi piacciono neanche le lapidi nei punti dove sono avvenuti incidenti stradali, figuriamoci una targa commemorativa in pieno centro. La proposta di Rabuffi di un bosco urbano per ricordare tutte le vittime era opportuna, la ritengo la soluzione ideale per ricordare i piacentini scomparsi. Altre cose mi sembrano fuori luogo».

«Ringrazio l’assessore Mancioppi – ha ripreso Rabuffi - che ha lasciato libertà di voto all’aula. Non volevo focalizzarmi sul Covid, non era quello il focus della mozione. L’ho detto io per primo che Pino non era un esempio: soffriva di alcolismo, malattia bruttissima, che porta a pessime reazioni». «Si tratta di solidarizzare con la figura di questa persona – ha detto Antonio Levoni (Liberali Piacentini), l'unico ad appoggiare la proposta - quindi voto a favore». Dubbiosi anche Sergio Dagnino (5 Stelle) e Roberto Colla (Piacenza Oltre). «Ok il pensiero alla marginalità – ha sentenziato ancora il capogruppo di Fd’I Giancarlo Migli - ma ci sono padri di famiglia che fanno sacrifici per i figli e la famiglia in questa fase, questi sono gli esempi».

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