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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

«Non abbiamo discriminato nessuno, ma di educativo avevano ben poco»

Drag queen, parla l’assessore Zandonella: «Vicenda strumentalizzata per fini elettorali, si vuole dare un’immagine distorta di Piacenza. Il Comune non può ospitare chi si fa chiamare “Ivana Cagna”, decisione presa da Giunta e uffici insieme»

«La scelta di non concedere “Spazio 4.0” per un’iniziativa che, cito una performer, si prefigge lo scopo di insegnare “la fluidità di genere”, dipende da questioni di opportunità, che derivano dalla vocazione particolare di quel luogo. Nessuna chiusura o preclusione per identificare l’idoneità di altre possibili strutture». Così si è espresso, in una nota stringata, l’assessore con delega alle politiche giovanili del comune di Piacenza, Luca Zandonella, in merito al “caso” delle drag queen a Spazio 4.0. Abbiamo provato a chiedere all’assessore di precisare il suo punto di vista sull’intera vicenda.

  • Assessore, il luogo di Spazio 4 non era idoneo per le drag queen?

È un centro di aggregazione con finalità educative. Si sono organizzate negli ultimi anni diverse iniziative di vario genere, ma queste devono sempre mantenere un profilo educativo. Il Comune ha sottolineato che non era possibile organizzare quella “parte” di manifestazione. Non abbiamo censurato, ma solamente fatto rispettare il capitolato di gara dell’affidamento della struttura.

  • Qualcuno fa notare: la band dei “Cani della Biscia” si esibiva prima delle drag queen. Rientrava nelle “finalità educative”?

È sempre stato possibile portare a Spazio 4 artisti per l’intrattenimento musicale. Un gruppo musicale fa comunque cultura. Le drag queen in uno spazio comunale dedicato prevalentemente ai giovani e giovanissimi non erano opportune, e infatti abbiamo avuto ragione.

  • Ovvero?

Come si può presentarsi con il nome d’arte di “Ivana Cagna” per fare il verso alla cantante Ivana Spagna? Mi sembra che di educativo ci sia ben poco. Non ho ancora figli, ma se un giorno li avessi non vorrei proprio che una con quel nome leggesse a loro le favole o le fiabe. Ognuno è libero di organizzare questi eventi a Piacenza, ma non nelle strutture del Comune. Ecco perché l’ente è intervenuto per sistemare la situazione.

  • Era così sconvolgente il drag queen show?

Riteniamo che dietro la scelta di andare a vedere e ascoltare “Ivana Cagna” ci debba essere consapevolezza. Non si può proporre ai bambini e ai ragazzini una proposta del genere negli spazi educativi del Comune, non è opportuno. Quando saranno maggiorenni saranno liberi di partecipare o meno alle provocazioni di questi artisti.

  • Decisione della dirigente comunale o della Giunta?

C’è stato un confronto, com’è normale che ci sia, tra la componente politica e quella tecnica del Comune. La parte politica non può certo firmare delle lettere sul rispetto dei capitolati e dei contratti. Non è l’assessore di turno che deve far notare un problema al gestore che ha in concessione Spazio 4.0, ma il dirigente o funzionario competente. Ma la decisione è stata presa di concerto.

  • La segnalazione è partita da Fratelli d’Italia e dalla consigliera Zanardi. Qualcuno sostiene che la Giunta si sia dovuta accodare a questa richiesta…

Con Fd’I c’è stata piena sintonia nel valutare la situazione. La consigliera Gloria Zanardi per prima ha sottolineato la questione. Sottolineo un aspetto: l’evento in ricordo dei moti di Stonewall era stato comunicato 30 giorni fa al Comune dai gestori, ma senza il dettaglio dell’iniziativa. Abbiamo appreso dei reali contenuti della serata tramite i social e in quel momento Zanardi è stata la prima ad accorgersi e a segnalare alla Giunta il problema. E noi abbiamo approfondito. Piena sintonia sulla vicenda, la pensiamo allo stesso modo.

  • Il sindaco Barbieri ha parlato di “accuse gravi, strumentali” nei vostri confronti. La pensa così anche lei?

Sì, abbiamo letto accuse che fanno male, perché non abbiamo discriminato nessuno e lo dimostrano i fatti. Eventi simili sono stati organizzati in altri luoghi della città senza ostacoDrag Queen-3li. Dispiace perché è stato un clima di tensione e clamore in un momento storico non facile, in cui alla maggior parte dei piacentini interessano altri temi in questa fase. È triste per tutta la comunità piacentina, si diffondono messaggi non veri. Si fa passare Piacenza per una città che non vuole certe iniziative. In malafede e provocando si vuole raccontare la realtà in maniera distorta. Abbiamo sentito diverse critiche che, poi, vengono alimentate da personaggi che, secondo me, vedremo il prossimo anno impegnati nelle liste a noi avversarie. La vicenda è stata fomentata per creare consenso intorno a certe figure.

  • A chi si riferisce?

Quando vedremo le liste si capirà facilmente come questa vicenda sia stata strumentalizzata.

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