«Poco credibile un’alleanza al ballottaggio, ma ci sono i margini per ricucire»
Dagnino (5 Stelle): «Meglio fare chiarezza adesso che appena prima o dopo il voto. Condivisibile un maggiore riconoscimento ai partiti, falso che abbiamo creato ApP per candidare Cugini»
Per Sergio Dagnino, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, uno spiraglio per riunire il centrosinistra alle prossime Elezioni c’è. Il fronte degli “scissionisti” - che lo vede in prima linea insieme ai colleghi Stefano Cugini (Pd) e Luigi Rabuffi (Pc in Comune) - potrebbe raccogliere la proposta di Silvio Bisotti (segretario Pd) di trovare un candidato unico in due settimane e andare uniti al voto. Proviamo, con lui, a chiarire la situazione
- Consigliere Dagnino, cosa si sente di rispondere a Silvio Bisotti e a chi è rimasto al tavolo politico di ApP?
Hanno capito che le problematiche evidenziate da noi esistono: la partecipazione e alcuni temi sulla città, sui quali occorre fare sintesi. Però leggo, ancora, una certa rigidità. Non mi aspettavo che ammettessero gli errori e si sconfessassero. Posso dire che le possibilità di tornare insieme sono leggermente aumentate.
- Questo dibattito infinito logora il centrosinistra e il vostro elettorato?
Molto meglio fare chiarezza adesso, piuttosto che subire certe decisioni e scelte a ridosso del voto. O, peggio ancora, dopo le elezioni, se i cittadini ti eleggono per amministrare la città. Un chiarimento è necessario.
- Voi siete disposti a rinunciare a qualcosa?
ApP era un progetto che intendeva volare alto: far partecipare maggiormente i cittadini rispetto ai partiti. Mi rendo conto che l’idea era troppo ambiziosa: bisogna riconoscere ai partiti un peso maggiore. ApP andrebbe tarata nuovamente, senza stravolgere però il significato. Mi rendo conto che la presenza e la forza dei partiti è ancora elevata e i mondi che rappresentano sono ancora ben presenti. Bisogna smussare qualcosa.
- Si dice che lei, Rabuffi e Cugini vi siate costruiti un “comitato elettorale” con largo anticipo per candidare a sindaco lo stesso Cugini…
Questa considerazione non l’accetto. Io rappresento il Movimento 5 Stelle e di questa cosa non se ne è mai parlato. Lungo il percorso è emerso un pensiero: il nome di Cugini poteva essere quello che potesse riunire la coalizione. Innanzitutto perché è stato tra i primissimi a credere nella riunione di tutto il fronte progressista. La seconda ragione: perché ha sempre partecipato e si è conquistato la stima di quelli che venivano alle assemblee. Terzo perché era, ed è tuttora, il capogruppo del Partito Democratico, il partito più forte della coalizione. Credevamo che fosse il candidato naturale, di tutti. Purtroppo è stato stoppato proprio dal suo mondo, il Pd. Non me lo sarei aspettato. Anzi, mi sarei piuttosto aspettato veti fuori dal Pd, dalla sinistra. Per questo si è creato un cortocircuito nel percorso di ApP.
- Davvero si è giocato sporco? Perché?
Qualcosa di poco chiaro è successo. Certe dinamiche della politica che non mi piacciono, effettivamente, sono accadute. Mi riferisco a “movimenti” esterni ad ApP che, al momento opportuno, hanno cercato di essere influenti. Perché non dare una mano dall’inizio invece che stare a guardare? Ingenuamente pensavo che, stavolta, questi meccanismi non si palesassero.
- Senza una riconciliazione e una ricucitura adesso, si può siglare un’alleanza al ballottaggio?
Personalmente non ho mai ritenuto credibili gli apparentamenti al secondo turno. Se abbiamo le stesse idee e valori ci si mette assieme prima, altrimenti sembra che la nostra unione sia creata solo per impedire la vittoria di qualcuno che non ci piace. Le ritengo mosse poco credibili anche per gli elettori. In questo caso ci sono i margini, e c’è ancora il tempo, per costruire un’alleanza di tutto il centrosinistra. Diventa però determinante la figura del candidato sindaco, in grado di tenere assieme tutti questi mondi.