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Nuovo polo logistico, Rabuffi: «Piacenza diventerà il Far West»

L’ex assessore all’ambiente prende posizione contro la proposta: «Così sarà devastata un’area agricola, il traffico aumenterà rendendo invivibile Roncaglia. C’è il rischio Far West per Piacenza»

«L’esperienza della Logistica a Piacenza – scrive l’ex assessore all’ambiente Luigi Rabuffi - con il suo sfruttamento, le sue lotte e le sue tragedie – di cui quella di Abd Elsalam travolto da un camion di fronte ai cancelli della GLS è la più emblematica – sembra davvero servita a poco. Un’anonima manina, probabilmente supportata ed invogliata, ha pensato bene di lanciare il sasso del “Polo Logistico Bis” nello stagno della piazza mediatica, in attesa di vedere di nascosto – come diceva la famosa canzone dell’indimenticabile Enzo Jannacci - l’effetto che fa.

976.000 mq. di nuovi capannoni - con centinaia di TIR pronti a caricare e scaricare merci ogni giorno dell’anno - stanno per segnare il futuro di Piacenza.  Un futuro che porterà all’impermeabilizzazione e alla devastazione di un’area agricola fra le più interessanti della nostra città. Che moltiplicherà i flussi di traffico pesante, che produrrà venefiche emissioni inquinanti ed un significativo inquinamento acustico, che attirerà malavita e prostituzione. Ma che soprattutto renderà Roncaglia invivibile più di quanto, già oggi, denunciano gli incolpevoli e maltrattati residenti, i quali vedranno moltipicarsi i problemi di traffico, smog e degrado urbano.

Il tutto in cambio di 200 milioni di euro di investimento, per un’ipotesi (così ci informa l’Amministrazione, unica depositaria della proposta) di circa 700 nuovi posti di lavoro diretti e altri 400 legati all’indotto. 1.100 posti di lavoro che sarebbero una vera manna per i nostri giovani (e per i meno giovani disoccupati), se non fosse che nella logistica, così come la conosciamo, ad arricchirsi sono quasi sempre le cooperative disoneste, quelle che utilizzano la mano d’opera, prevalentemente straniera, per gonfiare i propri conti in banca contando sulla disperazione e sulla povertà di chi non ha alternative. Cooperative che praticano forme di sfruttamento indegne di un paese civile, pronte a licenziare o vessare chiunque provi a rivendicare i propri diritti.

Un film già visto troppe volte. Un film nel quale l’ultima scena - l’intervista rilasciata la scorsa settimana a Libertà da Alberto Gardina, Direttore della Direzione Territoriale del Lavoro di Piacenza - certifica il livello di evasione contributiva INPS ed INAIL, operata nel 2016 dalle cooperative d’importazione nel comparto della logistica, in 3,5 mln. € (su 10.522.000 € di reddito).

Cooperative che non hanno sedi a Piacenza, che non appartengono alle principali Centrali (Legacoop e Confcooperative), ma che evidentemente nel comparto della logistica piacentina trovano terreno fertile. E ciò nonostante l’impegno encomiabile dei 10 ispettori e dei 4 Carabinieri del NIL (Nucleo Ispettorato Lavoro), sempre più sotto organico e sotto pressione.

Intanto, in attesa di ricevere l’obbligatoria informativa sull’operatore economico che si candiderà all’operazione “Polo Logistico bis” e conoscerne, così, il progetto industriale, il silenzio la fa da padrone, quasi che questa città non sia in grado di trovare, al di fuori della logistica, alcuna prospettiva di sviluppo.

Se così non è - e così, a Piacenza, non può e non deve essere ! - proviamo ad allontanare da noi quel senso di impotenza che assomiglia molto ad un comodo (e masochistico) alibi assolutorio. Aiutiamo in tutti i modi i nostri imprenditori onesti e all’avanguardia a resistere alla crisi e a non abbandonare Piacenza; attiriamo coloro che propongono progetti virtuosi e lavoro qualificato; mettiamo a disposizione le eccellenze di cui disponiamo (Università e Laboratori di ricerca); facciamoli sentire importanti e tutelati.

Ma facciamolo alla svelta. Diversamente alla Piacenza del Centro Storico, alla Piacenza dei Campanili e delle Chiese, alla Piacenza delle mille banche e del buon vivere, si rifletterà quell’immagine – sempre più nitida e deprimente - della Piacenza dello sfruttamento, del lavoro povero e dei senza diritti.  Per meglio dire, la Piacenza del Far West».

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