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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Ok in commissione alla demolizione da 1,2 milioni di euro dell’ex mercato ortofrutticolo

L’assessore all'urbanistica Opizzi: «Demoliremo tutto tranne i vecchi bagni e la biglietteria. Intervento necessario, problemi di sicurezza nell'area e necessità di avere parcheggi per la stazione». Liberali e Misto si sfilano

«Gli accordi per la demolizione dell’ex mercato ortofrutticolo sono del 2016 e nessuno fino ad oggi aveva mai obiettato alcunché sui 12mila metri quadrati dell’area». Così l’assessore all’urbanistica Erika Opizzi difende la strada intrapresa della Giunta Barbieri per il riutilizzo dell’area, vicina alla stazione ferroviaria e al terminal dei bus, che ora vede il Comune sborsare di tasca propria per "sgomberare" la zona.

«Per tranquillizzare "Italia Nostra" – ha spiegato in commissione 1 l’assessore con una punta di ironia - posso dire che la demolizione riguarderà tutti gli edifici, ma salveremo i vecchi bagni e la biglietteria. Questo per mantenere un segno di quell’architettura razionalista difesa da loro». La pratica relativa alla demolizione dell’ex mercato ortofrutticolo ha ricevuto l’ok della commissione 1, che ha visto però la maggioranza perdere alcuni pezzi (Liberali e Gruppo Misto, che si sono astenuti) in vista Erika Opizzi-5del prossimo Consiglio comunale. Le minoranze non hanno partecipato al voto, rimandando alla seduta consiliare un’analisi più accurata del progetto e dell'intera vicenda che coinvolge anche la questione "Bando Periferie-Terrepadane".

L’assessore Opizzi ha mal digerito alcune critiche, in particolare del direttivo di “Italia Nostra”. «Alcune associazioni e anche qualche consigliere comunale – ha detto l’assessore in aula - sproloquiano sui giornali su questa pratica. La demolizione dell’ex mercato ortofrutticolo è voluta per creare nuovi parcheggi a favore dell’area della stazione. L’area è dismessa dal 2013, dopo il trasferimento del mercato ortofrutticolo. Purtroppo la zona è stata occupata da malviventi, senzatetto, è diventata luogo di attività illecite. I residenti della zona sono contenti se tiriamo via queste strutture, la situazione è insostenibile. Si sono verificati in questi anni roghi e problemi di sicurezza, in più c’è da risolvere la presenza di amianto in quell’area. Dovremo fare un’indagine sulle coperture dei capannoni e all’interno degli edifici».

L’area era stata inserita nel famoso progetto “Terrepadane” del Bando Periferie, con un mix di risorse economiche private e pubbliche. La demolizione sarebbe dovuta essere a carico della società. Un anno fa l’azienda piacentina frenò, chiedendo tempo per riflettere. Di mezzo, poi, ci si è messo il Coronavirus. Così ora tocca al Comune con 1,2 milioni di euro suoi coprire questo intervento (più 91mila euro per il progetto tecnico). «La demolizione dei capannoni – rileva Opizzi - è possibile secondo il Rue, per costruire altri edifici. Nessuno si è mai opposto al progetto prima di queste settimane, perciò mi sorprendono le esternazioni di Italia Nostra».

I tremila metri quadrati più vicini alla ferrovia dovevano essere ceduti – nel progetto iniziale - a Terrepadane per realizzare alcune opere private all’interno della riqualificazione del Bando Periferie. «Il resto sono tutti parcheggi per la stazione. Questi erano gli accordi del 2016, mai contestati da nessuno».

Roberto Colla (Pc Oltre) ha incalzato sui tempi per i lavori di demolizione, attesi da molto tempo in città. «Siamo in una fase di stallo con Terrepadane – ha risposto il segretario comunale Roberto Maria Carbonara - altrimenti si sarebbe già approdati prima in Consiglio comunale. C’è comunque la volontà di interloquire con la società per gli interventi sulla loro area, questo ci farebbe risparmiare tre mesi di tempo. Altrimenti il Comune deve fare da solo per fare una sua progettazione autonoma. A dicembre sicuramente saremo in grado di fare un cronoprogramma degli interventi, ma contiamo per marzo-aprile di avere la gara per far partire la demolizione».

Soddisfazione per come evolve la pratica da parte di Sergio Pecorara (Misto) e Francesco Rabboni (Forza Italia). «È un anno a dicembre – ha osservato Massimo Trespidi (Liberi) - che siamo fermi per l’indecisione di Terrepadane. Si erano presi un periodo di riflessione…Bisogna prendere il toro per le corna, non possiamo più tollerare altre perdite di tempo. È chiaro da un anno cosa vuole fare il Comune, sono loro che devono rispondere sul loro coinvolgimento».

Ma nel centrodestra non tutti sono soddisfatti della scelta di demolire l'ex mercato. È venuto a mancare in commissione il voto dei Liberali e di due terzi del Gruppo Misto. «Ci asteniamo in attesa di più chiarezza su Terrepadane», ha detto il liberale Antonio Levoni. «Mi astengo e confermo le perplessità. A distanza di una settimana aspettiamo un sopralluogo della commissione 2 all’ex mercato ortofrutticolo», ha aggiunto Michele Giardino (Misto). «Se il problema è la sicurezza – si è astenuto anche Mauro Saccardi (Misto) - allora dovremmo abbattere molte zone della città, non è questo il modo». La neo presidente di commissione 2, Lorella Cappucciati, sostiene a margine della seduta di attendere una richiesta ufficiale per poter organizzare una visita con tutti i consiglieri nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo.

Critiche all’assessore da parte di Luigi Rabuffi (Pc in Comune). «Stonate le parole di Opizzi quando parla di sproloqui delle associazioni e dei consiglieri. L’assessore è sempre scappata dagli incontri con le associazioni e si permette di dire che facciamo sproloqui. Quelli li fa l’assessore o qualcuno della sua Giunta». «Opizzi ha parlato chiaro e da pragmatica – l’ha difesa il capogruppo di Fd’I Giancarlo Migli - finalmente si risolve un problema di sicurezza. Abbiamo gli studenti che vanno a prendere il bus in un’area con delinquenti e spacciatori che vivono lì, dobbiamo intervenire».

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