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Lunedì, 25 Settembre 2023
Politica

«Ecco i primi banchetti accanto alla pietra d’inciampo»

Pietra d’inciampo per Richetti, Papamarenghi: «Nonostante i solleciti a rispettare il luogo, l’Amministrazione non ha dato alcun seguito»

«Evidentemente sono state parole al vento quelle che ho espresso lunedì davanti a sindaco, Amministrazione e all’intero Consiglio comunale in merito alla necessità di tutelare e rispettare la prima pietra d’inciampo posta a Piacenza nonché una minima zona circostante a quella dove appena posta la significativa targhetta, tassello di una doverosa memoria diffusa collettiva». Così Jonathan Papamarenghi, consigliere della “Civica Barbieri”, documenta i primi casi di mancanza di rispetto del nuovo monumento.

«Visto il parere unanimemente concorde di maggioranza ed opposizione in merito al valore di questo simbolo - che con l’Amministrazione Barbieri abbiamo difeso e finalmente ottenuto anche per Piacenza - ci si aspettava un minimo di attenzione in più da parte dell’Amministrazione comunale, che ho sollecitato durante l’istituto delle comunicazioni in consiglio giusto lunedì scorso, quando ho evidenziato come l’area scelta per la posa della pietra, che sicuramente ha il merito di essere maggiormente visibile, da progetto originario messo in campo durante il mio mandato doveva essere una ventina di metri più verso Piazza Cavalli, e cioè di fronte al negozio di macchine da scrivere dove lavorava il deportato Enrico Ricchetti, evidenziando come questa nuova ubicazione normalmente sia sede di banchetti e stand di vario genere. Già il primo stand collocato proprio nella zona dedicata alla Stolperstein. Ovviamente non si fa nessuna osservazione alla realtà privata che quest’oggi si è posizionata nella zona assegnatale, che anzi ha avuto la sensibilità almeno di non coprire la pietra fresca di posa, ma certamente al Comune al quale solo due giorni fa mi ero rivolto in modo chiaro, invitando ad adottare i doverosi accorgimenti necessari. Il Comune infatti nell’assegnare gli spazi deve avere l’accortezza di mantenere quantomeno una distanza minima da questo nuovo luogo della memoria: se ci urtano le automobili parcheggiate (irregolarmente queste, di certo non autorizzate dal Comune) davanti al sacrario di Palazzo Gotico o la memoria di gazebo legati ai Cavalli del Mochi, altrettanto urta vedere che finita la doverosa pompa della recente inaugurazione l’attenzione è già svanita laddove invece deve esserci rispetto e memoria».

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